QUALCUNO STA COPRENDO LA FUGA DI FILIPPO TURETTA E GIULIA CECCHETTIN, I DUE EX FIDANZATI VENETI SCOMPARSI DA SABATO? LA MACCHINA E’ STATA AVVISTATA IN ALTO ADIGE, DIRETTA VERSO L’AUSTRIA - LA PISTA DEI SOLDI (NON RISULTA CHE ABBIANO EFFETTUATO TRANSAZIONI DI ALCUN TIPO: COME PAGANO LA BENZINA?) – LA SORELLA DI LEI MENA DURO SU FILIPPO: “GELOSO E POSSESSIVO, LA ASSILLAVA AL TELEFONO” – LA ZIA: “LUI NON ERA CONTENTO CHE GIULIA SI LAUREASSE PERCHE' TEMEVA CHE SI POTESSE ALLONTANARE DA LUI. IMPONEVA LA SUA PRESENZA, STRESSANDOLA” – L'ANALISI SU ALCUNE MACCHIE DI SANGUE…
Estratto da open.online
La Fiat Grande Punto targata FA 015 YE su cui si trovavano Giulia Cecchettin e Filippo Turetta potrebbe essere all’estero. Più precisamente in Austria. L’ultimo avvistamento accertato risale a ieri mattina alle 9.30 a San Candido in Alto Adige. Proprio in direzione del confine con Vienna.
Gli investigatori hanno diramato un alert alle polizie estere. Mentre i passaggi finora confermati parlano di un tragitto durato quattro giorni in tre regioni: Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Cecchettin aveva con sé un pc portatile il giorno dell’appuntamento con Turetta. Mentre un altro computer è stato consegnato dalla famiglia ai carabinieri. I carabinieri stanno cercando le tracce del laptop: se è stato acceso ha sicuramente cercato di agganciarsi a una rete Wi-Fi.
La pista dei soldi
Poi c’è la pista dei soldi. Le carte di credito e i bancomat in uso ai due ragazzi sono sotto controllo. Ma non risulta che abbiano effettuato transazioni di alcun tipo. «Probabilmente Filippo sta usando i contanti per non farsi tracciare», dice al Quotidiano Nazionale la zia Elisa Camerotto. L’avvistamento delle 9.07 di domenica scorsa era nei pressi della località Ospitale, in direzione Cortina d’Ampezzo. Secondo Chi l’ha visto? invece l’ultima segnalazione della targa sarebbe a Sacile nel Friulano. La segnalazione che riguarda San Candido e l’Austria è successiva e a tre giorni di distanza. Questo farebbe pensare che l’auto è ancora in movimento. Il viaggio dei due comincia sabato pomeriggio, quando Turetta va a prendere Cecchettin a casa sua alle ore 18 per andare in un centro commerciale di Marghera. Alle 20 sono a un McDonald’s. Alle 22.43 Giulia manda un messaggio alla sorella Elena senza parlare di particolari allarmi.
(...) Tre giorni di silenzio e nessuna segnalazione. Per questo ora sul tavolo degli inquirenti c’è anche un’altra ipotesi. Ovvero che qualcuno abbia aiutato nella fuga.
L’ipotesi appare suffragata anche dal dettaglio dei movimenti di soldi nulli. È vero che due ragazzi possono usare i contanti per mangiare ma quanti ne avrebbe dovuto avere con sé Filippo? E poi: la benzina? Il letto per dormire? O sono rimasti in auto? L’idea degli inquirenti, scrive oggi Il Messaggero, è che qualcuno stia coprendo la fuga dei due.
Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, ha detto a Chi l’ha visto? che lei non aveva paura di Filippo: «Non penso che fosse spaventata da quel punto di vista magari era più che altro stanca, scocciata di continuare a vivere da questa situazione dalla quale era uscita, senza uscirne veramente». Elena ha ribadito che Filippo non le piaceva: «Era una persona possessiva, aveva alcuni atteggiamenti che non mi piacevano: le stava molto addosso, la controllava».
Il movente
Anche se i due continuavano a vedersi: «Erano incontri sempre più dilatati. Incontri in amicizia, anche se non tanto in amicizia, perché ogni volta lui cercava di rinnovare questa sua proposta di ritornare insieme, Secondo me faceva pressione su questa sua tristezza per manipolarla». Un possibile movente l’ha segnalato Elisa Camerotto, la zia di Giulia: «Filippo non era contento che Giulia si laureasse domani perché temeva che si potesse allontanare da lui». In un’intervista rilasciata a Repubblica Elena è stata ancora più esplicita: «Lei non era del tutto libera. Lui magari si presentava quando lei non voleva, imponeva la sua presenza, stressandola, e creava pressione: “Vediamoci perché sennò sto male”. Questo succedeva anche durante il rapporto. Per questo lei lo ha mollato».
Geloso e possessivo
Secondo la sorella Filippo utilizzava i ricatti emotivi: «Le diceva che era depresso, alludeva al fatto che potesse farsi del male, le diceva: sono triste, la mia vita fa schifo senza di te. Questo le metteva pressione». Ed era geloso e possessivo: «Avevano un gruppo di amici in comune: se lei usciva da sola con le ragazze del gruppo, a lui non stava bene. Se dava una mano in casa perché mia mamma, che era malata, aveva bisogno, lui diceva: ma dobbiamo vederci. La voleva sette giorni su sette, 24 ore su 24». Infine, il racconto di un viaggio a Milano di Elena e Giulia: «In treno lui la assillava al telefono, io non riuscivo a parlare con mia sorella. Le ho “sequestrato” il cellulare e l’ho messo in borsa. Filippo ha scritto a me perché avrei dovuto dire a Giulia di rispondergli. Gli ho detto: lasciala tranquilla. E lui: “Non è giusto, me l’ha promesso”. Alla fine ho smesso di rispondere anch’io».
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Le macchie di sangue
Forse le controllava anche il telefono: «Non so in che modo, ma di sicuro la controllava da quel punto di vista». Ancora si attendono i risultati del Dna sulle macchie di sangue a Fossò. Ieri i carabinieri hanno anche scandagliato dall’alto i corsi d’acqua del Veneziano e del Trevigiano. Così come le strade su cui potrebbero aver viaggiato in almeno cinque province. Due auto, simili a quella ricercata, sono state controllate in modo accurato. Ma finora senza esito.
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