Estratto dell’articolo di Giacomo Galanti per www.repubblica.it
Dalila Di Lazzaro, classe 1953, nasce e cresce a Udine. Modella e attrice, una bellezza immortalata dai fotografi più celebri al mondo, ha conosciuto una grande popolarità tra gli anni ‘70 e ‘80. Prima che un incidente in moto l’ha costretta a ritirarsi dal mondo dello spettacolo.
Dalila Di Lazzaro, come sta?
Guardi lasciamo perdere, sono appena uscita dal pronto soccorso.
Che è successo?
Ho un braccio gonfio per la puntura di un ragno. […] Sono in Sardegna […]
ALAIN DELON E DALILA DI LAZZARO
In Sardegna è andata in aereo o ha ancora paura di volare?
Sono andata in aereo, la paura è passata. Anche se per molti anni, dopo un grave incidente aereo sull’Oceano Atlantico, sono rimasta scioccata e ho avuto un grande senso di claustrofobia.
Per la paura degli aerei ha perso l’occasione di girare Mai dire mai, della saga di 007.
[…] Un’occasione persa […] Per via del dolore cronico che mi porto dietro dall’incidente avuto anni fa non posso fare lunghi viaggi in auto. […]
Suo padre era un pugile.
Mio padre Attilio era stato nei pesi massimi e aveva incrociato i guantoni con Carnera. […]
Chi comandava in casa?
Mia madre. Era un business-woman che gestiva degli alberghi.
A 15 anni la sua adolescenza finisce e resta incinta del suo fidanzato.
Ero ancora una bambina, i miei genitori la presero malissimo. Da una parte non volevano che avessi il figlio, dall’altra erano contrari all’aborto. Reagirono in maniera molto violenta.
L’hanno cacciata di casa?
Non solo, arrivarono bacchettate sulle mani e acqua gelata addosso se provavo ad avvicinarmi. Dopo la nascita di Christian poi si sono addolciti: era la loro perla e lo hanno viziato tantissimo.
Come ha affrontato la vita da giovane mamma?
Mi sono sposata col mio fidanzato anche se poi è finita. Ricordo che andammo in viaggio di nozze a Venezia insieme a mia suocera perché eravamo minorenni. Poi lui è partito per il militare e ho dovuto iniziare a lavorare per mantenere la famiglia. Facevo la modella e partecipavo a qualche spot pubblicitario.
DALILA DI LAZZARO E JACK NICHOLSON
Proprio in quel periodo è stata vittima di una una violenza sessuale.
Se ci penso mi vengono ancora i brividi. Avevo 17 anni e sono caduta nelle mani di un pazzo psicopatico che mi ha dato un appuntamento con la scusa di un’offerta di lavoro e ci sono cascata. Lui era scappato dal manicomio e la polizia lo stava cercando. Pensi che Alberto Lattuada ci voleva fare un film su questa mia storia. Però andai negli Stati Uniti e non se n’è fatto nulla.
Già da piccola aveva subito abuso.
Avevo 5 anni e un cugino mi violentò.
In casa sapevano?
Lo sapevano la mamma e la tata. Il babbo no, perché era un brav’uomo ma credo lo avrebbe ammazzato e ne sarebbe venuta fuori una tragedia. Purtroppo in questo senso sono stata sfortunata, perché c’è stato anche un terzo episodio.
Lo vuole raccontare?
Un grosso magnate brasiliano ricchissimo: un porco. Eravamo amici da anni e lo andai a trovare in un hotel di lusso a Roma. A un certo punto gli è preso un raptus. Allora non stavo tanto bene e questo pesava un quintale e mezzo. È stata una cosa allucinante, davvero molto brutta. Ma non l’ho denunciato. […] Lui è ancora vivo, ma denunciarlo oggi non avrebbe senso. Di sicuro se avessi avuto una bottiglia gliela avrei spaccata in testa.
A un certo momento ha lasciato la provincia ed è andata a Roma dove ha iniziato con il cinema sotto la protezione del produttore Carlo Ponti.
[…] Vedeva in me la nuova Greta Garbo e si incazzava parecchio perché io non avevo questa ambizione. Per recitare a certi livelli c’era da studiare tantissimo. Quando ho vissuto a New York mi aveva iscritto anche alla scuola di recitazione dove mi annoiavo da morire.
