QUEGLI STRACCIACULI DEGLI HOUTHI ALZANO IL TIRO – I MILIZIANI YEMENITI FINANZIATI DALL’IRAN HANNO RIVENDICATO UN ATTACCO ALLA BASE MILITARE DI GIAFFA, NEL CUORE DI ISRAELE: UN MISSILE IPERSONICO HA PERCORSO OLTRE 2 MILA CHILOMETRI DI DISTANZA, PRIMA DI ESSERE INTERCETTATO DALLA CONTRAEREA – QUALCOSA NON HA FUNZIONATO NEL SISTEMA DIFENSIVO ISRAELIANO. GLI HOUTHI FESTEGGIANO: “ABBIAMO COSTRETTO DUE MILIONI DI SIONISTI A CORRERE NEI BUNKER…”

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Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “la Stampa”

 

missile degli houthi cade in israele missile degli houthi cade in israele

Un brusco risveglio, al suono delle sirene di allarme alle 6.32 del mattino di ieri, ha buttato giù dal letto i residenti di una vasta zona del centro di Israele compresa tra Tel Aviv, l'aeroporto Ben Gurion e la città di Modiin. Appena undici minuti prima, alle 6.21, dallo Yemen settentrionale, a oltre 2 mila chilometri di distanza, era partito un missile terra-terra, puntato sul territorio israeliano.

 

Nella foresta di Ben Shemen, vicino al moshav Kfar Daniel, a pochi chilometri dalle piste dell'aeroporto, si sviluppa un incendio. A provocarlo sono schegge del proiettile colpito dal sistema di difesa missilistica Arrow. Altri frammenti causano vetri rotti e lievi danni alla piattaforma numero 4 della stazione alla periferia di Modiin.

 

RIBELLI HOUTHI RIBELLI HOUTHI

[…] Il bilancio del Magen David Adom (il servizio di emergenza medica), alla fine, è di nove persone leggermente ferite, proprio mentre correvano verso i bunker. I danni sul campo sono contenuti. Ma, almeno inizialmente, è l'incertezza a regnare sulla dinamica dell'attacco degli Houthi. Che ne approfittano per diffondere messaggi di esultanza.

 

 «L'operazione – scrivono le forze armate yemenite su Telegram – è stata condotta con un nuovo missile balistico ipersonico che è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, e i sistemi di difesa del nemico non sono riusciti a intercettarlo e a contrastarlo». Il portavoce militare del gruppo alleato con l'Iran, Yahya Saree, sbeffeggia la difesa israeliana vantandosi della «paura e panico» che hanno «costretto più di due milioni di sionisti» a correre nei rifugi.

 

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[…]

 

Al termine dell'indagine condotta dall'aeronautica militare, l'esercito conclude che il missile – balistico ma non ipersonico, quindi già noto al sistema di difesa – era stato effettivamente identificato al momento del lancio dallo Yemen e che il sistema di difesa a lungo raggio Arrow è stato attivato. Tuttavia, sebbene diversi intercettori siano stati lanciati contro la minaccia nel tentativo di abbatterla, solo un missile avrebbe colpito quello nemico, senza distruggerlo completamente.

 

Il proiettile, disintegrandosi in aria, ha quindi provocato la cascata di frammenti e schegge. Alcuni analisti, sollevando interrogativi su potenziali falle nei sistemi di sicurezza, sottolineano che, nonostante i sistemi avanzati, è stato solo quando il missile si è trovato sopra lo spazio aereo israeliano che è stato colpito.

 

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Il Jerusalem Post ricostruisce la catena degli eventi che conducono al lancio e alle fasi di crociera: da quando il missile viene trasportato su camion dal suo sito di stoccaggio a quello di lancio, dove viene assemblato; fino a quando viene eretto sulla piattaforma e si trova in un'area aperta visibile ai satelliti di ricognizione israeliani e americani». La conclusione: «Esistono stadi di rilevamento per un missile del genere che sembrano aver funzionato male».

 

Restano anche altri dubbi. Se si sia trattato, da parte degli Houthi, di un'escalation, di un test o di un colpo di avvertimento. Un funzionario, Nasr al-Din Amer, ha detto – riportato dalla tv israeliana Kan – che «in passato erano i droni (il riferimento è all'episodio di luglio quando il drone Samad-3 di fabbricazione iraniana e modificato dagli Houthi raggiunse Tel Aviv uccidendo il 50enne Yevgeny Ferder, ndr) e ora i missili, e tutti sono arrivati senza intercettazione. Il futuro riserva molte sorprese». [...]

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