statue delle divinita' pagane buttate nel tevere amazzonia 11 pachamama

NEANCHE L'INQUISIZIONE – BLITZ DEI CONSERVATORI IN VATICANO: SONO ENTRATI IN SANTA MARIA DELLA TRANSPONTINA E HANNO GETTATO CINQUE STATUETTE DI LEGNO DEDICATE AGLI IDOLI PAGANI DEGLI INDIOS SUL TEVERE - LE STATUE FACEVANO PARTE DELLA MOSTRA SUL SINODO DELL’AMAZZONIA VOLUTO DA BERGOGLIO, E RAPPRESENTAVANO LA DIVINITÀ PACHAMAMA, LA MADRE TERRA – VIDEO

 

 

 

 

Franca Giansoldati per “il Messaggero”

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Povera Pachamama gettata nel Tevere come un sacco di immondizia. Chi lo avrebbe detto. Adesso sta galleggiando tra le pantegane e la sporcizia del fiume. La potente divinità femminile che governa ogni forma di vita in Amazzonia, conosciuta in tutta la regione della foresta fluviale, in questi giorni ha scombussolato talmente tanto e nel profondo gli animi dei movimenti più conservatori della Chiesa, al punto da indurli ad agire di nascosto e rubare la statuetta di legno dalla chiesa di Via della Traspontina dove era stata collocata momentaneamente per tutta la durata del sinodo.

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IL BLITZ

LE STATUE DELLA DIVINITA' PAGANA PACHAMAMA A ROMA

Si trovava in una delle cappelline laterale, assieme ad altri souvenir amazzonici, una piroga, dei frutti, dei bastoncini, delle fotografie di indios. Il blitz misterioso è stato diviso in due parti, forse per non destare troppi sospetti. La sera tardi il furto vero e proprio e poi alle prime luci dell'alba il lancio nel Tevere da parte di due uomini dal volto ignoto. La hanno lanciata il più lontano possibile, facendo in modo che l'acqua portasse via in fretta quella divinità, allontanandola dal Vaticano.

 

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LE STATUE DELLA DIVINITA' PAGANA PACHAMAMA A ROMA

Più che uno sfregio è sembrato quasi un atto di timore panico. Il tempo di filmare con il telefonino l'impresa e postarla sui social per far capire che tutto si è compiuto facendo una grande attenzione ai dettagli. Il luogo scelto per l'operazione non è casuale, visto che a sovrastare la scena c'era la statua dell'arcangelo Gabriele sulla sommità di Castel Sant'Angelo. Gli autori hanno lavorato sui simboli. Da una parte il bene e dall'altra il male. A finire tra i flutti inquinati e pestilenziali del Tevere sono state ben cinque statuette.

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Feticci raffiguranti una donna india incinta, la Madre Terra, culto ancestrale amatissimo dalle popolazioni brasiliane, peruviane, equadoregne, colombiane, boliviane. Le cinque Pachamama sono state messe una accanto all'altra sulla balaustra ed è bastata una spinta. Dopo un volo di diversi metri sono state inghiottite dalle acque. Alcune sono riaffiorate qualche gorgo più in là per poi andarsene per sempre, velocissime, trasportate dalla corrente.

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La rivolta delle Pachamama è iniziata con l'avvio del Sinodo. In queste settimane che sono state esposte in chiesa, il partito dei puristi della tradizione, in perenne allarme per l'introduzione di possibili novità teologiche o liturgiche, ha reiteratamente gridato allo scandalo perché i feticci andavano a costituire un vulnus sconfinando nel politeismo.

 

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La rivolta ha preso il via alla vigilia dell'apertura del Sinodo quando nei giardini vaticani è stata tenuta dal Papa una celebrazione un po' pittoresca con vari rappresentanti indios, recitando il Padre Nostro, alla presenza, in un angolo, dei due feticci. Il giorno successivo alcuni vescovi sinodali hanno portato in processione queste statue. Da quel momento non c'è stata pace per la Madre Terra e la polemica è diventata globale.

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«UNA BRAVATA»

Il Vaticano ha cercato di minimizzare, sostenendo che quelle statuette non andavano ad offendere nessuno, ma è stato inutile. Il blitz compiuto per riparare l'offesa apportata ai simboli della fede cristiana ha avuto risonanza immediata. Ancora una volta il Vaticano ha sdrammatizzato. «Abbiamo appreso dai social network di questo gesto.

 

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Rubare qualcosa da un luogo, per di più sacro, è una bravata, un gesto privo di senso, che contraddice lo spirito di dialogo che dovrebbe sempre animare tutti: un furto che si commenta da solo». Chissà se adesso che le cinque Pachamama stanno galleggiando chissà dove nel Tevere non facciano un miracolo, magari facendo tornare bello limpido il fiume come un tempo, sconfiggendo persino gli eserciti di pantegane e le montagne di rifiuti nascosti nelle rive.

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