luca palamara

“MI ASSUMO LE MIE RESPONSABILITÀ, MA NON POSSO ASSUMERMI QUELLE DI TUTTI” – PALAMARA DOPO L’ESPULSIONE DALL’ANM SI VENDICA E INIZIA A FARE I NOMI DEI PROBIVIRI CHE AVREBBERO SFRUTTATO LE CORRENTI: "TRE LI CONOSCO BENE. SONO..." – “FERRI? LO CONOSCEVO DA SEMPRE. LOTTI L’HO CONOSCIUTO COME SOTTOSEGRETARIO, L’HO FREQUENTATO CON ALTRI MAGISTRATI E POLITICI, E ANCHE QUANDO HA COMINCIATO  A CONTARE DI MENO SONO RIMASTO IN CONTATTO CON LUI”

Estratto dell'articolo di Liana Milella per “la Repubblica”

 

luca palamara

«Tanto paga per tutto Palamara ». Cacciato dall'Anm, di cui è stato presidente, l'ex pm di Roma sotto inchiesta a Perugia per corruzione parla con Repubblica . E fa i nomi dei colleghi che, a suo dire come lui, tenevano in piedi il sistema delle correnti. Se Palamara è colpevole tutti sono colpevoli.

 

Perché?

«Perché Palamara non si è svegliato una mattina e ha inventato il sistema delle correnti. Ma ha agito e ha operato facendo accordi per trovare un equilibrio e gestire il potere interno alla magistratura».

luca palamara

 

Mattarella farebbe un salto sulla sedia se la sentisse parlare di "potere interno".

«La Costituzione ha voluto che la magistratura fosse autonoma e indipendente. Per esercitare questo potere i magistrati hanno scelto di organizzarsi in correnti che nascono con gli ideali più nobili, ma che storicamente hanno poi subito un processo degenerativo...».

 

SERGIO MATTARELLA DAVID ERMINI

... e quindi lei si ritiene non colpevole perché tutti si comportavano così?

«Io mi assumo le mie responsabilità. Ma non posso assumermi quelle di tutti».

 

 

(...) Sì, ma la sua è una chiamata di correo. A chi si rivolge?

«Non è così. So che devo rispondere dei miei comportamenti e di quello che è accaduto all'hotel Champagne. Ma, allo stesso tempo, non posso essere considerato solo io il responsabile di un sistema che ha fallito e che ha penalizzato coloro i quali non risultano iscritti alle correnti. A questi magistrati volevo chiedere scusa».

 

 Palamara, non giriamoci intorno. A fronte delle scuse ci sono delle accuse. Chi, tra i probiviri Anm, usava le correnti per fare carriera?

luca palamara

«Su cinque componenti, tre li conosco assai bene. Sono stati noti esponenti di altrettante correnti. Tra l'altro, il presidente Di Marco, dalle carte di Perugia, è risultato essere il difensore disciplinare di Giancarlo Longo, il magistrato che, secondo le originarie accuse rivoltemi da Perugia, ma poi cadute, io avrei favorito per la procura di Gela».

 

E poi?

pm Giancarlo Longo

«C'è Gimmi Amato, che nel 2016 venne nominato procuratore di Bologna secondo i meccanismi di cui tanto si parla oggi. Fermo restando il suo indiscusso valore».

 

Amato la chiamava e le scriveva?

«Né più né meno di quello che hanno fatto tutti gli altri».

 

E ancora?

francesco lo voi nicola gratteri giuseppe amato

«Viazzi, storico esponente di Md, che ho sempre stimato ma che poi sacrificai per la nomina di presidente della Corte di appello di Genova, a vantaggio dell'alleanza con Magistratura indipendente, che portò a preferire al suo posto la collega Bonavia».

 

Che colpe fa a questi tre?

«Di essere loro per primi i beneficiari del sistema di cui solo io oggi sono ritenuto colpevole».

 

DAVIGO ALBAMONTE

Quindi questi colleghi avrebbero dovuto astenersi?

«Penso ci avrebbero dovuto pensare prima di far parte di quel collegio».

 

(...) Quanto al mio promemoria, mi riferivo ad esempio ai rapporti tra l'allora presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti eletta nel Pd, ed Eugenio Albamonte, pm di Roma e della sinistra di Area, come ad esempio in occasione della nomina del vice presidente del Csm David Ermini o degli avvocati generali della Cassazione».

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

 

 Un momento, lei sta lanciando accuse pesanti. Cosa ci sarebbe stato di compromettente e illegale in questi incontri?

«Io non sto lanciando assolutamente accuse. Io considero tutto questo come rapporti fisiologici tra magistratura e politica per acquisire ulteriori notizie e informazioni rispetto a quanto scritto nei curriculum che spesso sono sovrapponibili».

 

Ma sarebbero solo questi i nomi o ce ne sono altri?

«È chiaro che ce ne sono tanti altri. I rapporti di frequentazione tra magistrati e politici non li ho certo inventati io».

 

luca palamara luca lotti

Lei però incontrando Lotti e Ferri voleva pilotare la scelta del procuratore di Roma...

«Io non avrò difficoltà alcuna a rispondere a questa domanda. Siccome su questi fatti ho un'incolpazione disciplinare potrò farlo però solo in quella sede, perché su questa vicenda i miei avvocati intendono sollevare tutte le problematiche sull'utilizzo del Trojan».

 

Sta di fatto che lei vedeva sistematicamente Lotti e Ferri e con loro pianificava le nomine. «Ma io non mi sono mai fatto influenzare da nessuno nelle mie scelte...».

cosimo ferri 2

 

Siamo alla megalomania... allora perché li incontrava?

«Perché Ferri era un magistrato che conoscevo da sempre, con cui ho avuto alterni rapporti di amore-odio. Lotti l'ho conosciuto come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'ho frequentato con altri magistrati e politici, e anche quando ha cominciato a contare di meno sono rimasto in contatto con lui, né più né meno di quanto avviene con un amico».

 

Accusa anche i componenti dell'Anm che «forse troppo frettolosamente hanno rimosso il ricordo delle loro cene o dei loro incontri» come scrive nel promemoria? I nomi?

luca palamara

«Se penso a Giuliano Caputo (il segretario dell'Anm di Unicost, ndr) penso a un beneficiato assoluto di questo meccanismo che si trova lì perché Enrico Infante, anche lui di Unicost, era ritenuto troppo di destra. Questi sono gli errori che hanno fatto fallire un sistema facendo prevalere gli accordi tra correnti.

 

Quanto ad altri componenti del Cdc, penso a Minisci, Ferramosca e Salvadori, si tratta di colleghi che certo non hanno disprezzato questo rapporto di cooptazione. Ma oggi mi rendo conto che c'è una magistratura silenziosa che preferisce non affrontare questi problemi. Tanto paga per tutto Palamara».

giuseppe amato

 

Sta chiedendo le dimissioni in blocco di tutti?

«Ognuno risponderà alla sua coscienza. Ma non è giusto che io paghi per tutti e che venga strumentalizzata la mia vicenda penale a Perugia».

 

Si proclama già innocente anche su quel fronte?

«È caduta l'accusa più grave di corruzione per le nomine al Csm. Dimostrerò che non ho mai mercanteggiato la mia funzione e che non ho ricevuto il pagamento dei viaggi, e la mia estraneità ai lavori di sistemazione di una veranda presso l'abitazione di una mia amica».

 

Giancarlo Longo cerca cimici1giuseppe amatoEUGENIO ALBAMONTEcosimo ferri 3cosimo ferri 1matteo salvini saluta giuseppe amatoGIANCARLO LONGOGiancarlo Longo

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…