Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per “la Repubblica”
ATTIVISTI ULTIMA GENERAZIONE NUDI BLOCCANO VIA DEL TRITONE
Via la maglietta, a seno nudo, in mezzo a via del Tritone, sulla schiena la scritta Stop fossile, una catena in vita per restare legata ai suoi compagni. Anna, 31 anni, Milano, due lavori, attivista di Ultima Generazione da un anno, è scesa giovedì a Roma per l’ultima protesta.
«Se serve questo per urlare più forte che la nostra casa sta bruciando, allora io lo faccio».
Usare il corpo nudo come mezzo di protesta?
«Perché no? Non siamo i primi. Sono molto colpita nel vedere che quattro paia di tette abbiano scatenato un caos. C’è una sola cosa positiva: ci fa capire il potere che abbiamo. Anzi io vorrei dirlo a tutte le associazioni, i movimenti: osate di più».
ATTIVISTI ULTIMA GENERAZIONE NUDI BLOCCANO VIA DEL TRITONE
[…] E invece?
«Invece ci s’indigna tanto per un corpo nudo in strada e non per i soldi spesi in combustibili fossili, non per la disperazione degli agricoltori senza acqua, non per le urla di dolore dei familiari che hanno perso i loro cari in eventi estremi, non per i processi e l’inasprimento delle leggi contro gli ambientalisti che hanno solo imbrattato un palazzo. Di quanti altri disastri c’è bisogno?».
Perché spogliarsi stavolta?
«Per mostrarci vulnerabili. Vulnerabili davanti agli automobilisti arrabbiati, vulnerabili davanti al pericolo di essere investiti dalle macchine, davanti agli insulti e alle maldicenze. Esattamente come siamo nudi e vulnerabili davanti al collasso climatico».
È preoccupata o arrabbiata?
«Entrambe. Preoccupata perché è terribile pensare che tra pochi anni saremo spacciati in modo irreversibile, ci saranno 50 gradi, ci saranno morti per i colpi di calore. Arrabbiata perché la politica non sta facendo nulla e continua a trattare la questione clima e quel che facciamo come un’opinione. […]».
attivisti ultima generazione nudi bloccano via del tritone 2
E per se stessa? È spaventata?
«Non è facile mettere in gioco la vita, la carriera, la sicurezza, ma qualcuno deve farlo. È una responsabilità, significa vedere il collasso eco-climatico, farsene carico, smettere di essere negazionisti come tutti, capendo che il disastro impatta sulle nostre vite. Lo vediamo nell’alluvione in Emilia Romagna, negli incendi, nella siccità, nei laghi e nei fiumi che scompaiono».
[…]
Al governo cosa chiede?
«L’ho scritto sul mio corpo: stop fossile. Non investire più un centesimo in gas, petrolio e carbone. E usare quei soldi in azioni urgenti per fermare il collasso».
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