Il suo rapporto con Carlo Ponti ha fatto arrabbiare molto la moglie Sophia Loren.
Ha fatto tutto da sola e si è arrabbiata per nulla perché con Ponti non c’è stato niente.
Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 ha un successo strepitoso. Tutti la volevano.
Diciamo che ho deciso di vivere. Come le ho detto, a New York la mattina studiavo ma mi annoiavo. Poi per il resto della giornata ero sempre in giro. Ero impazzita, New York allora era una Disneyland per gli adulti. Insomma, ho finalmente vissuto la giovinezza che non avevo avuto.
Ha lavorato anche con Andy Warhol.
Sì, una persona meravigliosa. Poi ho incontrato tutti i grandi fotografi e le star dell’epoca.
[…] mi sono goduta la vita e mi sono divertita da morire.
[…] A proposito di Leone, lei era presenta da Checco Er Carrettiere a Roma la sera della famosa foto con Gianni Minà, Robert De Niro, Muhamad Ali e Gabriel Garcia Marquez. Che ci faceva?
De Niro mi voleva conoscere. Leone mi chiama e mi dice: “Devi venire a cena se no non mi fa il film”. All’inizio mi ero illusa che avessero bisogno per C’era una volta in’America. Invece era proprio personale,
dalila di lazzaro a domenica in 1
E De Niro l’ha corteggiata?
Sì molto.
Avete avuto una storia?
Non dico niente […] ma è stata una persona deliziosa. Pensi che abbiamo girato per Roma di notte e ci vide un conoscente della mia amica Mara Venier. E lei mi chiamò: “Sei stata con De Niro?”. Era molto curiosa.
Ha fatto perdere la testa anche a Jack Nicholson.
Un grande, ci siamo visti un mucchio di volte. Una volta a Venezia voleva venire a letto con me, tanto che si guardava dentro le mutande e diceva: “Sapesse cosa si sta perdendo”. Ma non me la sono sentita e mi sono inventata una di quelle scuse che abbiamo noi donne. E abbiamo dormito abbracciati tutta la notte.
dalila di lazzaro a domenica in 3
E con Alain Delon come è andata?
Tutti dicono che è antipatico. Con me è stato gentilissimo e ci siamo trovati subito bene insieme sul set. Mi disse che gli piacevo ma ero fidanzata.
Lei è una donna molto bella, che rapporto ha con la bellezza?
Non me ne sono accorta perché mia madre faceva di tutto per sgonfiarmi su questo fronte. Non voleva che usassi la bellezza per lavorare. Si è rassegnata solo quando sono finita a Roma.
È stata corteggiatissima, addirittura ha raccontato che un suo fidanzato si è tatuato le sue iniziali sul bicipite così da non dimenticarla mai.
Spero che se li sia cancellati perché è il ragazzo con cui ho avuto l’incidente. Preferivo non incontrarlo mai perché mi ha rovinato la vita.
renato pozzetto dalila di lazzaro oh serafina
Parla dell’incidente che le ha procurato il dolore cronico?
Non è colpa di nessuno, sia chiaro. Ero in moto, nel sellino dietro a questo ragazzo e abbiamo centrato questa buca gigante. Diciamo che lui poteva dirmi: “Dalila attenta, alzati”. […] Per più di dieci anni non mi sono alzata da letto. Per andare a fare l’intervista da Mara Venier a Domenica In a inizio anno ci ho messo dieci giorni. […] Vivi ma sei come morta e gli amici ti abbandonano. […]
Ha mai pensato di non potercela fare, di farla finita in qualche modo?
Delle volte il dolore ti fa venire i pensieri più terribili. Però alla fine provi a tirare avanti, usi la morfina e dormi tanto. […] Ho avuto il tempo di scrivere sei libri che credevo non vendessero nemmeno una copia invece alcuni sono diventati dei best seller. Ho pure superato bruno Vespa.
Nella sua vita c’è un grande lutto, la morte in un incidente di suo figlio Christian.
È un dolore che non passa mai. Quando è mancato sì, forse ho pensato “Che vivo a fare?”. Ma ci si convive pensando che oltre alla vita ci sia qualcos’altro. Christian c’è sempre con me. Sono sicura che lo rincontrerò. Dopo la sua morte avevo pensato di dare una mano a qualcuno e adottare un figlio. Ma purtroppo l’Italia è un paese arretrato e a un single non è permesso. […]
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