MADRI ASSASSINE – NOVE VOLTE SU DIECI A UCCIDERE UN BAMBINO È LA DONNA CHE LO HA MESSO AL MONDO - A SANTA CATERINA VALFURVA UNA MAMMA HA UCCISO UNA BAMBINA DI OTTO MESI INFILANDOLA IN UNA LAVATRICE. A VIESTE A SOFFOCARE DUE FRATELLINI, UNO DI CINQUE, L'ALTRO DI UN ANNO, È STATO IL NASTRO ADESIVO INCOLLATO SULLA BOCCA – I CASI FRANZONI E STIVAL – NON SOLO IN ITALIA, ORRORE ANCHE IN GERMANIA: UNA 27ENNE HA UCCISO 5 FIGLI E POI HA TENTATO IL SUICIDIO
Irene Soave per il “Corriere della Sera”
I primi poliziotti intervenuti sulla scena del crimine sono usciti dall'appartamento in lacrime: e questo è quasi tutto quel che si sa, per ora, di ciò che hanno visto. Nella tarda mattinata di ieri a Solingen, in Nordreno-Vestfalia, una mamma di 27 anni ha presumibilmente ucciso cinque dei suoi sei figli; è fuggita alla stazione centrale di Düsseldorf portando con sé il maggiore, 11 anni, unico uscito illeso dalla carneficina; si è gettata sotto il convoglio del passante ferroviario delle 13:46 sperando di morire, ed è stata soccorsa poco dopo, gravemente ferita ma viva.
Ora è in ospedale, piantonata dalla polizia. «Sarà interrogata quando tornerà vigile», ha comunicato il portavoce della polizia della vicina Wuppertal, competente per il caso. «Non sappiamo ancora come, né perché, né quando i bambini sono stati uccisi». E fino al risveglio della donna molte incognite sono destinate a rimanere tali, una su tutte: al momento della carneficina dov' era il padre dei bambini?
Solingen è una città di 160 mila abitanti a 35 km da Düsseldorf; Hasseldelle un quartiere di palazzi di edilizia semipubblica tirati su negli anni Settanta, 190 famiglie ciascuno, per il quale la città di Solingen aveva lanciato un piano di riqualificazione dal significativo slogan «Hasseldelle è migliore della sua fama».
Il condominio dove i sei bambini abitavano con la madre è uno di questi: un «block» rivestito in pietra grigia, balconi in cemento, una parabolica per balcone. I vicini che restano increduli davanti all'ingresso, sotto la pioggia, a vedere i poliziotti - 40 investigatori al lavoro dal primo pomeriggio di ieri - uscire piangendo dall'appartamento e ripetono ai cronisti dei media locali il consueto ritornello di cronaca: «Era una famiglia tranquilla».
Della famiglia faceva parte anche il padre: la polizia comunica solo di averlo contattato, ma non si
sa nient' altro. I corpi dei bambini, secondo quanto ha riferito la polizia ieri pomeriggio, sono rimasti nell'appartamento, come gli inquirenti li hanno trovati.
E sono misteriose ancora le ragioni che avrebbero spinto questa donna tedesca giovane, bionda, esile (così appare nell'unica sua foto trapelata ieri, pubblicata con una grossa pecetta sugli occhi dalla Bild ), a mettere fine alla vita di due dei suoi figli maschi, 6 e 8 anni, e delle sue tre bambine di 1, 2 e 3 anni; e le modalità con cui è riuscita a farlo, salvo una «diceria», che riportano i cronisti, che possa aver tolto loro la vita avvelenandoli con dei farmaci, o almeno dopo averli storditi.
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Prima di andare alla stazione di Düsseldorf, dove secondo i suoi piani si sarebbe tolta la vita, la donna deve però avere chiamato la nonna dei bambini: è stata lei, che vive a Mönchengladbach, 60 km dalla famiglia, ad avvertire la polizia, ed è da lei che il figlio più grande, che era con la madre in stazione e ha presumibilmente assistito anche alla strage, è stato portato perché ne abbia cura.
