ABORTO FAI-DA-TE - IN AMERICA LE DONNE FANNO SCORTE DI CONTRACCETTIVI E PILLOLE PER L'INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA, DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA: "NON SI SA PIÙ COSA POTREBBERO VIETARE" - L'IPOTESI PIÙ SICURA È L'ABORTO FARMACOLOGICO, CIOÈ UNA COMBINAZIONE DI MIFEPRISTONE E MISOPROSTOLO DA PRENDERE IN CASA: POI SI VA IN OSPEDALE DICENDO CHE SI TRATTA DI "ABORTO SPONTANEO" - LA DEM ALEXANDRIA OCASIO-CORTEZ: "QUANDO AVEVO 22 O 23 ANNI SONO STATA VIOLENTATA E TUTTO QUELLO CHE MI RESTAVA DA PENSARE ERA: GRAZIE A DIO HO UNA SCELTA" - VIDEO

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Irene Soave per il “Corriere della Sera

 

OCASIO CORTEZ E LE PROTESTE PRO ABORTO 2 OCASIO CORTEZ E LE PROTESTE PRO ABORTO 2

«Quando avevo 22 o 23 anni sono stata violentata, qui a New York. Ero completamente sola, e feci un test di gravidanza in un bagno pubblico. Quando ero là seduta, tutto quello che mi restava da pensare era: grazie a Dio ho una scelta».

 

I manifestanti di Union Square, a Manhattan, ascoltano in silenzio mentre Alexandria Ocasio-Cortez, la parlamentare dem più giovane, diventa l'immagine della protesta. Giorni fa, dopo la pronuncia della Corte Suprema, aveva detto: «La gravidanza forzata è un crimine contro l'umanità». L'altra sera ci ha messo la faccia.

 

STATI UNITI - PROTESTE PER L'ABOLIZIONE DEL DIRITTO DI ABORTO STATI UNITI - PROTESTE PER L'ABOLIZIONE DEL DIRITTO DI ABORTO

Non si fermano le proteste nemmeno nel resto degli Stati Uniti: in Colorado un centro pro-life è stato incendiato; Portland (Oregon) è stata teatro di scontri violenti. E il governo della California potrebbe approvare già oggi un emendamento alla Costituzione che blinderà il diritto all'aborto.

 

In attesa di statistiche, gli indizi che le donne corrano ai ripari informalmente si moltiplicano nelle cronache dai 22 Stati dove l'aborto è già di fatto impossibile. Nelle zone di confine programmano gli straordinari: alcune cliniche Planned Parenthood, per esempio, prevedranno due ore in più al giorno, e chiusura solo due domeniche al mese.

 

OCASIO CORTEZ E LE PROTESTE PRO ABORTO 1 OCASIO CORTEZ E LE PROTESTE PRO ABORTO 1

Il New York Times raccoglie testimonianze di donne che fanno scorte di pillole abortive e di contraccettivi: «Non si sa più cosa potrebbero vietare». Circolano, soprattutto, numerosi vademecum, sulla falsariga di quello, premonitore, pubblicato dal New York Magazine il 23 maggio: cosa fare se si vuole interrompere la gravidanza in uno Stato dove non si può.

 

proteste contro la decisione della corte costituzione sull aborto 5 proteste contro la decisione della corte costituzione sull aborto 5

L'ipotesi più sicura è l'aborto farmacologico. Cioè la combinazione di mifepristone e misoprostolo che in pandemia è già diventata il modo in cui metà delle americane abortiscono: a casa, seguite a distanza.

 

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È «sicura nel 99% dei casi», spiega la divulgatrice Abigail Atkin, e non lascia tracce nell'organismo: chi l'ha presa e ha bisogno di cure può presentarsi in ospedale come «aborto spontaneo». La spediscono a casa, in pacchetti anonimi, reti come Just The Pill, Hey Jane, Mayday.

 

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Gli sviluppatori di app che monitorano il ciclo - come Flo, Clue, Apple Health - sono al lavoro per rendere i dati che raccolgono totalmente anonimi, nell'ipotesi non remota che un giudice li richieda: i vademecum (così ad esempio il Nymag) consigliano, nel dubbio, di «distruggere le app» e segnarsi le mestruazioni sul diario.

 

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«Non parlare a nessuno» dell'intenzione di abortire, se non a medici (vincolati dal segreto); «disabilitare il riconoscimento facciale dai cellulari» perché in tribunale ci si può rifiutare di fornire il pin ma non di accedere con la fotocamera; «spegnere lo smartphone» se si va a ritirare il pacco con la pillola, per non essere tracciate. E così via, in un crescendo che rimanda agli anni delle mammane, in versione tech.

 

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Ieri un editoriale del sito Vatican News, firmato dal direttore delle comunicazioni della Santa Sede Andrea Tornielli, ha ribadito la posizione antiabortista della Chiesa ma enfatizzato che proteggere la vita significa, anche, occuparsi di congedi di paternità e «della minaccia delle armi da fuoco, crescente negli Usa».

 

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