Edoardo Izzo per "la Stampa"
il servizio delle iene sugli abusi ai chierichetti del papa in vaticano 2
Rischiano di finire a processo anche su suolo italiano un giovane sacerdote e un monsignore della Diocesi di Como coinvolti in prima persona in una vicenda di abusi e violenze ai "chierichetti del Papa" risalente agli anni tra il 2010 e il 2012. Ieri la procura di Roma ha infatti chiuso l'inchiesta che vede indagato don Gabriele Martinelli - accusato di presunti abusi commessi nel Preseminario San Pio X, in Vaticano - e monsignor Enrico Radice, ex rettore del Preseminario, per concorso in violenza sessuale, per non avere impedito gli atti illeciti e per non averli denunciati.
La vicenda si era meritata gli onori delle cronache nel 2014, dopo il diffondersi di numerose testimonianze di ex-allievi della struttura che hanno riferito di presunti atti sessuali e abusi avvenuti negli ambienti dell'Istituto di orientamento vocazionale voluto da Pio XII per ospitare studenti delle scuole medie inviati dalle diocesi del mondo. Le indagini - avviate dalla magistratura ecclesiastica nel 2017 - si sono concluse nel 2019 con la richiesta di rinvio a giudizio dei due sacerdoti e sono sfociate nel procedimento giudiziario inaugurato in Vaticano a metà ottobre e non ancora concluso, reso possibile dal provvedimento con cui Papa Francesco ha rimosso la causa di improcedibilità derivante dall'assenza di querela da parte della persona offesa.
Nelle prime udienze davanti al Tribunale ecclesiastico è emerso che il sacerdote 28enne Gabriele Martinelli avrebbe abusato della sua autorità in qualità di «frequentatore anziano del Preseminario, tutore e coordinatore delle attività dei seminaristi», costringendo un suo quasi coetaneo «a subire rapporti carnali, atti di sodomia, masturbazione».
La turpe vicenda, iniziata quando entrambi erano minorenni - 14 anni Martinelli, 13 la vittima - sarebbe proseguita fino al raggiungimento della maggiore età da parte di quest' ultimo. Pesanti anche le accuse nei confronti del 71enne monsignor Enrico Radice: avrebbe insabbiato «atti omosessuali o di libidine» avvenuti nel Preseminario quando era rettore, aiutando anche attivamente Martinelli ad «eludere le investigazioni».
La prossima udienza nel territorio della Santa sede è in programma per il 4 febbraio ma non è escluso che la vicenda non finisca con l'avere anche un seguito nelle aule di giustizia italiane. La magistratura italiana ha proceduto nei confronti di Martinelli in base al principio secondo cui può essere perseguito il soggetto che avendo commesso un reato all'estero - in questo caso lo Stato della Città del Vaticano - trova rifugio in Italia. Nei confronti dell'ex seminarista comense è peraltro pendente anche un procedimento davanti al tribunale dei Minori, per gli episodi avvenuti quando lo stesso Martinelli era ancora minorenne.