Roberta Scorranese per il "Corriere della Sera"
Avete presente Pamela Anderson in «Baywatch»? Dimenticatela. Perché la bagnina di cui vi parliamo oggi è, sì, molto bella, è, sì, molto intraprendente ma la pugliese Giulia Latorre è del tutto impermeabile ai marpioni da spiaggia per un motivo tanto semplice quanto chiaro: «Mi piacciono le donne».
Ventisei anni, bruna, corpo perfetto e piuttosto popolare sui social (quasi 16 mila follower su Instagram, 31 mila su Facebook), molti la conoscono semplicemente come Giulia e forse non tutti ricollegano quel cognome ad una delle vicende più spinose della nostra storia recente: lei è figlia di Massimiliano Latorre, uno dei due marò (l'altro è Salvatore Girone) arrestati dalla polizia indiana nel 2012 al largo della costa del Kerala nel cosiddetto «caso dell'Enrica Lexie».
E al lido di San Pietro in Bevagna, nel Tarantino - dove ha lavorato fino alla fine del luglio scorso -, anche in questo 2020 un po' incerto Giulia ha assistito impassibile sulla torretta al ripetersi occasionale e metodico del rituale agostano del corteggiamento della bagnina
Come se l'è cavata?
«Ma niente, ci ho riso sopra. Spesso gli approcci sono divertenti. Quando rispondo che amo le donne qualcuno ci resta di sasso, ma pazienza».
Lei però il coming out lo aveva fatto già nel 2016, quando in una lettera aperta pubblicata sulla pagina Facebook di «OmofobiaStop» aveva scritto - difendendo le unioni civili - «Noi omosessuali abbiamo il diritto di essere felici». Ma parlando con lei e guardando le sue foto sui social, viene da pensare che prima di ogni cosa Latorre sia una creatura di mare: foto in barca, foto sulla torretta di salvataggio, foto sulla riva al tramonto, foto in divisa ma più spesso in costume. Da due anni d'estate fa la bagnina ma l'aspirazione reale è un'altra.
«Ho fatto anche la mini-naja nella Marina, mi piacerebbe molto entrarvi, anche se quando penso ai lunghi periodi lontano da terra mi viene una leggera vertigine. Però in testa ho da sempre le Forze Armate: i Carabinieri, per esempio. Faccio concorsi, mi preparo, mi alleno».
Non teme una vita complicata in divisa, dopo il coming out?
«Niente affatto, le cose oggi stanno cambiando per fortuna, c'è molta più intelligenza rispetto agli anni addietro. Quando ho fatto la mini-naja ho avuto occasione di parlare con una psicologa che mi ha messo a mio agio. Io nel mio futuro mi vedo in una famiglia, non amo la solitudine. Sono fatta per la vita militare però la mia socievolezza mi porta a stare sempre con gli altri. Vedremo».
L'istinto «da poliziotta» l'ha aiutata anche nel lavoro in spiaggia. Per dire, nel luglio scorso quando si è fatta tre chilometri a piedi per cercare un bambino di sette anni che era sfuggito al controllo degli zii.
«Quando lo abbiamo trovato, dopo ore di angoscia, mi si è aperto il cuore - racconta -. In spiaggia capita di tutto: dal turista che si cambia il costume quasi senza il telo fino all'ansia dei parenti dei bambini che si allontanano».
Latorre pratica anche paracadutismo e sub, sembra nata per cimentarsi in sport estremi. Quello più estremo di tutti lo ha evitato o almeno per adesso: «Ho anche fatto il provino per il Grande Fratello - racconta - ma alla fine non sono stata presa. A Uomini e donne rinunciai anche per entrare in Marina».
Sembra sospesa tra due destini, quello dello spettacolo e quello della divisa.
«Se mi interessa la televisione? Mi piace l'idea di lavorarci, anche se non cerco pubblicità per me stessa. Io sono una che ama fare sport, scherzare, fare battute, sono una ragazza molto estroversa.
Nell'uniforme mi sento bene ma mi sento bene anche in mezzo agli altri, non è una contraddizione. Il cattivo rapporto con mio padre è purissima invenzione, ci sentiamo spesso e sia lui che mia madre hanno sempre appoggiato le mie scelte».
E il resto di questa estate?
«Cerco lavoro e vado al mare».
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