“VATTIMO FU CIRCUITO” – PER UN VIZIO NEL RICORSO DIVENTA DEFINITIVA LA CONDANNA PER DUE ANNI PER IL COMPAGNO DEL FILOSOFO SIMONE CAMINADA CHE ORA RISCHIA DI PERDERE L’EREDITÀ - L’ACCUSA È CIRCONVENZIONE D’INCAPACE – CAMINADA ADESSO PUO’ ESSERE ESTROMESSO DALL’ASSE EREDITARIO CHE COMPRENDE LE POLIZZE ASSICURATIVE, L’ALLOGGIO DI VIA PO E SOPRATTUTTO L’ARCHIVIO DELLE OPERE
Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera” -Estratti
GIANNI VATTIMO E SIMONE CAMINADA
Un vizio procedurale nel presentare ricorso in appello che l’istanza in Cassazione non è riuscita ad arginare.
Ed ecco che diventa definitiva la condanna a due anni per Simone Caminada, l’ex compagno del filosofo Gianni Vattimo. L’accusa è circonvenzione d’incapace: il 40enne si sarebbe insinuato nella vita del professore, ingerendosi in ogni aspetto della sua quotidianità per convincerlo a nominarlo erede universale e beneficiario di alcune polizze assicurative.
Non per tutelarlo, come ha cercato di sostenere l’imputato durante il processo, ma con la «volontà di mantenere intatto il capitale per una futura successione».
Una successione che non è tardata ad arrivare. Vattimo è deceduto il 19 settembre, all’età di 87 anni. E proprio Caminada aveva parlato di un testamento che confermava la volontà del docente di lasciare a lui tutti i propri beni: «Lo ha scritto dopo aver testimoniato. Ha visto il marcio nei suoi ex amici».
Gianni Vattimo e il compagno Simone Caminada
Tuttavia, il destino del patrimonio economico e culturale del filosofo sarebbe legato a doppio filo alle vicende giudiziarie di cui Caminada è protagonista. Nel 2018, il teorico del pensiero debole ha redatto due testamenti. Il primo, a marzo. E tra i beneficiari figurava buona parte del cenacolo di amici con cui condivideva la propria quotidianità: tra loro anche la moglie Martine Tedeschi (all’epoca non avevano ancora divorziato) e lo stesso Caminada, che avrebbe ereditato il 50 per cento della casa di via Po e le opere d’arte.
Poi, nel settembre dello stesso anno, il filosofo ne ha scritto un secondo, in cui nominava il compagno erede universale. Entrambi sono finiti sotto sequestro e non sono «pubblicabili»: in sostanza, non hanno valore. Ma stando alle parole di Caminada, ve ne sarebbe un terzo. Redatto nel 2022. Il reato di circonvenzione d’incapace configurerebbe l’indegnità a succedere: un capitolo giudiziario di natura civilistica, che però deve essere ancora scritto.
La questione potrebbe essere sollevata dagli eredi legittimi del filosofo e il rischio è che il giovane possa essere estromesso dall’asse ereditario che comprenderebbe le polizze assicurative, l’alloggio di via Po e soprattutto l’archivio delle opere — le dispense, gli appunti, le lezioni (ma non i libri) — che si trovano all’Università Pompeu Fabra di Barcellona. Chi custodisca il presunto nuovo testamento di Vattimo non è chiaro. E a ora non risulterebbe essere stato pubblicato. Ma prima ancora di preoccuparsi del suo futuro di erede, Caminada dovrà premurarsi di evitare il carcere
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