migranti

''SE LA SINISTRA NON AFFRONTA IL TEMA DELL'IMMIGRAZIONE, PERDERÀ TUTTE LE BATTAGLIE ELETTORALI'' - RUTELLI: ''QUANDO IN ITALIA SI PARLA DI IMMIGRAZIONE, PER IL 98% SI PARLA DI SBARCHI. UN 1% È DEDICATO A CIÒ CHE ACCADE PRIMA, OVVERO AL TRAFFICO DI ESSERE UMANI CHE ALIMENTA MAFIE E CORRUZIONE INTERNAZIONALE. L'ALTRO 1% AFFRONTA CIÒ CHE DOVREBBE SUCCEDERE DOPO GLI SBARCHI. I CETI DIRIGENTI DEMOCRATICI NON DEVONO VERGOGNARSI DI DIFENDERE LE ASPETTATIVE DI MILIONI DI CITTADINI CHE VIVONO CON SBANDAMENTO LE GRANDI TRASFORMAZIONI''

francesco rutelli foto di bacco

 

Mario Ajello per ''Il Messaggero''

 

Dieci anni fa, Francesco Rutelli ha scritto un rapporto sul traffico degli esseri umani come minaccia alla sicurezza nazionale. E fu approvato all’unanimità dal Parlamento. Poi Rutelli ha lasciato la politica ma questo resta per lui e per tutti un problema cruciale dell’Italia.

 

Rutelli, la sinistra in questi anni è apparsa distratta sul tema della sicurezza e su questo rischia tra l’altro di non vincere le elezioni in Emilia. Grave sottovalutazione?

ROTTA MIGRANTI

«Le racconto il ricordo che ha voluto farmi un anziano ex senatore comunista dell’Emilia Romagna. Le sue parole coincidono con l’analisi che è stata fatta per decenni dalla sociologia di sinistra più avvertita. Penso per esempio a Marzio Barbagli».

 

 

Che cosa le ha raccontato il senatore?

«Mi ha detto che finché è esistito un rapporto profondo con i ceti popolari, i dirigenti anche delle sezioni più sperdute del Pci - quando si verificavano tensioni con immigrati e attenzione, allora erano anche immigrati dal Sud d’Italia - andavano a bussare alle porte delle case spiegando alle persone i doveri della convivenza, del rispetto e del quieto vivere. E lo facevano anche con argomenti piuttosto energici, fino ad arrivare al litigio».

 

E poi? 

MIGRANTI SU BARCA A VELA

«Poi tutto questo si è perso. Si sono indeboliti i corpi intermedi, è diminuita fortemente la presenza locale dei partiti, è sparita la mediazione di fronte a problemi complessi a beneficio del tweet e di risposte immediate ed emotive. E in questa solitudine delle persone, soprattutto tra i ceti popolari, la paura è diventata una concittadina del quotidiano». 

 

La sinistra non ha capito tutto questo?

«Le forze democratiche si sono divise tra una visione matura e un atteggiamento a sua volta emotivo, che non tiene conto di alcuni dati a mio avviso di enorme rilievo». 

 

Quali dati sono?

«Quando in Italia si parla di immigrazione, per il 98 per cento si parla di sbarchi. Poi c’è un 1 per cento dedicato a ciò che accade prima degli sbarchi, ovvero al traffico di essere umani che alimenta mafie e corruzione internazionale. E infine, per il restante 1 per cento, si parla di ciò che succede o dovrebbe succedere dopo gli sbarchi, cioè di come vanno integrati coloro che sono arrivati in Italia». 

39 migranti morti nel tir 9

 

Insomma non si parla quasi del nocciolo vero della questione?

«Proprio così. Bisogna guardare i numeri del macro-fenomeno, non solo le cifre dei migranti che arrivano nei nostri porti. La sola Nigeria, nel 2050, cioè praticamente domani, si prevede che avrà la stessa popolazione dell’intera Europa. E perché nessuno parla di questa prospettiva dirompente di uno squilibrio demografico, che va a incidere nella vita quotidiana dei nostri quartieri?». 

 

Non lo fa la politica, non lo fa la sinistra?

«La sinistra non è riuscita a passare dalla sacrosanta mobilitazione anti-razzismo alle politiche conseguenti. Le due cose vanno tenute insieme. E lo faccia dire a chi, nei lontani anni delle mobilitazioni umanitarie dei Radicali contro la fame nel mondo, s’è trovato davanti al muro dell’indifferenza e del disprezzo». 

missione sophia 6

 

Ma come si fa una politica efficace su immigrazione e sicurezza? 

«I livelli sono due. Quello europeo e quello nazionale. Dobbiamo pretendere dall’Europa che contribuisca a governare e a risolvere la sfida dell’immigrazione, sennò ne sarà travolta. Il problema è una mancanza di leadership europea. E visioni nazionali di corto respiro». 

 

E in Italia?

MIGRANTI IN GERMANIA - HANGAR DI TEMPELHOF

«Non si può accettare che esista un numero imprecisato di persone che vivono nel nostro Paese senza averne i titoli. Non sto parlando naturalmente dei rifugiati, che un Paese civile come il nostro deve volere e sapere accogliere. Parlo dei flussi gestiti dai trafficanti di esseri umani: non possono essere loro a decidere chi deve venire in Italia! Questa è una cosa folle. Chiunque stia nel nostro Paese deve avere un nome e un’identità e deve rispondere alle regole. Altrimenti, non c’è migliore manovalanza per il crimine organizzato». 

 

L’Europa ha sottoscritto accordi con i Paesi africani e asiatici. Perché non diventano operativi?

«Su questo l’Italia deve far sentire fortemente la sua voce. Gli accordi di Lomé, poi diventati di Cotonou, stabiliscono importanti sostegni economici e sociali per i Paesi in via di sviluppo, ma possono e debbono comportare anche da parte dei riceventi doveri e impegni concreti. In particolare l’efficacia dei rimpatri dei migranti privi di requisiti. La Ue tutta insieme deve collegare gli aiuti, anche crescenti, ai Paesi in via di sviluppo con questa ordinaria collaborazione che è l’unico strumento credibile per tagliare le unghie ai trafficanti». 

 

Così avremo città più sicure?

«Non solo più sicure ma anche più capaci d’integrare e ricche di pluralismo culturale. Le forze democratiche dovrebbero tornare ai principi ispiratori di oltre un secolo fa, ovviamente aggiornati ai tempi: umanità e legalità». 

salvini macron

 

E’ il mancato mix che ha tolto al Pd l’Umbria e lo fa traballare in Emilia?

«Credo proprio di sì. I ceti dirigenti democratici non devono vergognarsi di difendere le aspettative di milioni di cittadini che vivono con sbandamento le grandi trasformazioni. Senza cadere, però, nella propaganda demagogica che non risolve niente». 

 

Salvini grida ma i rimpatri non li fa? 

«Il capo della Lega ha azzeccato un filone di grande popolarità. Ma nel medio termine tutti saranno interpellati sui risultati. La battaglia per l’umanità e la legalità non può ridursi a sbarchi sì o sbarchi no. E’ la certezza dei rimpatri il punto fondamentale. Su questi temi si deve ricercare la più larga convergenza. E aggiungo: in Francia, è in corso in queste ore il dibattito parlamentare sulla nuova legge che stabilisce le quote legali per l’immigrazione. O in Italia le forze democratiche entrano in questo ordine di idee oppure nelle elezioni dei prossimi anni non ci sarà partita». 

migranti

 

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO