Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”
Troppo facile, fare il presidente della Repubblica! Così, al nuovo segretario generale destinato evidentemente a impegni molto più gravosi che stare al Quirinale, la Regione Sardegna ha deciso di dare uno stipendio di 285.600 euro. Cioè 46.600 più di quanto prende il capo dello Stato. Per capirci: 14 volte il Pil pro capite di ogni sardo. In tempi di Covid, serrande abbassate, sospiri sui ristori... Un caso limite? Sì, ma nel contesto d'una progressiva tendenza di varie Regioni a dotarsi di staff sempre più gonfiati a costi sempre più alti. Ricordate nel 2014 la denuncia dell'allora commissario alla spending review Carlo Cottarelli sullo squilibrio tra gli stipendi in vari Paesi dei dirigenti pubblici rispetto al reddito medio pro capite dei cittadini?
L'ultimo rapporto dell'Osservatorio Cpi della Cattolica, diretto dallo stesso Cottarelli (aggiornato al dicembre 2017), dice che mediamente i burocrati più alti in grado in Germania guadagnano 4,54 volte più di un cittadino tedesco medio. Nei paesi Ocse 4,98. In Francia 5,53. In Gran Bretagna 5,84. In Italia 8,63 volte. Più che da ogni altra parte, tra i Paesi occidentali. Bene, nel caso citato del segretario generale discusso in questi giorni nell'isola («Disegno di legge 107 concernente Norme urgenti per il rilancio delle attività di impulso, coordinamento ed attuazione degli interventi della Giunta regionale...») lo stacco diventa stratosferico.
Il Pil pro capite sardo (dati Eurostat) è infatti intorno ai 20.300 euro, come dicevamo 14 volte più basso. Ma se il confronto fosse sul reddito medio Irpef (15.548), apriti cielo: quel super-dirigente prenderà 18,3 volte più dei compaesani. Un divario offensivo. Tanto più in un contesto come quello sardo dove (destra e sinistra: chi è senza peccato...) il Pil pro capite dal 2000 in qua è crollato dall'86% al 70% della media Ue, scendendo al livello della regione bulgara Yugozapaden. E dove sono «a rischio povertà» ( truenumbers.it su dati Istat) 27 abitanti su 100. Inaccettabile, dicono le opposizioni furiose contro il nuovo super-staff: «È un poltronificio».
E sulla base della stessa relazione finanziaria ufficiale Massimo Zedda, sconfitto alle Regionali dal sardo-leghista Christian Solinas, denuncia un iter che potrebbe portare «dalle attuali 130 unità (22 del gabinetto del presidente e 108 nei gabinetti degli assessorati) a oltre 300» con i costi che «passerebbero dagli attuali 10 milioni di euro annui (presidenza e assessorati) a circa 28». Accuse respinte dalla destra, a partire dalla Lega: «La legge punta al rilancio delle attività d'impulso politico e coordinamento degli interventi in capo alla Giunta, anche attraverso la riorganizzazione delle strutture della presidenza e degli assessorati».
Come finirà? Sulla carta non c'è partita. Proprio ieri, però, è arrivata a compimento un'inchiesta su Solinas, un suo assessore e il capo di gabinetto accusati di abuso d'ufficio e tentata concussione per la nomina di altri due dirigenti.
E gli stessi leghisti padani potrebbero infastidirsi per certi confronti con altre regioni governate dal Carroccio: sarà pure vero che l'isola è a statuto speciale e le competenze sono di più ma ha senso che il massimo dirigente pubblico della Sardegna (1.630.474 abitanti col Pil già visto) sia pagato così tanto più degli omologhi del Veneto (189.618 euro) o della Lombardia (207.768) che rispettivamente hanno il triplo e il sestuplo degli abitanti per non dire del Pil imparagonabile? Mah... Quanto alla Liguria, le cifre sono diverse ma le polemiche non troppo. A partire dall'accusa lanciata dalle opposizioni piddina e grillina a Giovanni Toti d'avere esageratamente gonfiato il suo staff. Portandolo con una delibera di giunta, denuncia il pd Luca Garibaldi, «da 8 a 22 componenti».
Il triplo. «Arrivando a spendere 1.356.181 euro all'anno. Cioè 863.000 più di prima». Il tutto «dopo aver fatto dimettere cinque assessori per far entrare cinque nuovi consiglieri col conseguente aumento di spese pubbliche». Accuse parallele a quelle di Ferruccio Sansa che tre mesi fa sfidò (perdendo) il governatore: «I soldi non ci sono per la sicurezza dei torrenti, i parchi naturali, le mascherine o altre emergenze... Ma per cose così non mancano mai».
Nessuno però, in fatto di megastaff regionali, può avvicinarsi alla Regione Calabria. Basti dire che non solo ciascuno dei trenta consiglieri ha diritto a un collaboratore esperto pagato 33.474 euro l'anno o due (chi spartisce gioisce, dice l'adagio) pagati la metà cioè 16.737, ma chi ha un qualsiasi ruolo istituzionale, la grande maggioranza, ha diritto ad abbondare. Esempio estremo?
Il presidente del Consiglio regionale può avere: un capo di gabinetto esterno a 167.521 euro l'anno, un vicecapo di gabinetto interno (88.716 euro in più sullo stipendio precedente), un portavoce titolare (55.452) più un portavoce aggiunto (24.945) o due portavoce aggiunti pagati la metà, più un segretario particolare pagato 40.771 o due pagati la metà, più un collaboratore esperto a paga piena o due pagati la metà, più un responsabile amministrativo a paga piena o due pagati la metà, più un autista a paga piena o due autisti pagati la metà.
Più cinque dipendenti del consiglio o della Giunta (non sdoppiabili) con un supplemento medio allo stipendio di 10mila euro. Totale massimo: 18. Il governatore regionale può arrivare invece (con gli sdoppiamenti) a un massimo di 12, ogni assessore a un massimo di 8 e così via. Poi ci sono i gruppi parlamentari. Poi tutti gli altri di «strutture ausiliarie»...
Insomma, «si fa presto ad arrivare a 303», assicura (niente nomi, ovvio) chi ha in mano le carte. Colpa della presidente Jole Santelli, morta dopo pochi mesi di governo? Ma per carità: colpa di un andazzo che va avanti, destra e sinistra, da anni. E che coinvolge per i soli gruppi consiliari moltissime altre persone tenute al guinzaglio (per non dire ricattate) con una miriade di contratti co.co.co. che quando si avvicinano nuove elezioni, come adesso, si gonfiano e gonfiano e gonfiano... Da luglio in qua 223 contratti e contrattini da 907, 875, 600 euro... Tozzi di pane gettati agli affamati: ricordati, quando si vota...
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