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Quel che ha contribuito a rovinare l’ex cardinale Angelo Becciu è stato il suo controverso rapporto con il finanziere molisano Gianluigi Torzi, già arrestato in Vaticano - e poi rilasciato dopo dieci giorni - per lo scandalo dell’immobile di Sloane Avenue, acquistato dalla Segreteria di Stato nel novembre 2018.
Torzi si muoveva attraverso la società lussemburghese “Gutt Sa”, nonostante nel giro che conta fosse considerato “ad alto rischio” oltre a essere nelle liste mondiali di bad press. Il finanziere era in rapporti di affari con Giancarlo Innocenzi, dirigente Mediaset ed ex sottosegretario di Stato alle Comunicazioni nel governo Berlusconi II.
ANGELO BECCIU E PAPA BERGOGLIO
Innocenzi ha portato in dote a Torzi alcuni politici, ingaggiati con il ruolo di consulente, per dare una smacchiata alla sua barcollante reputazione. Tra le persone contattate, ad esempio, c’erano sia Tremonti che Frattini (quest’ultimo però ha rapidamente preso le distanze).
L’ex cardinale Becciu, forse abbagliato dal prestigio dei consulenti messi in mostra e sventolati come bandierine (“Eminenza, presto glieli faremo conoscere”), s’è agganciato al tandem Torzi-Mincione (entrambi indagati per accuse che vanno dal riciclaggio al peculato fino all’estorsione e alla truffa).
I due sono riusciti a estrarre denari dal Vaticano come neanche due cercatori d’oro nel Klondike: ad esempio, sono riusciti a fare incassare all’avvocato Nicola Squillace 200 mila euro per un generico incarico di consulenza legale.
Il contraltare della cricca, feroce nemico di Becciu, è il cardinale Oscar Maradiaga, kingmaker del Conclave che ha portato all’elezione di Bergoglio che suggerì al Papa di nominare George Pell a prefetto della Segreteria per l'economia.
Proprio la caduta di Pell, azzoppato da accuse di pedofilia teleguidate da una parte della Curia filo Becciu, ha spalancato le porte del potere al porporato sardo che ha scalato le gerarchie vaticane fino a diventare uomo degli uomini più vicini al Papa.
Un punto di riferimento necessario per Bergoglio, dopo le numerose delusioni nelle scelte dei suoi collaboratori. E’ stata proprio l’enorme fiducia tradita a scatenare la furibonda reazione del Pontefice che si è fatto giustizia spingendo Becciu alla rinuncia all'incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e privandolo dei diritti e delle prerogative del cardinalato. Cosa mai successa prima in Vaticano.
Ma ora lo scenario si è ribaltato: il sardo è nella polvere, l’australiano oggi è tornato a Roma, atteso a Santa Marta dal Papa. Chissà se Pell ha voglia di rivelare le informazioni che erano in suo possesso quando era prefetto per l’economia sugli investimenti fatti dalla Segreteria di stato…
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