LUTTO NEL FOOTBALL AMERICANO - DEMARYIUS THOMAS, VINCITORE DEL SUPERBOWL CON I DENVER BRONCOS NEL 2016, È MORTO “PROBABILMENTE PER UN ATTACCO EPILETTICO" A POCHI GIORNI PRIMA DI COMPIERE 34 ANNI – DOPO UN’INFANZIA DIFFICILE, CON LA MAMMA E NONNA ARRESTATE PER SPACCIO E CONDANNATE RISPETTIVAMENTE A 20 ANNI E ALL'ERGASTOLO - LA MADRE E LA NONNA VENNERO SCARCERATE GRAZIE A OBAMA, DOPO CHE…
Andrea Marinelli per il “Corriere della Sera”
La vita di Demaryius Thomas è sempre stata in salita, e forse per questo riusciva a correre più veloce degli altri: abbastanza da mettere insieme 724 ricezioni, guadagnare 9.763 yard e realizzare 63 touchdown in 10 anni di carriera nella Nfl, arrivando anche a vincere un Super Bowl con i Denver Broncos nel 2016.
Era un giocatore «straordinario», ha detto ieri la lega del football - da cui si era ritirato a giugno - annunciandone la scomparsa improvvisa avvenuta pochi giorni prima di compiere 34 anni, probabilmente, dice la famiglia, per un attacco epilettico.
Thomas era nato il giorno di Natale del 1987 a Montrose, un pugno di case nella Georgia rurale, 150 abitanti e poche speranze, dove all'epoca il 30% dei minorenni viveva sotto la soglia di povertà. Aveva 11 anni quando la madre Katina e la nonna Minnie vennero arrestate per spaccio di cocaina e condannate rispettivamente a 20 anni e all'ergastolo. «Sapevo che la nonna vendeva droga», raccontò anni dopo al Denver Post, «e che mia mamma teneva i soldi».
Il padre Bobby era in Kuwait con l'esercito, a lui toccò crescere con gli zii. «Gli serviva un po' di stabilità», spiegò zio James, che gli impose un coprifuoco serale, lo battezzò e lo arruolò come chierichetto nella chiesa metodista in cui predicava.
D'inverno lo lasciava studiare e praticare sport, d'estate lo svegliava prima dell'alba e lo mandava a lavorare nei campi dietro casa: tagliava l'erba e raccoglieva piselli, poi andavano tutti insieme a venderli al mercato in paese.
«So che è stata dura per lui», disse la madre al Denver Post. «Al tempo stesso, questo gli ha dato la forza di andare avanti e fare meglio dell'esempio che gli ho dato». Iniziò giocando a basket, ma all'ultimo anno di liceo capì che il football poteva essere il suo futuro: ottenne una borsa di studio da Georgia Tech e poco alla volta divenne protagonista, ricevendo la chiamata dei Broncos nel 2010.
Fino ad allora sua madre non lo aveva mai visto giocare dal vivo: ci riuscì nel gennaio 2016, poco dopo essere uscita dal carcere con un anno d'anticipo perché Barack Obama le aveva commutato la pena. Quel giorno, al primo turno dei playoff, Demaryius segnò ai supplementari il touchdown decisivo che aprì la cavalcata dei Broncos verso il trionfo nel Super Bowl.
Quando i Broncos furono invitati alla Casa Bianca per celebrare la vittoria, qualche mese dopo, Demaryius passò al presidente un biglietto, con cui lo ringraziava per aver scarcerato la madre e chiedeva una grazia anche per la nonna. Obama - che in otto anni ha commutato più sentenze dei suoi nove predecessori messi insieme, per lo più reati di droga non violenti - lo ascoltò, e la signora Thomas uscì dopo 16 anni di carcere. «Era un tiro alla cieca», disse. «In questi due anni ho riavuto mia mamma e mia nonna, è una benedizione».
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