Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia e Valeria Pacelli per “il Fatto quotidiano”
Gabriele Visco – l’ex dirigente Invitalia finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione e traffico di influenze – si interessava anche di “questioni sacre”. Era presente, infatti, a un incontro con il capo di gabinetto del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, e con don Marco Belladelli, direttore della Commissione Pontificia per le attività del settore sanitario, secondo la Finanza, soggetto “in grado di interagire con il Segretario di Stato del Vaticano”, ossia il cardinale Pietro Parolin. Urso, il suo capo di gabinetto Federico Eichberg, don Belladelli e il cardinale Parolin sono estranei all’inchiesta romana.
L’incontro, di certo penalmente irrilevante per tutti i partecipanti, racconta però la capacità di Visco jr. di entrare anche in “ambiti che non erano propri della sua struttura di appartenenza” in Invitalia. A parlare dell’incontro, con i pm, è stato Bernardo Mattarella, nipote del Capo dello Stato, dal 2022 Ad di Invitalia.
Estraneo alle indagini, Mattarella è stato sentito solo in ragione del proprio ruolo e ha spiegato: “Ogni tanto (Visco) si occupava di cose che non lo riguardavano, così come gli incentivi agli ospedali religiosi (Invitalia, infatti, gestisce gli incentivi alle imprese, valutando le domande e se le imprese abbiano diritto a quanto previsto dalla normativa di settore).
Il 13 marzo 2023 sono venuto a sapere (...) che il dott. Visco ha incontrato il capo di Gabinetto del ministro Urso insieme a un sacerdote, don Marco Belladelli, per far ottenere gli incentivi agli ospedali religiosi, andando oltre quella che è la sua funzione dirigenziale. Preciso che Invitalia non deve fare attività di lobbying; ho trovato grave la circostanza. (...) Specifico che non è stato licenziato per questo episodio...”. Visco ha concordato l’uscita da Invitalia nell’aprile 2023. L’incontro di cui parla Mattarella c’è stato realmente.
Che gli incentivi agli ospedali ecclesiastici fosse tema di interesse del ministero del Made in Italy lo aveva già confermato Urso al Fatto due giorni fa. Il ministro ha infatti spiegato di esser stato contattato dal cardinale Parolin “attraverso canali ufficiali e protocollari per rappresentarmi situazioni relative ad aziende sanitarie per possibili approfondimenti in merito a strumenti di incentivazione alle imprese in capo a Invitalia. All’incontro ha partecipato anche il mio capo di gabinetto a cui ho dato incarico di approfondire con Invitalia”.
Seguì quindi un altro appuntamento al quale stavolta parteciparono Federico Eichberg, Visco e don Belladelli. Al Fatto Eichberg conferma entrambi gli incontri. “Nel primo – spiega – il cardinale Parolin ha rappresentato alcune istanze relative ad aziende in campo sanitario e se vi fossero strumenti di supporto di Invitalia per aziende di questo tipo.
(...) Dopo fui contattato da don Marco Belladelli, che venne con il dott. Visco (...). Poi facemmo degli incontri più tecnici con Invitalia ma la cosa non è andata avanti. I soggetti beneficiari non rispondevano a criteri previsti dalla normativa per erogare contributi”. Eichberg dice di aver visto Visco solo in quell’occasione: l’ex Invitalia arrivò lì, spiega il capo di gabinetto, con don Belladelli il quale “mi era stato detto da Parolin che veniva come soggetto incaricato della sanità del mondo ecclesiastico”
DON BELLADELLI viene citato negli atti anche in un’altra occasione. In un’informativa dell’8 maggio 2023 la Finanza parla di una “trattativa imbastita” da Pierluigi Fioretti – l’imprenditore ex missino finito ai domiciliari – per “la possibile stipula, da parte della Cci Srl, di un contratto con il Vicariato della Santa Sede, finalizzato alla ristrutturazione di edifici ecclesiastici”. Non dunque ospedali ecclesiastici.
Qui si parla di altri affari, secondo la Finanza, di interesse della Cci Srl, società di cui è “amministratore” Fioretti. Nell’operazione – riporta l’informativa – tra gli altri risulta “intervenire” “con ruoli che parrebbero di mediazione con la Santa Sede”, pure “don Belladelli”, “in grado di interagire col Segretario di Stato del Vaticano”. La Sala Stampa della Santa Sede, contattata dal Fattodice: “Quanto affermato dagli indagati nelle intercettazioni è millanteria e distorta rappresentazione di contatti istituzionali tra la Santa Sede e gli enti citati, senza che da questi derivasse ulteriore sviluppo”. [...]