roberto fico virginia raggi beppe grillo luigi di maio

APPENDINO E RAGGI, TORNATE A CASA A PETTINARE LE BAMBOLE. FIRMATO: GRILLO – “L’ELEVATO” HA CHIARITO A DI MAIO E FICO CHE SI VA A SBATTERE IMPUNTANDOSI SULLE LORO RICANDIDATURE, MEGLIO TROVARE UN ACCORDO SU UN CANDIDATO "NEUTRO" CON IL PD - PECCATO CHE “VIRGY” NON ABBIA INTENZIONE DI MOLLARE. E INFATTI IERI DA FLORIS HA QUASI DATO DEL MAFIOSO A ZINGARETTI - VIDEO

 

 

 

1 – DAGONOTA

Beppe Grillo

“L’elevato” scende tra i comuni mortali per provare a rianimare il Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo ha parlato a Luigino Di Maio e a Roberto Fico e ha suggerito loro di mettersi l’anima in pace e trovare un accordo.

 

Il duplex “institutional” servirebbe innanzitutto a frenare le ansie revanchiste di Dibba e dei suoi seguaci, che mal soffrono la svolta governista (e poltronista) impressa dall’ex capo politico al Movimento.

 

Beppe-Mao ha però anche fatto capire al ministro degli Esteri e al Presidente della Camera che dall’alleanza con il Pd non si torna indietro e non ha senso impuntarsi per ricandidare la Raggi e la Appendino a Roma e Torino.

 

fico grillo di maio

 

Meglio andare incontro al Nazareno e trovare un candidato comune. Virgy però non molla: ha già detto che si candiderà anche senza l’appoggio dei pentastellati. Sa che molti big grillini stanno con lei, ma solo per far cadere il totem del secondo mandato. E infatti ieri a DiMartedì ha quasi dato del mafioso a Nicola Zingaretti

 

2 – VIRGINIA RAGGI DÀ DEL MAFIOSO A NICOLA ZINGARETTI. CHE SUCCEDE ADESSO

Da www.iltempo.it

 

beppe grillo virginia raggi

E meno male che sono alleati. Virginia Raggi è stata ospite della trasmissione "Di Martedì" condotta da Giovanni Floris su La7. E proprio lì si è lasciata andare a un commento pesante sul suo supposto alleato Nicola Zingaretti: "Non si è mai schierato contro i Casamonica o gli Spada come si è schierato contro di me definendo la mia ricandidatura come una minaccia".

 

A questo punto, come riportato dallo stesso blog 7Colli, cosa succederebbe in un Paese normale? Che Zingaretti chiederebbe la testa politica della Raggi, altrimenti fine alleanza. E invece, come sottolinea 7Colli, in Italia non succederà nulla. E tutti continueranno a fare finta di niente, accuse comprese. Come prima, più di prima...      

 

virginia raggi e nicola zingaretti 1

3 - «CANDIDATA A ROMA? NON A QUESTO GIRO» LA MOSSA DELLA MELONI RILANCIA UN CIVICO

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

A chi, in queste ore, le chiede «Giorgia che facciamo a Roma?», lei risponde così: «Ragazzi, non ci ho ancora messo la testa». Prima c'è il puzzle delle regionali di settembre da chiudere.

IL FOTOMONTAGGIO DI SALVINI MELONI E TAJANI CON UN MALATO DI CORONAVIRUS

 

In pubblico, però, la leader di Fratelli d'Italia risponde così, dando una doppia sfumatura alla domanda: «Io candidata a sindaca di Roma? No, non nei prossimi mesi, mettiamola così». Una tattica, quella di Meloni, per dire «no, non ora, forse un domani», ma per ribadire allo stesso tempo che l'anno prossimo il candidato per il Campidoglio del centrodestra non potrà non passare dal gradimento di Fdi.

 

giorgia meloni

In quanto «la città ha bisogno di un sindaco all'altezza, quello che abbiamo visto negli ultimi anni la Capitale non se lo merita», è il pensiero di Meloni che sembra molto netta su Virginia Raggi. Dalla Lega danno per scontato che Meloni non correrà per il Campidoglio. Anche perché la diretta interessata sottolinea: «Tra un anno vorrei essere al governo, e restarci almeno per 5 anni». Quindi altro che Aula Giulio Cesare.

 

LA ROSA

Gli uomini più vicini a Matteo Salvini ammettono: «Mettiamola così: se Fratelli d'Italia volesse esprimere il candidato non ci strapperemmo i capelli. Ma il fatto è che, tolta Giorgia, non hanno altre carte vincenti». Quindi? Quindi nel centrodestra si ritorna sempre allo stesso discorso: un profilo civico che possa mettere tutti d'accordo senza litigare sulla bandierina da piazzare, sul pedrigree.

 

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

Per il momento, a leggere la sfilza dei «no, grazie» c'è da contare fino a cento. La prima è stata Giulia Bongiorno, senatrice del Carroccio, romana d'adozione, uno studio legale prestigioso sulle spalle e, soprattutto, un recente passato da ministra. Nel corso del quale non ha mai mancato di dire la sua su Roma e sull'operato di Raggi. Ma ora è inamovibile: «Grazie, ma non mi interessa».

 

E così si va avanti per tentativi falliti, suggestioni, «carotaggi» e autopromozioni. In quest'ordine durano lo spazio di un mattino Franco Frattini, ex ministro dei governi Berlusconi e già commissario europeo; Paola Basilone, ex prefetta della Capitale, e anche Claudio Lotito, presidente della Lazio che, tra il serio e il faceto, ogni tanto si fa scappare la battuta: «Quasi, quasi».

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

 

In questa gara a scansarsi, tra nomi coperti e ballon d'essai, anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e uomo forte di FdI a Roma, si tira fuori. Stesso discorso per Luca Barbareschi - attore, produttore e direttore artistico dell'Eliseo - che mesi fa in Transatlantico confessava: «Giorgia mi ha chiesto di correre, ma io penso al mio teatro».

 

Sarà andata così? Comunque è acqua passata. E la corsa al mister X non c'è, anche perché gli equilibri di Lega-Fratelli d'Italia e Forza Italia sono quelli che sono. E, come aggiunge un azzurro di spicco, «mettere sul tavolo in questo momento anche la Capitale ci metterebbe in crisi». Ma tutto questo tempo, è il parere dei maggiorenti di Salvini a Roma, «non c'è: se dobbiamo puntare su un civico abbiamo bisogno di accendere i motori».

Si prosegue a colpi di tattica. Come d'altronde fanno gli altri partiti, pronti a muoversi a specchio a seconda delle mosse degli avversari.

 

ROBERTO GUALTIERI

Il Nazareno - bollata come «bufala» l'ipotesi del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri - sogna un profilo civico che possa prendere voti moderati. Magari con competenze già nella sfera dell'ordine pubblico. E quindi, per estensione, della legalità e del decoro. Uno dei tanti mali della città. In fin dei conti, anche Raggi temporeggia.

 

 

 

Ormai è pronta a ricandidarsi - come testimonia la martellante presenza su tutte le tv - ma aspetta il via libera formale del Movimento, dopo la benedizione doppia di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Manca quella di Beppe Grillo, ma è il minore dei problemi per la sindaca visto il rapporto che ha con il Garante. La faccenda è burocratica: tutti aspettano che Vito Crimi metta su Rousseau il quesito per la deroga al secondo mandato per chi adesso fa il sindaco. «Ma si devono sbrigare - dicono i fedelissimi della grillina - non possiamo aspettare in eterno». E la non campagna elettorale, intanto, va avanti.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...