Estratto dell’articolo di Berardo Lupacchini e Cristiana Mangani per “Il Messaggero”
È tornato davanti ai magistrati Renato Curcio, l’ideologo delle Brigate Rosse, da anni fuori dal carcere e nella nuova vita da editore della cooperativa editoriale e sociale "Sensibili alle foglie". È stato interrogato da due procure, Roma e Torino, perché indagato per il concorso in omicidio del carabiniere Giovanni D'Alfonso, 45 anni, padre di tre bambini, ucciso durante il blitz che ha portato alla liberazione di Vittorio Vallarino Gancia, il 5 giugno 1975 vicino ad Acqui Terme.
È stato Curcio a pianificare il rapimento del re delle bollicine, chiedendo un miliardo di lire come riscatto per la liberazione. E lo ha fatto con la moglie Mara Cagol, che è stata uccisa durante il conflitto a fuoco con i carabinieri, e con Mario Moretti. Ma sul sequestro sono tante le ombre rimaste: a cominciare da un terrorista, il cui nome è rimasto misterioso.
L'ex brigatista è stato ascoltato dai magistrati che conducono nuove indagini dopo l'esposto presentato dal figlio della vittima, Bruno D'Alfonso, e dai suoi avvocati, Sergio Favretto e Nicola Brigida. La decisione è arrivata dopo la pubblicazione di alcuni libri sulla vicenda, compreso quello autobiografico scritto da Curcio che si chiama "A viso aperto", e arrivato dopo aver scontato la pena di 21 anni di carcere.
IL CADAVERE DI MARA CAGOL DOPO IL BLITZ PER IL RAPIMENTO GANCIA 1975
Racconta lui stesso di aver deciso e organizzato il rapimento proprio con Moretti e Cagol, ma si chiama fuori dall'azione operativa. […] Ma in un saggio, viene collocato sulla scena Moretti insieme con Cagol. E secondo alcuni elementi raccolti sarebbe riuscito a fuggire. A conferma di questa tesi c'è una relazione scritta sul conflitto a fuoco, trovata a casa di Curcio a Milano quando è stato arrestato il 18 gennaio 1976, insieme con Nadia Mantovani.
[…] L'ex capo brigatista, oggi 81enne, durante l'interrogatorio a Roma ha consegnato una memoria scritta per dirsi estraneo alla sequestro. È stato accompagnato dal suo avvocato, Vainer Burani, che segue nella stessa inchiesta altri brigatisti, sentiti anche loro ma come persone informate sui fatti: Franco Bonisoli, Attilio Casaletti e Loris Paroli.
IL CARABINIERE GIOVANNI D'ALFONSO
[…] Le indagini riaperte dalla procura anti terrorismo di Torino, coordinata da Emidio Gatti, mirano comunque a far luce sull'identità del brigatista fuggito dalla cascina Spiotta dove Gancia è rimasto segregato per meno di 24 ore. L'indiziato numero 1 è Mario Moretti.
È stato Enrico Fenzi, arrestato con lui nel 1981 dopo nove anni di latitanza, a parlare per la prima volta davanti alla Commissione parlamentare su Aldo Moro come del br scappato in maniera rocambolesca. «Il risentimento del nucleo storico già incarcerato e cioè Curcio, Franceschini e Semeria, nasceva nei confronti di Moretti soprattutto, e non solo da quella sua fuga», ha dichiarato Fenzi, che si è pentito nel 1982.
[…] Oggi Curcio, pur non essendosi mai dissociato, ha dichiarato la fine della lotta delle br e ha criticato alcune delle sue scelte. Nel 1998 è stato scarcerato con quattro anni di anticipo, dopo quattro anni di semilibertà. Da allora è tornato all'attività di saggista nella cooperativa editoriale e sociale "Sensibili alle foglie", da lui fondata. Si occupa di tematiche legate alla disabilità, alle carceri e ai manicomi, oltre che di studi sulle nuove forme di controllo sociale nella società di massa.
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