«FINSE IL SEQUESTRO DELLA MOGLIE» OSLO CHIUDE IL GIALLO
Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
Che nella sparizione della moglie di uno degli uomini più ricchi di Norvegia qualcosa non tornasse era chiaro a tutti già da parecchio tempo. Ma ora il caso- che sembra inventato da un giallista scandinavo come Stieg Larsson o Camilla Läckberg, e ricalca il celebre mistero Von Bulow - sembra avviarsi finalmente a un conclusione.
Il giallo inizia quando Anne-Elisabeth Hagen, 68 anni, scompare senza lasciare traccia dalla sua casa a Lorenskog, a est di Oslo, il 31 ottobre 2018.
Dopo essere stata la sera prima a teatro con il marito, la mattina la donna si alza, fa due telefonate, una a un collega del marito responsabile delle buste paga con cui è in rapporti e l' altra con un familiare. Poi Anne-Elisabeth scompare dai radar.
Intanto il marito Tom Hagen - il 164esimo uomo più ricco della Norvegia, proprietario tra le altre cose del 70 per cento della compagnia elettrica Elkraft - esce di casa e va a lavorare. La sua auto non è dotata di satellitare e l' uomo utilizza un telefono cellulare non di ultima generazione. Ma gli investigatori riescono comunque a risalire ai suoi spostamenti.
Poi, verso ora di pranzo chiama la moglie - così racconta - e, non avendo risposta, decide di tornare a Lorenskog.
Qui dice di aver trovato la casa in subbuglio. E, sul pavimento del bagno, una richiesta di riscatto da nove milioni di euro in criptovaluta «Monero», corredata di minacce.
la villa degli hagen a gennaio 2019
All' inizio la pista del sequestro viene ritenuta plausibile dagli investigatori: Hagen, 70 anni, è ricchissimo, con un patrimonio netto stimato nel 2019 a 168 milioni di euro, secondo la rivista di business Kapital . Inoltre la coppia è sposata da quasi cinquant' anni: nulla sembra lasciar intendere che l' uomo abbia a che fare con la scomparsa della moglie. E sebbene i rapimenti siano rari in Norvegia, che la richiesta di riscatto avvenga in bitcoin non è una novità, data la non tracciabilità delle criptovalute.
Per mesi la notizia viene mantenuta riservata, la polizia sconsiglia ad Hagen di pagare anche perché non è arrivata alcuna prova di esistenza in vita. E per oltre un anno gli investigatori brancolano nel buio. Fino a martedì scorso, quando Hagen viene arrestato con l' accusa di «omicidio o complicità in omicidio», come confermato dal commissario Ida Melbo Oystese in conferenza stampa. «I sospetti su Hagen si sono rafforzati nel tempo», ha rivelato il procuratore Ase Kjustad Eriksson.
«Non c' è stato un rapimento, era parte di un depistaggio pianificato», ha spiegato Tommy Broske, responsabile del' indagine di polizia. Secondo la stampa norvegese, la svolta nelle indagini sembra risalire a gennaio, quando la polizia ha cominciato a chiedere ad eventuali testimoni di farsi avanti e riferire se avessero notato movimenti sospetti attorno all' abitazione degli Hagen. Tra questi, l' elettricista che avrebbe dovuto presentarsi a casa della coppia per sistemare delle lampade in cucina proprio il giorno della sparizione.
Hagen è comparso ieri davanti al giudice per la convalida dell' arresto senza che in aula fossero ammessi giornalisti a causa della pandemia. È apparso rilassato nonostante la situazione. Il suo avvocato, Svein Holden, ha ribadito l' innocenza del suo cliente. «Sostiene fermamente di non avere nulla a che fare con tutto questo», è la difesa. Ma intanto il cerchio intorno al «Re dell' elettricità» norvegese sembra stringersi.
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