VIAGGIO NEI QUARTIERI A LUCI ROSSE CHE PROLIFERANO ATTORNO ALLE BASI MILITARI AMERICANE NEL MONDO: QUI I SOLDATI BEVONO, VANNO A PUTTANE, SPOSANO PROSTITUTE E DIVORZIANO QUANDO FINISCE LA MISSIONE

I sudcoreani sono stati grandi papponi, quelle donne sono state il sacrificio del paese per sancire l’alleanza con gli americani. A Songtan, una delle 180 “camptown” attualmente in Corea del Sud, nel giro di pochi metri spuntano 92 bar e 21 hotel. La maggior parte delle massaggiatrici sessuali coreane in America, sono le divorziate dei soldati americani...

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prostituzione a songtan prostituzione a songtan

David Vine per “Politico”

 

prostituta sudcoreana e militare americano prostituta sudcoreana e militare americano

E’ notte a Songtan, fuori dalla base aerea della Corea del Sud, e le strade sono più affollate che di giorno. Bar e club come “Pleasure World”, “Whisky a-Go-Go” e “Hook Up”, hanno palchi e pali per la lap dance delle spogliarelliste, ci sono insegne di hotel a basso costo, e centri massaggi per soli uomini. Per chiunque sia militare statunitense, nessuna novità. Da quando esistono gli eserciti, il lavoro femminile è stato fondamentale per le operazioni quotidiane dei soldati, e non parliamo solo di cucina e bucato. Le prostitute sono sempre state usate per mantenere felici le truppe, o almeno abbastanza felici da restare a combattere.

 

militari peri i nightclub di songtan militari peri i nightclub di songtan lap dance a songtan lap dance a songtan

Oggi i quartieri a luci rosse prosperano attorno alle basi americane nel mondo, da Baumholder in Germania a Fort Bragg nella Carolina del nord. In Corea del Sud, occupata dagli americani nel 1945, il luogo attorno alla base è diventato centro di sfruttamento della prostituzione, così qualche anno fa, sia il governo USA sia quello locale, hanno tentato di combattere il fenomeno, che non è affatto scomparso, è solo diventato più segreto, e creativo nei suoi sotterfugi.

 

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci si preoccupò delle possibili relazioni fra soldati americani e donne locali. Giù le mani dalle coreane, era la politica, ma non da quelle nei bordelli e che battevano per strada, regolarmente sottoposte a controlli sanitari per monitorare le malattie sessualmente trasmissibili.

 

Nel diciannovesimo secolo già il Giappone aveva reso schiave migliaia di donne coreane, cinesi o nipponiche delle zone rurali, dandole ai soldati, come regalo da parte dell’imperatore. Gli americani, con l’aiuto dei coreani, non hanno fatto che continuare il sistema, che formalmente non è schiavitù ma praticamente implica davvero poca libertà di scelta per le donne. Si tratta di luoghi colonizzati, dove la sovranità coreana è sospesa, rimpiazzata dalle autorità militari statunitensi.

marines licenziati per essere gay marines licenziati per essere gay

 

Nel 1958, c’erano 300.000 prostitute su una popolazione di 22 milioni di persone. Nella Seoul occupata, la zona dei bordelli si chiamava “Hooker Hill” e le concubine divennero la norma. Gli americani avevano la casa, l’amante, i mobili...tutto il pacchetto poi veniva rivenduto ai colleghi. Nel 1961 la polizia americana poteva arrestare le prostitute prive di controlli sanitari e i dottori americani visitavano le donne che avevano contratto malattie sessuali in centri di detenzione chiamati “monkey house.”

 

Già nel 1965, l’85% dei soldati aveva rapporti con prostitute. Erano incoraggiati dagli stessi coreani a spendere i loro soldi. Gli ufficiali coreani davano lezioni di inglese alle prostitute in modo che riuscissero a comunicare meglio con i clienti. Diciamo pure che i coreani sono stati i grandi papponi, quelle donne sono state il sacrificio del paese per sancire l’alleanza con gli americani. Il corpo non era delle prostitute, ma del governo e dell’America.