LE ATROCI ARMI QUOTIDIANE DELLE MADRI ASSASSINE
Massimo M. Veronese per “il Giornale”
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Nove volte su dieci a uccidere una bambino è la mamma. Non un assassino che viene dal buio, non qualcuno che non conosci, ma la donna che ti ha messo al mondo, che si è presa cura di te, che ti ama più della sua stessa vita. Sono le armi usate che fanno impressione, le cose di tutti i giorni trasformate in strumenti di morte.
A Santa Caterina Valfurva a uccidere una bambina di otto mesi è stata la lavatrice. Mamma l'ha messa lì dentro e poi ha attivato il lavaggio, alla fine ha depositato il corpicino sul cestello come fosse un calzino da asciugare.
A Vieste a soffocare due fratellini, uno di cinque, l'altro di un anno è stato il nastro adesivo incollato sulla bocca, a Parabiago a strangolare un bimbo di quattro è il cavo del cellulare. Francesca Sbano, trentunenne, di Carovigno, provincia di Brindisi, alla sua piccola di tre anni ha dato invece da bere del diserbante. Poi si è gettata dal secondo piano di casa, dove da due mesi viveva separata dal marito. Lascia un biglietto: «Benedetta la porto via con me».
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Al funerale le due bare sfilano insieme, i reni di mamma verranno donati per dare vita a un'altra vita. Daniela Falcone, 43 anni, cosentina di Rovito, ha sgozzato il piccolo con le forbici. Era andata a prenderlo a scuola, gli aveva promesso che lo avrebbe portato in montagna. L'annegamento è la scelta più tragica in questo campionario degli orrori.
La vasca da bagno a Lecco, il piccolo aveva solo cinque anni, il pedalò a Grosseto, nelle acque della Feniglia. Mamma aveva già provato sei mesi prima a uccidere il pargolo quando aveva un anno. Alla seconda ce l'ha fatta. ComeMedea, eroina del mito greco che stermina i figli, sono centinaia le donne che negli ultimi quarant' anni hanno ucciso i propri bambini, quasi sempre subito dopo l'hanno fatta finita anche loro, vittime, prima che carnefici, della depressione, della rabbia, della voglia di vendetta nei confronti di un compagno.
Nessuno ha dimenticato dopo quasi vent' anni l'omicidio di Samuele Lorenzi, tre anni, ucciso nel letto di mamma in una villetta di Cogne con un'arma mai identificata e mai trovata che gli ha fracassato la testa. Annamaria Franzoni ha sempre negato di essere l'assassina ma la giustizia, che l'ha condannata a 16 anni di carcere, non le ha mai creduto. Dall'aprile dell'anno scorso è una donna libera, nel 2003 ha messo al mondo il terzo dei suoi figli.
Anche l'omicidio del piccolo Loris Stival, ritrovato in un canalone a pochi chilometri dalla scuola che frequentava, ha infiammato l'interesse popolare. Veronica Panarello, la mamma, aveva denunciato la sua scomparsa alcune ore prima. Un mese dopo viene arrestata per omicidio aggravato e occultamento di cadavere e condannata a 30 anni di galera.
Anche lo scenario fa paura. Christine Rainer ha ucciso il suo bambino a coltellate: stava facendo colazione con pane e marmellata. Poi ha tentato il suicidio gettandosi da una finestra del commissariato. Giovanna Leonetti ha soffocato con un cuscino Marianna, sedici mesi, perchè il suo pianto non la faceva riposare. Ora è il silenzio, la notte, che non la fa più dormire.
VERONICA STIVAL veronica panarello mamma di loris stivalLO SLIP TROVATO A SANTA CROCE DI CAMERINA E COMPATIBILE CON QUELLO DI LORIS STIVALla scientifica entra a casa di andrea loris stivalfranzoni