IL “NORDISTA” FOTI È L'ULTIMO PASTICCIO DELLA MELONI – IN FDI D'ITALIA È SCOPPIATA LA RIVOLTA PER LA DECISIONE DI NOMINARE IL DEPUTATO PIACENTINO COME SUCCESSORE DI FITTO AL MINISTERO CHE SI OCCUPA ANCHE DEL MERIDIONE, OLTRE CHE DEGLI AFFARI EUROPEI – COSÌ LA DUCETTA HA FATTO MARCIA INDIETRO: HA DECISO DI TENERE PER SÉ LA DELEGA PER IL SUD – SPIAZZATO ANCHE IL QUIRINALE CHE, IN UNA NOTA UFFICIALE, AVEVA ACCENNATO ALL’INCARICO PER IL MEZZOGIORNO…
https://www.repubblica.it/politica/2024/12/04/news/foti_rivolta_fdi_meloni_delega_sud-423817569/
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
TOMMASO FOTI GIURA AL QUIRINALE CON SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI
Interventi sui social, comunicati ufficiali, dichiarazioni dense di giubilo alla stampa: lunedì pomeriggio decine di esponenti di Fratelli d’Italia, membri del governo o anche solo parlamentari semplici della maggioranza avevano esaltato la nomina di Tommaso Foti a ministro per il Sud. Citando quella delega come una delle quattro assegnate al successore di Raffaele Fitto.
Anche il Quirinale, in una nota ufficiale, aveva accennato all’incarico per il Mezzogiorno. Poi, ieri, la brusca retromarcia di Palazzo Chigi: quel dossier resta in capo alla presidente del Consiglio. E verrà forse attribuito a ridosso delle regionali del 2025 a un altro meloniano (ma non a Nello Musumeci, pare).
[...] Dietro la scelta della presidente del Consiglio c’è certamente il pressing delle opposizioni. Ma soprattutto, pesa una rivolta sotterranea che ha agitato per ventiquattr’ore il partito di via della Scrofa.
[...] tecnicamente, il giuramento di Foti nelle mani di Sergio Mattarella è da semplice ministro senza portafoglio. È poi Meloni, sentito il consiglio dei ministri, ad attribuire le deleghe. Lo ha fatto durante la riunione di governo che si è tenuta ieri a Palazzo Chigi. La gestione del Sud, almeno sul piano formale, non è dunque mai stata affidata a Foti e poi sottratta qualche ora più tardi.
TOMMASO FOTI - UN GIORNO DA PECORA
È la ragione per cui fonti del governo hanno gioco facile a comunicare che la presidente del Consiglio «ha mantenuto in capo a sé il coordinamento delle politiche per il Sud e ha avviato, da subito, una ricognizione all’interno dell’esecutivo in merito a quanto già realizzato per rafforzare lo sviluppo del Mezzogiorno», tenendo conto del fatto che proprio il Sud è stato nel 2023 “la locomotiva d’Italia” per Pil e occupazione.
In realtà, quanto accaduto ha rappresentato una brusca inversione di rotta. Decisa nelle ore convulse successive alla nomina di Foti. E determinata da una pressione politica dei parlamentari e dei dirigenti meloniani meridionali. In particolare, si apprende, a muoversi sono stati i coordinatori regionali, capitanati in particolare da quelli della Campania e della Puglia, due dei territori chiamati alle urne nel 2025 per la scelta del nuovo governatore.
Il timore manifestato a Meloni è stato quello di subire una campagna ostile delle opposizioni per aver ceduto un tema sensibile come il Sud a un ministro settentrionale. E che dunque il centrosinistra avesse gioco facile a sostenere che l’attuale esecutivo, dopo aver colpito il Mezzogiorno con la contestata riforma dell’autonomia, volesse penalizzare ancora l’area più svantaggiata del Paese [...]