 

military woman usa army military woman usa army

Negli anni Novanta, le coreane sono state sostituite da filippine e russe. Il governo ha ideato uno speciale visto per le “intrattenitrici” che permette agli impresari di importare straniere in modo legale. Il test HIV è obbligatorio, ogni tre mesi tocca fare i test delle malattie veneree. Le donne firmano un contratto nel loro paese, specificando il tipo di impiego e il salario, ma ovviamente finiscono altrove e guadagnano meno del pattuito. I papponi le tengono in debito, inventano tasse e detraggono soldi dallo stipendio.

 

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Le case in cui le prostitute vivono sono in realtà stanze condivise sopra ai bar. Parlano poco il coreano, danno i passaporti ai loro padroni e, se lasciano il posto di lavoro, l’arresto è immediato. Dopo le rivelazioni del 2002, femministe, gruppi religiosi e membri del Congresso hanno annunciato tolleranza zero verso questo traffico, nel 2004 il governo sudcoreano ha dichiarato illegale la prostituzione, e il President George W. Bush ha dichiarato illegale la prostituzione nel codice della legge marziale.

 

Gli americani hanno stilato la lista dei luoghi fuori legge, un ottimo suggerimento su dove andare a cercare sesso. Sono nati i “juicy bar”: il soldato paga abbastanza drink al bancone da poter poi uscire con la ragazza. Non c’è scambio di soldi e il gioco è fatto. Ogni drink costa fra i 20 e 100 dollari, dipende dal bar. Per ogni drink, 20 minuti di compagnia. Se il soldato vuole uscire dal bar subito, paga una “multa” e cerca un hotel. In ogni caso, il sesso ha un prezzo separato.

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Una prostituta in genere deve portare al bar almeno 200 dollari a serata, se non raggiunge questo minimo, viene multata. Alla fine del mese, guadagna tra i 300 e i 500 dollari. Ha al massimo due ore di libertà al giorno, un giorno di pausa al mese, ed è sempre controllata da qualcuno.

 

Spesso le prostitute sono chiuse a chiave in stanza dai loro padroni. Se c’è un allarme incendio, non possono scappare. La coercizione è soprattutto psicologica: non conoscono nessuno, non parlano la lingua, non hanno soldi. In simili condizioni, chiunque è disposta è fare qualsiasi cosa.

 

WILLIAM WILLIAM

Songtan è una delle 180 “camptown” attualmente in Corea del Sud. A pochi metri dal cancello di ingresso, spuntano 92 bar e 21 hotel. In questo quartiere a luci rosse non ci sono coreani, sono ammessi solo i coreani che ci lavorano. L’unica via di uscita per le prostitute è sposare un militare. In realtà ci vanno a vivere insieme, restano incinta ma poi, nel 90% dei casi, vengono abbandonate.

 

Restano in un limbo, con figli e senza lavoro. Spesso i militari fanno loro firmare certificati che poi scoprono essere di divorzio. Altri soldati portano le mogli coreane in America, e poi le lasciano nei “parlor”. La maggior parte delle massaggiatrici sessuali coreane in America, sono le divorziate dei soldati americani.

 

Lori è arrivata dalle Filippine ha firmato un contratto come cantante, e pensava di fare davvero la cantante. In genere però, dopo tanti anni, si sa come funziona il sistema. Le ragazze più o meno sanno a cosa vanno incontro. E restano, pensando alla famiglia più che a se stesse. E’ facile condannare i soldati che sfruttano l’industria del sesso, ma è la politica che ha le vere responsabilità.

 

Military Military

Sono nati corsi militari per insegnare a bere responsabilmente e a resistere alle tentazioni, ma poi, una volta lì, non c’ è alternativa ricreativa, si trovano solo prostitute e alcol dozzinale. Gli uomini sono maschi e le donne sono relegate al ruolo sessuale, ecco il rapporto, piuttosto innaturale, e così si crea e si consolida una cultura militare sessista, misogina e disumanizzata.

 

 

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