"Ho visto personalmente molti contatti su Facebook o Twitter tra Ong e scafisti e vedo molti contatti tra loro". A parlare è il comandante della motovedetta Guardia Coste, Ras Lgder libica, che rivela quella che sarebbe la prova dei comportamenti illeciti delle organizzazioni non governative. "Per prima cosa parlo con lo scafista che a bordo ha gli immigrati - spiega il comandante della guardia costiera - e chiedo che spenga il motore. Se nessuno ferma il motore, avvicino il mio zodiac alla barca. A quel punto sono molto vicino, fermo il motore, parlo a tutti, uno a uno e dico loro di salire". Ma loro temono di ritornare in Libia e quindi oppongono resistenza fino a quando non vedono una ong.
La Guardia costiera libica infatti si trova spesso in mare con le navi delle organizzazioni che pattugliano il mare di fronte alle coste all'Africa: "Parlo con le Ong - prosegue Mustafa - chiedo loro di non avvicinarsi per non mettere a rischio la vita dei migranti. Ma a volte non stanno ad ascoltare". Di scontri tra navi umanitarie e Marina di Tripoli nel tempo ce ne sono stati diversi, con accuse incrociate. "Non stanno ad ascoltare - insiste Mustafa - vogliono solo prendere i migranti. E questo crea una situazione pericolosa". Alla domanda fatidica se esiste un "coordinamento" tra scafisti e Ong, il militare risponde: "Sì, senz'altro. Ho visto personalmente molti contatti tra Ong e scafisti".
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