Non solo Hollywood. Anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha il suo #metoo. Il responsabile italiano di un progetto Unido, l’organismo Onu che promuove lo sviluppo industriale, è stato sospeso dal suo incarico dopo la segnalazione di una ragazza ventottenne, anche lei italiana, che lo accusa di abusi sessuali e stalking.
L’uomo, 37 anni, nato e cresciuto in Italia e con una lunga carriera internazionale alle spalle nel settore dell’imprenditoria sociale, ha lavorato in passato per varie agenzie delle Nazioni Unite. Una vita spesa fra l’Europa, New York e i Paesi del Terzo Mondo.
I fatti - per i quali è stata aperta un’istruttoria interna all’Unido che al momento non risulta essere conclusa - risalirebbero a qualche mese fa, per la precisione all’estate del 2018, e sarebbero avvenuti in luoghi diversi (in Germania, in Italia e in Austria) nei quali il funzionario e la ragazza che lo accusa si sarebbero ritrovati assieme per motivi di lavoro.
Ad attivare la proceduta interna raccontando di continue richieste sessuali e atti persecutori, è stata quella ragazza ma una seconda collaboratrice dell’organismo Onu (non è nota la sua nazionalità) avrebbe raccontato ai suoi superiori di episodi simili subiti anche da lei (non è chiaro se sia stata avviata o no una seconda istruttoria).
In entrambi i casi lui avrebbe abusato del suo ruolo di coordinatore del progetto per il quale le due ragazze lavoravano. L’uomo nega tutto. Con le poche persone che hanno saputo delle accuse contro di lui si dice ingiustamente diffamato, «accuse assolutamente false, solo fango», dice, e giura di non aver mai commesso nessuno dei fatti per i quali è stato chiamato in causa.
Questa storia è in sostanza ancora tutta da scrivere ma nel frattempo, in attesa di chiarire la sua posizione e aspettando la chiusura dell’istruttoria interna, l’uomo è stato allontanato dal suo incarico in via cautelativa. Misura preventiva che l’organismo Onu ha preso per evitare che scoppiasse lo scandalo o, peggio ancora, per finire esso stesso sotto accusa.
Mentre lui è stato allontanato - nessuno sa dire se sospeso e trasferito altrove oppure esentato da ogni tipo di incarico - lei continua a lavorare per l’Unido in una delle sue sedi europee, dove la storia delle molestie di quel capo progetto è finora rimasta sotto traccia.
Nel suo caso gli abusi si sarebbero protratti nel tempo ed è anche grazie all’eco internazionale di #metoo, la campagna antimolestie partita dal caso americano del potente produttore hollywoodiano Weinstein, la ragazza avrebbe trovato il coraggio di uscire allo scoperto senza temere di avere ripercussioni sulla sua carriera.
Da quando ha segnalato il caso ai suoi superiori aprendo un fascicolo di verifica interna, sono passati mesi e ancora non è stato scritto (men che meno reso pubblico) nessun atto formale che riveli com’è finita l’inchiesta o almeno quali passi avanti abbia fatto e in che direzione.