“MICHELE MISSERI? NON LO PERDONO. È SMENTITO DALLE SENTENZE” – PARLA CLAUDIO SCAZZI, FRATELLO DI SARAH, LA 15ENNE UCCISA AD AVETRANA NEL 2010 – TRA POCHI GIORNI LO “ZIO MICHELE”, CONDANNATO PER “SOPPRESSIONE DI CADAVERE”, USCIRÀ DAL CARCERE: “COSIMA E SABRINA (ZIA E CUGINA DI SARA, NDR) CHIEDERANNO PERDONO? E' UN PROBLEMA CHE NON MI PONGO. NON AVVERRA' MAI. MIA CUGINA FORSE NON CONFESSA L’OMICIDIO DI SARAH PER..."
Estratto dell’articolo di Alessio Ribaudo per il “Corriere della Sera”
MICHELE MISSERI ESCE DAL TRIBUNALE
«Quando incrocerò di nuovo il suo sguardo credo che proverò indifferenza. Per lui non nutro rancore ma non potrò mai perdonarlo perché se avesse chiamato i soccorsi quando ha trovato mia sorella Sarah nel suo garage forse non sarebbe volata in cielo quel maledetto 26 agosto del 2010».
Claudio Scazzi, fratello maggiore della 15enne uccisa ad Avetrana, oggi ha 38 anni e sa che, fra qualche settimana, suo zio Michele Misseri uscirà in anticipo dal carcere dopo aver espiato la pena per aver soppresso il cadavere della nipote gettandolo in un pozzo.
Claudio Scazzi pensa sia giusta la scarcerazione anticipata di suo zio Michele?
«È ciò che gli ha concesso la legge. Gli avvocati in questi anni ci avevano avvertito: prima o poi uscirà. Piano piano, ci siamo preparati mentalmente a questo giorno».
Lo ha mai più incontrato?
«Anni fa, dopo la custodia cautelare, era ritornato ad Avetrana in attesa del giudizio. Le nostre case distano una manciata di metri. I nostri sguardi si sono incrociati a distanza ma non ho provato nulla. Ero come anestetizzato. Una mia frase o un mio gesto non solo non mi avrebbero riportato Sarah ma avrebbero potuto influire sul processo».
Eppure suo zio sostiene di essere il vero omicida.
«È smentito dalle sentenze. Quando è stato portato nel garage dove è stata uccisa non ha convinto su come avrebbe agito. La sua mi pare una strategia: più un cercare di far capire a moglie e figlia quanto tenga a loro che ottenere un risultato processuale».
Cosima e Sabrina le chiederanno mai perdono?
«Non mi pongo il problema perché non avverrà mai. Mia cugina forse non confessa l’omicidio di Sarah anche per avere uno “scudo” quando uscirà dal carcere». […]
Qual è stato il momento più difficile per lei?
«I primi giorni. Ho dovuto prendere le redini della famiglia. I miei genitori erano piegati dal dolore ed erano assediati in casa: carabinieri, avvocati, amici, giornalisti. Una pressione insostenibile per loro. Così ho scelto di espormi solo io per farli respirare e sottrarli anche ai “riflettori”». […]
sarah scazziSARAH SCAZZI E SABRINA MISSERIsarah scazzi cosima misseri