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UN RAZZO AL CULO – DUE MORTI E SEI FERITI NELL’INCENDIO IN UNA BASE DI SOTTOMARINI NUCLEARI A SEVERODVINSK, IN RUSSIA: LE FIAMME SONO DIVAMPATE DOPO L'ESPLOSIONE DI UN RAZZO DURANTE UN TEST MILITARE - IL MINISTERO DELLA DIFESA ASSICURA CHE L’INCENDIO NON AVREBBE CAUSATO DISPERSIONE DI SOSTANZE PERICOLOSE E CHE I LIVELLI DI RADIAZIONI SONO RIMASTI NORMALI: “NON CI SONO FUGHE PERICOLOSE NELL'ATMOSFERA”

Da "www.corriere.it"

 

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L’esplosione del motore di un razzo durante un test nella base militari di sottomarini nucleari di Severodvinsk, nella regione di Arkhangelsk, nell’Estremo nord russo, ha causato un incendio che ha provocato due morti e sei feriti.

 

Il ministro della Difesa ha raccontato che i sei feriti, ingegneri civili e militari, sono stati portati in ospedale. Il governatore della regione, Igor Orlov, ha riferito all’agenzia russa Tass che i servizi d’emergenza sono stati inviati nella cittadina di Nionoksi dove si trova la base.

 

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La portavoce delle autorità cittadine, Kseniya Yudina, ha parlato di «un temporaneo aumento del livello di radiazione rispetto alla base naturale registrato intorno a mezzogiorno». Il ministero della Difesa, invece, ha affermato che i livelli sono rimasti normali e che non ci sono fughe pericolose nell'atmosfera. Il governatore della regione di Arkhangelsk, Igor Orlov, ha aggiunto che non è necessaria alcuna evacuazione dei civili dell’area.

 

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Le fiamme, seguite da un’esplosione, sarebbero avvenute durante operazioni a bordo di una nave, scrive Tass citando una fonte anonima. I sottomarini nucleari utilizzano motori alimentati da reattori nucleari a fissione per la propulsione. Ma l’incendio non avrebbe causato dispersione di sostanze pericolose, secondo le autorità russe.

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L’esplosione arriva pochi giorni dopo un enorme incendio che era scoppiato in un deposito di munizioni militari vicino ad Achinsk, nella Siberia orientale, che a sua volta aveva scatenato diverse esplosioni proseguite per circa 16 ore: lunedì era morta così una persone, 13 erano rimaste ferite e 16.500 persone erano state costrette a lasciare le proprie case.

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