“NON HO AVUTO PAURA DI MORIRE. SAN PIETRO ANCORA LASSÙ NON MI VEDE” – JERRY CALÀ CAZZEGGIA DOPO L'INFARTO: “PENSAVO FOSSE INDIGESTIONE, POI HO INIZIATO AD AVERE SUDORI FREDDI PAZZESCHI. ERO SPAVENTATO DI DOVER SUBIRE UN INTERVENTO A CUORE APERTO, MA QUANDO HO CAPITO CHE IL PEGGIO ERA PASSATO, HO FATTO RIDERE I MEDICI CHE MI CHIEDEVANO DI DIRE “LIBIDINE”. IL LAVORO? PER 40 GIORNI FARÒ QUALCHE PASSEGGIATA A VEDERE I CANTIERI…”
Estratto dell'articolo di Lara Visentin per www.corriere.it
«Possiamo dire che San Pietro ancora lassù non mi vede». L’umorismo di Jerry Calà non si affievolisce neanche se al telefono ha la voce un po’ affaticata dalla convalescenza, reduce dall’infarto che l’ha colpito una settimana fa mentre era a Napoli per girare il suo nuovo film.
Prima di tutto, come sta?
«Adesso bene, ormai sono stato dimesso. […] Ho superato questo piccolo incubo. Beh, insomma, neanche tanto piccolo».
Ha preso molta paura?
«Lo spavento è stato fortissimo, inutile che ce lo nascondiamo. Anche perché se non ti è mai capitato non è che lo riconosci immediatamente. La prima sensazione è quella di un’indigestione e con questo ragionamento stavo perdendo un po’ di tempo. Ero da solo in hotel, avevo cenato in camera e ho iniziato a sentire un dolore al petto abbastanza forte. Siccome venivo da una settimana di riprese in esterni in Molise, dove abbiamo preso un sacco di freddo, mi son detto “sarà quello, o il cibo”. Poi questo dolore si è fatto più forte ed è stato accompagnato da sudori freddi pazzeschi, quindi ho chiamato il 118: in pochissimo tempo sono arrivati in camera».
Ha detto di aver trovato del personale molto bravo.
«Sono stati più che bravi. Ringrazierò sempre Napoli e la sanità di Napoli perché mi hanno salvato la vita».
Ma è vero che le hanno chiesto di dire «libidine» in sala operatoria?
«[…] quando ormai la cosa era risolta e mi sentivo più tranquillo, qualche battutina la concedevo e li facevo anche sorridere […] ».
Nella paura del momento, ha pensato di morire?
«Devo dire la verità: no. Il pensiero non mi è balenato. Sentivo questo dolore, ma sempre con lucidità. Ho temuto piuttosto interventi complicati, magari a cuore aperto. Chiedevo ai medici “ma adesso mi aprite?” e loro ridevano e mi spiegavano passo passo che mi stavano mettendo una sonda attraverso una mano. Poi magicamente il dolore pressante è sparito e così li ho fatti ridere ancora di più, ho esclamato: “vi dico quel che volete, libidine, doppia libidine, vi dico tutto”».
Su Twitter poi si è risentito per gli attacchi dei no vax.
«Non mi sono nemmeno arrabbiato, sono talmente stupidi […]c’era anche chi mi augurava la morte […] ».
Ma ora è vero che tornerà subito al lavoro?
«No no. Sono le cose che si dicono sotto l’effetto degli oppiacei che ti danno in ospedale. Adesso starò tranquillo sul divano per minimo 30 o 40 giorni, farò qualche passeggiata a vedere i cantieri, starò in famiglia. Certo senza perdere i contatti per il film».
[…]
jerry calàJERRY CALAmara venier jerry calaJERRY CALAJERRY CALAjerry calà