Estratto dell'articolo di Marco Bruna per www.corriere.it
«Freak Offs» era il nome che Combs aveva dato alle «performance» durante le quali, secondo gli atti dell'accusa, avrebbe drogato e costretto le vittime a compiere atti sessuali prolungati con altri uomini, a partire dal 2009.
Queste «esibizioni» si tenevano in hotel e in altri luoghi dove circolava «molta droga» e potevano durare per giorni.
A chi era costretto a partecipare alle orge, spiega il New York Times, «in genere veniva iniettato un liquido per via endovenosa per riprendersi dallo sforzo fisico e dall'uso di droghe».
«Combs guardava questi eventi, a volte mentre si masturbava, e registrava video»: secondo l'accusa «li utilizzava per garantirsi il silenzio delle vittime, ricattandole».
In questo momento, nella stessa unità di un carcere di Brooklyn, New York, l'ex rapper e produttore Sean «Diddy» Combs, che il mondo conosce come Puff Daddy, condivide le sue giornate con Sam Bankman-Fried, il re delle criptovalute condannato a 25 anni di reclusione per truffa. Entrambi si trovano nella stanza-dormitorio del Metropolitan Detention Center, insieme con altri detenuti.
Diddy, 54 anni, è stato arrestato il 16 settembre in una stanza del Park Hyatt Hotel a Manhattan con accuse pesantissime: è stato descritto come un predatore sessuale violento, che stordiva le sue vittime con alcol e droghe prima di abusarne, ottenendo il loro silenzio grazie al suo status di star. È accusato anche di traffico sessuale. Rischia almeno 15 anni di detenzione, addirittura l'ergastolo, se condannato. Ad oggi ci sono 14 pagine piene di accuse, probabilmente destinate a crescere, in mano ai magistrati.
Thalia Graves è l'undicesima donna che lo accusa
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Il giudice ha negato a Diddy il rilascio su cauzione, perché c'è il rischio che inquini le prove o cerchi di manipolare i testimoni. È considerato un «rischio per la comunità». I procuratori federali parlano di «una condotta che è andata avanti per decenni». Sean Combs si è dichiarato innocente. Qualcuno dice che in carcere non mangia più perché teme di essere avvelenato.
Secondo i media americani, intanto, lo streaming della musica di Diddy sulle piattaforme digitali è aumentato di oltre il 18% nella settimana successiva all'arresto.
[…] Harvey Weinstein, Bill Cosby, R. Kelly, Kevin Spacey, Cuba Gooding Jr., Danny Masterson. Da quando il movimento #MeToo si è imposto negli Stati Uniti, la lista di celebrità accusate di abusi sessuali si è allungata. Solo alcuni sono stati condannati. Adesso è il momento di Sean Combs.
Diddy e i suoi collaboratori, secondo le accuse, avrebbero anche rapito persone, le avrebbero costrette al «lavoro forzato», ne avrebbero corrotto altre, avrebbero provocato incendi dolosi, oltre ad andare in giro con armi da fuoco pronte a essere usate.
C'è stato un tempo in cui partecipare a una festa di Puff Diddy era uno status symbol. Oggi nessuno vuole essere associato al suo nome. Alcuni negano o non si fanno trovare.
«Freak Offs» era il nome che Combs aveva dato alle «performance» durante le quali, secondo gli atti dell'accusa, avrebbe drogato e costretto le vittime a compiere atti sessuali prolungati con altri uomini, a partire dal 2009.
Queste «esibizioni» si tenevano in hotel e in altri luoghi dove circolava «molta droga» e potevano durare per giorni.
A chi era costretto a partecipare alle orge, spiega il New York Times, «in genere veniva iniettato un liquido per via endovenosa per riprendersi dallo sforzo fisico e dall'uso di droghe».
«Combs guardava questi eventi, a volte mentre si masturbava, e registrava video»: secondo l'accusa «li utilizzava per garantirsi il silenzio delle vittime, ricattandole».
Dal 1998 fino al 2009, nel picco della popolarità, ha tenuto poi i cosiddetti White Parties nella comunità esclusiva per supericchi degli Hamptons, a New York, come riporta la Cnn.
Il suo sogno era di integrare il suo stile di vita hip-hop con l'élite della East Coast e «mettere tutti sullo stesso livello, vestendo dello stesso colore per annullare le differenze», disse Combs a Oprah Winfrey in un'intervista del 2006. «Avevo a disposizione il mix più folle: alcuni dei miei ragazzi di Harlem e Leonardo DiCaprio, sulla cresta dell'onda dopo Titanic. C'erano persone appartenenti all'alta società e parenti che venivano dal Sud. Duecento persone che facevano solo una grigliata casalinga».
L'imprenditrice e socialite Paris Hilton ha detto che a quelle feste «c'erano tutti». Sui social sono rispuntati video che raffigurano Justin Bieber, all'epoca adolescente, mentre si trova a casa di Diddy. «Appena avrai compiuto 16 anni ti farò guidare questa Ferrari, quando ne avrai 18 ti darò la villa», dice Combs a Bieber in un video, aggiungendo: «Quello che faremo non dovrà mai uscire. È il sogno di ogni 15enne».
Nella casa di Miami di Diddy sono passati Will Smith, Diana Ross, Owen Wilson.
Le feste si tenevano anche a Los Angeles e Saint-Tropez, in Francia. Alle volte diventavano un'occasione per fare raccolta fondi a sostegno di cause appoggiate dal rapper. Un modo per ribadire la sua influenza nella società.
«I party diventavano sempre più grandi man mano che gli sponsor aziendali si univano. Combs li sfruttava per lanciare linee di profumi, vodka e persino iniziative filantropiche», ha scritto il magazine GQ nel 2016. L'ultimo White Party si è tenuto nel 2009.
L'account X della cantante Pink
La cantante Pink avrebbe addirittura cancellato il suo account X per nascondere i dettagli del suo rapporto con Diddy. «Non so perché sono diventata una notizia questa settimana, ma ho svuotato il mio account di Twitter il 6 febbraio!», ha scritto su Instagram Pink nei giorni scorsi. «Le voci che si sono diffuse non sono assolutamente vere», ha continuato. «Anche se ho incontrato di sfuggita alcune persone, non ho legami con nessuno di loro»
L'aggressione a Cassie Ventura
Lo scorso maggio Puff Daddy è finito al centro dello scandalo dopo un video in cui maltrattava l'ex fidanzata Cassie Ventura. La Cnn aveva mostrato le immagini riprese da una telecamera di sorveglianza dell’InterContinental Hotel di Los Angeles, risalenti al 5 marzo 2016: il rapper prende ripetutamente a calci e pugni l’ex compagna. Non era più possibile negare l'accaduto, come aveva fatto a lungo Combs. Così ammise: «Sono disgustato da me stesso».
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