"TONINO LAMBORGHINI SAPEVA DI ESSERE IL PADRE DI FLAVIA BORZONE. PERCHÉ NON SI SOTTOPONE AL TEST DEL DNA?" - PARLA LA ZIA DI FLAVIA BORZONE, LA 36ENNE CHE SOSTIENE DI ESSERE LA FIGLIA ILLEGITTIMA DEL PATRON DELLA CASA AUTOMOBILISTICA: "ALLA NASCITA DELLA PICCOLA HA REGALATO ALLA MADRE UNO SMERALDO. QUELL’ANELLO NON ERA CERTO UNO DI QUELLI CHE SI DANNO PER CASO" - "HO VISTO ROSALBA, FLAVIA E TONINO LAMBORGHINI ASSIEME IN DUE OCCASIONI..."
Estratto dell'articolo di Giovanni Santaniello per www.corriere.it
Rosalba e Pompea Colosimo, mamma e zia di Flavia Borzone
«Ora, evidentemente, ha cambiato idea. Ma, in realtà, Tonino Lamborghini è stato sempre cosciente di essere il padre di Flavia, la figlia di mia sorella Rosalba. Prima di tutto perché, all’epoca, non ha mai voluto sentir parlare di aborto. E poi perché, alla nascita della piccola, mica avrebbe regalato alla madre uno smeraldo? Quell’anello non era certo uno di quelli che si danno per caso, mi creda. […]».
Sono le parole di Pompea, la sorella maggiore di Rosalba Colosimo e la zia di Flavia Borzone, la 36enne che pretende in tribunale di essere riconosciuta come figlia del patron della casa automobilistica. E sono le parole che Pompea ha fatto mettere a verbale dall’avvocato Gianmaria Romanello in occasione dell’ultima udienza. Ora sono nelle mani del giudice che, a Bologna, è chiamato a fare chiarezza su questo presunto caso di paternità disconosciuta.
[…] Pompea, […] al Corriere confida di aver visto Lamborghini in due occasioni: «La prima volta, subito dopo la nascita di Flavia. Quando accompagnai mia sorella a Milano: aveva un’audizione alla Scala e io le volevo dare una mano con la bambina piccola. Al ritorno, ci fermammo a Bologna. E qui, in stazione, venne a prenderci proprio lui: Tonino Lamborghini. Ricordo che ci ospitò nel suo appartamento, in pieno centro. E che si dimostrò felicissimo di vedere Rosalba e la piccola Flavia. Tant’è che subito si diede da fare per aiutarci, come avrebbe fatto qualsiasi altro uomo mosso da affetto e dal senso di paternità. […]».
[…]«Diciamo che erano molto discreti. E che io rispettavo questo loro modo di essere. Del resto, entrambi avevano altre relazioni. E io non volevo interferire. Certo, però: ricordo ancora che a Bologna, a un certo punto, presi in cura io la piccola Flavia. E loro ebbero un momento di privacy. […]».
La seconda volta in cui Pompea ebbe modo di vedere Rosalba, Flavia e Tonino Lamborghini assieme, fu, invece, proprio a casa sua, a Forlì. «[…]n quell’occasione ricordo che si mise a scattare delle foto alla piccola in giardino. E poi ricordo una discussione: si parlava del futuro di Rosalba e Flavia. E Tonino insisteva affinché lasciassero Napoli per trasferirsi a Brisighella, un comune che sta a metà strada tra Forlì e Bologna. In questo modo, non sarebbero state tanto lontane. E si sarebbero avvicinate sia a me che a lui…».
[…] «Lui accusa Flavia di essere a caccia di agiatezza e notorietà. Intanto, anche fisicamente, Flavia somiglia molto ad Elettra. E poi: invece di spargere veleno e aggrapparsi agli specchi, se è vero che ha la coscienza tranquilla, perché non si sottopone di sua spontanea volontà al test del dna? Così questa storia finisce subito, con la massima chiarezza. Perché non lo fa?».
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