Lodovico Poletto per “la Stampa”
La foto sul telefono cellulare è di una cartella esattoriale: 2 mila 253 euro. Da pagare entro il 30 giugno. «Me l' ha mandata oggi all' ora di pranzo il mio commercialista. Mettiamola così: io non un soldo in banca che sia uno. Non lavoro da cinque mesi e, a parte i due contributi da 600 euro non ho ricevuto altro.
Secondo lei come faccio a pagare? Rubo?» Il signor Tommaso Atteritano è un imbianchino. Una partita Iva. Ha 58 anni, una moglie malata di cancro, un figlio 36enne che è stato lasciato a casa dal lavoro quando è iniziata l' emergenza Covid e uno di dieci anni più giovane, diplomato geometra, che invece un' occupazione non riesce a trovarla: «Gli dicono che non ha esperienza. E tanti saluti. Ora, dico io: se vuoi uno con esperienza devi fargliela fare. Se non gliela fai fare, resterà sempre al palo. Sbaglio?»
Ecco, Tommaso Atteritano è l' emblema delle partite Iva con l' acqua alla gola. Strangolate dalle tasse e senza possibilità di lavorare per via delle restrizioni, del distanziamento. E della paura del contagio. E lui la dice esattamente così: «Lei farebbe entrare in casa un imbianchino in questo periodo? Probabilmente no. Lo sa quanti preventivi mi sono saltati? Cinque.
Che vuol dire soldi in meno, cioè mancato guadagno». Ma lei fino a dicembre, gennaio, ha lavorato? «No! In Piemonte nessuno fa tinteggiare l' appartamento in inverno. Si lavora da marzo a settembre, al massimo ottobre. Poi, se non sei nel giro delle grandi imprese, te ne stai a casa a sistemare l' attrezzatura». E lui ha fatto così. Del resto si era messo in proprio da pochi mesi: «Per guadagnare qualche soldo in più. Ma sembra fatto apposta, mi è andata male anche questa volta. Io che fatturavo anche i 50 euro, che lavoravo tanto, e a poco, per poter guadagnare, mi sono ritrovato da un momento all' altro più povero di prima». E i risparmi in banca sono durati il tempo di un amen.
«Come ho fatto? È presto detto. Ho l' affitto di casa da pagare, e sono quasi 500 euro. Devo garantire le cure a mia moglie. E sfamare anche i figli. Se non lavori e se non sei un' impresa con un bel giro d' affari, quelli come me sono subito alla canna del gas». Ecco, il guaio è tutto lì. E il signor Tommaso Atteritano adesso è a caccia di soldi per tirare avanti. «I contributi se ne sono andati senza neanche darmi il tempo di dire beh». Il prestito? «Ho chiesto alla banca 2 mila euro. Sono ancora qui che aspetto una risposta.
Nel frattempo dobbiamo anche mangiare, no?» E pagare la benzina e il bollo dell' auto?
«Non ce l' ho più. Se devo spostare l' attrezzatura chiedo ai miei amici un passaggio. Non me la posso permettere».
A questo punto le alternative non sono molte: se il lavoro non riparte, lui è pronto alla resa. «Ma sa dov' è il guaio?» No, dica. «Che se chiudo devo pagare le tasse fino alla fine dell' anno. Ma se non ho soldi come faccio? Guardi, per noi partite Iva è un disastro totale.
Comunque senza aiuti mi arrendo. Poi, sa come si dice: Dio vede e provvede».
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