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ALBINO RUBERTI MULTATO
Barbecue amaro per Albino Ruberti, il capo di gabinetto di Zingaretti in Regione. Si è allontanato da casa per andare a pranzo fuori il Primo maggio al Pigneto a Roma. Neanche il tempo di digerire, però, che subito è arrivata la sanzione di 400 euro per aver violato le norme di contenimento del coronavirus. Ruberti è stato fermato da una pattuglia di poliziotti lontano dal proprio domicilio. Lo riporta il Messaggero oggi in edicola in un pezzo a firma di Marco Carta.
Come si legge sul Messaggero, all'arrivo degli agenti Ruberti si è autodenunciato e avrebbe dichiarato: «Stavo partecipando a un pranzo di lavoro in un'abitazione privata. Chiaramente lunedì pagherò la multa». La sanzione per aver violato le norme di contenimento del coronavirus è di 400 euro. Ad allertare la polizia sarebbe stata la segnalazione di un cittadino che avrebbe notato sul balcone del vicino un viavai di persone sconosciute. Tra queste anche Albino Ruberti, che festeggiava il Primo maggio nonostante il decreto-legge di fine marzo, che consente gli spostamenti da casa solo per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità.
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Pranzo fuori casa durante il lockdown, multato il capo di gabinetto di Zingaretti
Edoardo Izzo per www.lastampa.it
Un pranzo «vietato» in tempi di lockdown terminato con uno dei trasgressori che, scoperto dalla polizia, pronuncia la più celebre delle frasi: «Lei non sa chi sono io». Protagonista della vicenda è Albino Ruberti, capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che il primo maggio è stato sorpreso in un appartamento a via Macerata, in zona Pigneto, periferia di Roma, da una pattuglia di poliziotti lontano dal proprio domicilio. Insieme a Ruberti c'era anche Sara Battisti, consigliera regionale del Pd. Entrambi ospiti di Andrea Pacella, consigliere politico della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. L'episodio è raccontato da Il Fatto Quotidiano.
A chiamare il 112 un cittadino che ha raccontato di aver notato alcuni sconosciuti sul balcone del vicino intenti a festeggiare la ricorrenza. Questo nonostante il decreto-legge dello scorso 25 marzo che consentiva gli spostamenti da casa solo per esigenze lavorative o situazioni di necessità. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato Porta Maggiore. All’arrivo delle forze dell'ordine, Ruberti si è subito autodenunciato, senza opporre resistenza, ma una serie di malintesi ha fatto surriscaldare gli animi, che si sono rasserenati solo dopo l’arrivo di altre pattuglie. Secondo gli agenti di polizia, Ruberti avrebbe detto loro: «Non sapete chi sono io... Le norme le scrivo io...».
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Un atteggiamento arrogante che il politico nega di aver avuto. «Non sono parole che mi appartengono. Volevo solo spiegare che era un incontro di lavoro e quale era il mio ruolo». «Sono stato giustamente multato perché non mi trovavo al mio domicilio – ha aggiunto il politico – stavo partecipando a un pranzo di lavoro in una abitazione privata. Negli ultimi 60 giorni ho praticamente vissuto alla Regione e, considerata la festa nazionale, ho preferito fare questo incontro a pranzo per poi tornare a casa dai miei familiari. Chiaramente pagherò la multa».