IL VIDEO DELLA SPARATORIA TRA ALBANESI A FROSINONE
Estratto dell'articolo di Marco Carta per “la Repubblica - Edizione Roma”
[…] I gruppi albanesi si stanno prendendo il controllo delle piazze di spaccio di mezza Italia. A Roma, dove si sono fatti le ossa grazie a Fabrizio Piscitelli, come nel resto della regione. Dietro la morte di Kasem Kasmi, ucciso dal connazionale Michea Zaka sabato sera, oltre alla presunta ipotesi sentimentale, si nasconderebbe una faida tra gruppi per il controllo dello spaccio sul territorio, dove gli albanesi la fanno da padrone.
Il cuore del traffico è la zona del Casermone, una piazza che garantisce oltre 15mila euro al giorno di guadagni.Le armi e la droga qui sono di casa, così come gli arresti di giovani albanesi. […] la plateale esecuzione di sabato sera non lascia stupito chi assiste da anni all’ascesa della criminalità albanese, con cui tutti ormai devono fare i conti.
Coraggio e omertà. Lo stile è quello delle Hellbanianz, le gang di giovani albanesi a Londra […] Quella albanese è una criminalità agile, spesso legata da vincoli parentali, che si associa di volta in volta a seconda degli affari. Non ci sono riti di affiliazione: a fare da collante è la Besa, un concetto attraverso cui si esprime la parola data, secondo il codice arcaico del Kanun, che disciplina anche il sistema delle vendette di sangue. Nessuna pietà per chi tradisce la fiducia e l’onore.
Gli albanesi sono entrati nel mercato degli affari illeciti partendo dallo scalino più basso: quello del contrabbando di sigarette. Poi piano piano hanno occupato tutti gli spazi lasciati liberi dalla criminalità italiana: la prostituzione, il recupero crediti, la marijuana e infine la cocaina, il grande business, che ha permesso loro di sedersi al tavolo con le organizzazioni più strutturate. La logistica e l’organizzazione sono i punti di forza, oltre alla violenza.
I narcos più potenti, come Dritan Rexhepi, arrestato recentemente a Istanbul, sono arrivati a controllare i porti europei di Rotterdam e Anversa dove arriva la cocaina dal Sudamerica, insidiando i clan di ‘Ndrangheta. A Roma, invece, grazie alla loro affidabilità, gli albanesi da semplici picchiatori sono riusciti a salire le gerarchie, legandosi agli uomini vicini a Michele Senese, come Fabrizio Piscitelli, e ai Casamonica.
«Quelli so’ brutti forte, compa», diceva Massimo Carminati degli albanesi romani della batteria di Ponte Milvio, guidata da Diabolik. « […] E poi rispetto alla malavita romana sono cattivi, cioè non si inculano nessuno». A capo della banda, un vero e proprio laboratorio criminale, c’era Arben Zogu, detto Riccardino. Sotto di lui Dorian Petoku, un altro nome di peso. Petoku, infatti, attualmente latitante, era uno dei commensali al ristorante l’Oliveto di Grottaferrata dove il 13 dicembre del 2017 Fabrizio Piscitelli e Salvatore Casamonica disegnavano le regole della pax mafiosa sul litorale.
C’è poi Elvis Demce: « Io sono Dio » , come lui stesso si definiva, che una volta uscito dal carcere meditava vendetta contro un altro connazionale, Ermal Arapaj, che di fatto gli aveva scippato il giro di spaccio tra i Castelli Romani, Velletri, Acilia, ma anche Cori. Dalla provincia di Roma il potere di Arapaj si era esteso fino a quella di Latina. E Demce era furioso per il tradimento del connazionale, tanto da organizzare la sua eliminazione. Nel luglio del 2020, sei uomini attaccano Arapaj, che si difende sparando contro i sicari. Demce non demorde e poco tempo dopo da fuoco alla villa del rivale e alla sua automobile. Arapaj a sua volta organizza una vendetta che viene sventata dalle forze dell’ordine.
Sempre dalla batteria Ponte Milvio arriva un’altra figura di spicco: Petrit Bardhi, detto Titi. Uno degli ultimi arresti risale al marzo 2022. Bardhi viene indagato nell’ambito dell’operazione Spongebob, insieme alla cantante albanese Elsa Lila.
I due facevano parte di un gruppo che riforniva di droga numerosi pusher tra Roma e Viterbo.
Nell’operazione era stato anche arrestato il narcotrafficante Fabrizio Capogna, che con le sue rivelazioni agli investigatori dell’antimafia ora sta facendo tremare tutta la criminalità romana. Di Bardhi, amico di Piscitelli, tutti si fidano. Tanto che a lui era stato commissionato anche l’omicidio di Simone Capogna per vendicare l’assassinio di Andrea Gioacchini, ucciso alla Magliana nel gennaio del 2019. L’albanese però aveva spifferato il piano al fratello della vittima designata, il suo amico Fabrizio Capogna. La sua fedeltà era stata ricompensata con 5mila euro.
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