I MANIFESTI ELETTORALI DI DINO GIARRUSSO
Claudio Bozza per www.corriere.it
Dino Giarrusso, eurodeputato, su 23 candidati sindaci del M5S ne avete eletto solo uno: ad Alcamo. In Sicilia alle politiche 2018 prendeste il 50%, alle europee il 32%. Il Movimento non pare granché in salute…
«A Catania nel 2018 prendemmo il 50% alle politiche e appena il 16% al Comune: sono partite diverse. A queste elezioni abbiamo fatto bene e male, mi preoccupa che la lista M5S non sia mai andata in doppia cifra: è un segnale. Alcune reazioni mi stupiscono: a Favara avevamo la sindaca uscente, non abbiamo presentato il simbolo e siamo arrivati ultimi su 15 liste senza mettere nemmeno un consigliere, eppure c’è chi esulta…perché?».
Al ballottaggio a Roma Conte voterà Gualtieri, mentre Raggi è furiosa per la linea pro Pd. Lei chi sceglierebbe?
«Non ci siamo alleati lì per volontà del Pd: come hanno detto Conte e Raggi gli elettori non sono pacchi che si spostano, c’è libertà. Io non potrei mai votare Michetti: ha parlato di shoah con toni inaccettabili, chi dice queste cose non può fare il sindaco».
Anche a Torino siete più che divisi: Lo Russo o Damilano?
«Lì il Pd non ha scelto il candidato che ci vedeva d’accordo: il rettore Guido Saracco. A Torino il centrodestra è più presentabile e immagino i nostri elettori si divideranno».
Conte, su questo voto aveva messo le mani avanti, ma ora annuncia il rilancio. Per la nuova segreteria filtrano nomi: Crimi, Taverna, Todde, Azzolina. Che ne pensa?
«Conte ha un grande consenso personale ma deve essere percepito come leader M5S. Leggo da lunghi mesi questo totonomi con qualche perplessità. Credo sia indispensabile rinnovare, e soprattutto inserire chi ha dimostrato di avere grandi consensi».
paola taverna foto di bacco (1)
Sì riferisce anche a se stesso?
«A chiunque abbia fatto risultati, lavorato sul territorio, dimostrato concretamente numeri importanti».
Lei ha preso 117.211 voti di preferenza, è il più votato di sempre da quando esiste il M5S, dunque…
«E dopo il voto mi sono speso anima e corpo dedicando ogni minuto libero ai territori, come dovremmo fare tutti. Stimo molto Conte e so che deve mantenere equilibrio nei gruppi parlamentari, ma non deve dimenticare le volontà della base, senza la quale i voti non arrivano più. Un anno fa abbiamo fatto gli Stati generali, e non abbiamo mai comunicato i numeri di quella votazione, perché? Quei risultati raccontano chi è più o meno apprezzato e noi abbiamo predicato da sempre trasparenza, in nome della democrazia diretta: perché non diamo questi risultati? Cosa ci frena? Molti attivisti me lo chiedono da mesi».
Ma lei questi numeri li conosce?
«Io facevo il giornalista d’inchiesta: i risultati veri li so, e so anche tante altre cose, non tutte lusinghiere. Mi auguro che Conte spazzi via ogni atteggiamento incoerente con i nostri valori e faccia le sue scelte tenendo in conto la rappresentanza interna e i consensi reali, altrimenti invece di risalire rischiamo di andare ancora più giù. A Milano abbiamo preso il 2,7%, a Bologna appena di più: significa che il simbolo del Movimento da solo non basta più, e servono persone che hanno consenso e peso reale sui territori».
DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA
Dopo questa tornata, il Pd ha ribaltato il rapporto di forza rispetto a voi. Su questo che si aspetta da Conte?
«Che sappia scegliere bene, usare la sua credibilità e lavorare ad una legge proporzionale, che oggi serve all’Italia. Col Pd va bene decidere caso per caso: stimo molto alcuni di loro come Bartolo o Provenzano ma andare ad annullarci nel Pd sarebbe un suicidio: i nostri valori non sono negoziabili».
Di Battista sta preparando un nuovo contenitore assieme a Casaleggio. Tra i Cinque stelle sono in arrivo altri addii, ci sarà anche lei?
«Io penso che la cosa più giusta sia fare una bella lotta all’interno del Movimento, non all’esterno. Andarsene può essere conveniente, ma io finora ho creduto in questo progetto, non in altri».
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