(ANSA) - Avrebbe chiesto 180.000 euro a due sorelle, eredi di un imprenditore tessile pratese proprietario di un patrimonio di quasi cinque milioni, per consegnare loro audio e video registrati durante i trattamenti fisioterapici a cui aveva sottoposto il padre delle due donne e dai quali sarebbe emerso che l'uomo era impossibilitato a prendere qualunque decisione e che era succube di una persona che ne aveva dilapidato il patrimonio.
E' quanto la procura di Prato contesta a un osteopata di Treviso, arrestato per estorsione il 18 ottobre nella città toscana dove, si spiega in una nota, era arrivato per riscuotere i soldi richiesti in cambio delle registrazioni: è stato fermato dalla guardia di finanza "all'esito dello scambio effettivamente" avvenuto in un locale. Il procedimento, si spiega, è nato da una denuncia della due figlie dell'imprenditore, scomparso quest'anno.
Nel 2022 le due donne avevano scoperto da alcuni documenti che il padre soffriva di più patologie e che pur non volendo avere con loro "alcun rapporto" le stesse "venivamo tuttavia nominate eredi universali" disponendo invece un legato, pari a 20.000 euro e un'auto, a una terza persona. A seguito della documentazione ricevuta dall'Agenzia delle entrate di Prato, le figlie avevano però scoperto "che dal 2020 al 2023 il padre aveva venduto quasi tutti gli immobili (a prezzi irrisori) ed effettuato una donazione di denaro di centomila euro" alla persona a cui era destinato il legato. Inoltre all'atto dell'apertura della successione il conto corrente, che nel 2020 aveva un saldo di 310.000,00 euro, era in rosso e che mancavano oggetti in oro e un Rolex.
Ad agosto scorso poi le due sorelle sono state contattate dall'osteopata che spiegava di aver conosciuto l'imprenditore in un albergo di Montegrotto Terme (Padova) e di averlo avuto in cura. Alle due eredi avrebbe riferito che il padre "era succube di una persona" che si sarebbe appropriata delle sue disponibilità, che il genitore non poteva contattarle perchè privato del telefono e anche del portafogli, e che era impossibilitato a prendere qualunque decisione in autonomia.
L'osteopata sosteneva di aver "molte registrazioni effettuate durante i trattamenti al padre, oltre ad altre" relative a colloqui con la persona che avrebbe approfittato del padre e che "affermava di decidere anche per conto dell'imprenditore, impedendogli di contattare le figlie". Dopo un primo incontro a inizio ottobre a Padova l'osteopata avrebbe preteso il pagamento di 180.000 euro per consegnare le registrazioni: per il pagamento era stato poi fissato un nuovo appuntamento a Prato il 18 ottobre, quando è scattato l'arresto.