morucci mori moro de donno

UCCI UCCI CHE CI FA MARIO MORI CON MORUCCI? L’EX CAPO DELLA COLONNA ROMANA DELLE BR LAVORA NELLA SOCIETÀ DI INTELLIGENCE PRESIEDUTA FINO AL 2014 DALL’EX GENERALE DEL ROS E POSSEDUTA AL 66% DALL’EX DIRIGENTE DEI SERVIZI GIUSEPPE DE DONNO

Emiliano Liuzzi e Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”

 

morucci valeriomorucci valerio

Valerio Morucci, capo delle Brigate Rosse a Roma, dichiarò a Fabrizio Caccia del Corriere della Sera: "Quando esci, il lavoro non te lo dà nessuno, perché sei quel che sei". Morucci invece è stato assunto a tempo indeterminato da una società romana. La notizia è però che la società era amministrata fino al novembre del 2014 dal suo ex cacciatore: il generale Mario Mori, già parte dell' antiterrorismo ai tempi in cui Morucci feriva, uccideva o sequestrava i nemici della rivoluzione, poi a capo del Ros dei Carabinieri e del Sisde, il servizio segreto civile che ora si chiama Aisi.

BRIGATE ROSSE VALERIO MORUCCI BRIGATE ROSSE VALERIO MORUCCI

 

La società che ha dato il posto a Morucci non è una qualsiasi società di intelligence e sicurezza. La G Risk è di proprietà del principale collaboratore di Mori, l' ex colonnello dei carabinieri ed ex dirigente dei servizi segreti Giuseppe De Donno, imputato con Mori a Palermo al processo Trattativa Stato-Mafia.

 

MARIO MORIMARIO MORI

La G Risk ha pubblicato il libro Servizi e Segreti firmato Mario Mori e la rivista Look Out, allegata a Panorama, diretta dal generale. Sei anni fa Mori era direttore scientifico anche di Theorema, un' altra rivista edita da Noema, sulla quale scriveva anche Morucci. Il destino intreccia le storie di Mori, Morucci e Moro. Sembra un gioco di parole ma è una storia piena di sangue e mistero. Mori diventa comandante dell' Anticrimine al Reparto Operativo di Roma dei Carabinieri il giorno del sequestro Moro e ricopre un ruolo chiave nella struttura antiterrorismo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Mario MoriMario Mori

 

Invece Valerio Morucci è il capo della colonna romana delle Brigate Rosse. È lui il combattente Pecos che apre il fuoco con la sua mitraglietta Skorpion da sinistra sulla Fiat 130 in via Fani. Poi si occupa dei comunicati delle Br e telefona al collaboratore di Aldo Moro, il professor Tritto, che si mette a piangere quando gli intima di andare a vedere il cadavere dello statista nella Renault 4 in via Caetani.

Il Capitano dei Carabinieri De Donno Caso Totò RiinaIl Capitano dei Carabinieri De Donno Caso Totò Riina

 

Poi si dissocia e ottiene la libertà nel 1994 ma l'ultimo libro dell' ex senatore Sergio Flamigni denuncia l' inattendibilità del cosiddetto "memoriale Morucci", preso per buono dai giudici come base delle loro sentenze. Altri hanno avanzato dubbi sul rapporto speciale tra Morucci e l'ex ministro dell' Interno e poi Capo dello Stato, Francesco Cossiga.

 

Oggi scopriamo che Morucci lavora per la G Risk. La società privata si occupa di sicurezza ed intelligence ed è controllata da De Donno con il 66 per cento e da un altro ex carabiniere Mauro Ciuffini, protagonista dell' inchiesta sulla camorra e l' alta velocità ferroviaria in Campania nel 1996.

 

G RISKG RISK

"Abbiamo assunto Morucci per la sua esperienza di vita", spiega De Donno. Per esperienza intende anche quella da terrorista? "Certo, anche per quella storia. Tre anni fa - prosegue De donno - è rimasto disoccupato e abbiamo deciso di assumerlo con un contratto a tempo indeterminato".

L AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MORO

 

Cosa ci fanno insieme ex vertici dei carabinieri e dei servizi con ex vertici delle Br? "Avevamo bisogno di una persona che si occupasse dello scacchiere internazionale e abbiamo individuato in Morucci la persona giusta. Non c' è niente di strano. Anche la sua esperienza di vita, quella negativa, può essere utile a un'azienda come la nostra".

 

De Donno difende la sua assunzione: "È una scelta trasparente, fatta da una società privata nei confronti di una persona che ha pagato il suo conto con la giustizia".

Giuseppe De Donno è il braccio destro del generale Mori dai primi anni Novanta a Palermo. Proprio De Donno incontra in aereo Massimo Ciancimino e avvia i contatti che porteranno Mario Mori a trattare con don Vito Ciancimino.

 

MOROMORO

Nel 2001 Mori passa a dirigere con Berlusconi il Sisde, cioè il servizio segreto civile interno e De Donno lo segue. Poi arriva il governo Prodi, Mori lascia la guida dei servizi al prefetto Franco Gabrielli e va a fare il consulente di Gianni Alemanno al Comune di Roma. De Donno si guarda intorno e fonda la G Risk. La società ha fatturato 4 milioni e 400 mila nel 2013 ma solo 2 milioni e 800 mila nel 2014.

 

Secondo De Donno, che lo dice nella relazione al bilancio, la flessione sarebbe dovuta al danno di immagine per l'indagine del pm Alfredo Robledo sui rapporti di G Risk con la società Cal (Concessioni autostradali lombarde) della Regione Lombardia. Nell'inchiesta del 2014 su Infrastrutture Lombarde i pm contestavano a De Donno la turbativa d'asta e la truffa per un incarico da mezzo milione per la sorveglianza degli appalti.

 

FRANCESCO COSSIGA FRANCESCO COSSIGA

L'ex presidente Roberto Formigoni aveva pensato a lui nel 2009 addirittura per il Comitato per la legalità e la trasparenza dell'Expo. L' inchiesta effettivamente non è stata una buona pubblicità. I 560 mila euro pagati da Cal furono sequestrati ma alla fine la Cassazione ha restituito tutto a G Risk ad aprile 2015. I soldi per pagare Morucci ci sono. La società ha chiuso con un utile di 8 mila euro.

 

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...