giorgia meloni e raffaele fitto
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
Nella burocrazia comunitaria si chiamano «sampling and verification», «campionamento e verifica». Se ne trovava traccia nel comunicato con cui il 27 marzo la Commissione europea e il governo si sono accordati per allungare i tempi necessari a valutare il rispetto dei cinquantacinque obiettivi della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quella scaduta lo scorso 31 dicembre.
PNRR, TRAGUARDI, SCADENZE E IMPORTI - GRAFICO LA STAMPA
Ebbene, il sì formale ai venti miliardi ancora non c'è, ma nel frattempo a Roma sono arrivati i funzionari delegati a valutare lo stato di avanzamento di ogni singolo progetto o riforma: fonti ben informate raccontano che hanno fatto visita ad almeno due ministeri.
D'altra parte il Pnrr è anzitutto un problema di amministrazione: quanto più il governo stenta a rispettare le scadenze, più aumenta la pressione di Bruxelles. Dopo i (troppi) mesi dedicati alla riforma della governance, il ministro degli Affari comunitari Raffaele Fitto deve accelerare.
Ha nominato il responsabile dell'unità che accentra i poteri di gestione a Palazzo Chigi (il consigliere della Corte dei Conti Carlo Alberto Manfredi Selvaggi), non ancora i responsabili (sono quattro) ai quali è affidato il coordinamento delle singole missioni.
Non è ancora chiaro ad esempio se fra questi ci saranno alcuni dei funzionari che stavano già a Palazzo Chigi con Mario Draghi, e in particolare Chiara Goretti, l'ex coordinatrice della segreteria tecnica del Pnrr.
giorgia meloni con paolo gentiloni
Di qui in poi la nuova struttura di missione sotto il controllo politico di Fitto dovrà coordinarsi con il ministero del Tesoro, che fino ad ora era delegato a tenere il filo con i colleghi di Bruxelles. Molti osservatori sostengono che la piramide non funzionerà, e che l'enorme macchina di via XX settembre non sia abituata a prendere ordini da Palazzo Chigi. A chi ne discute con il ministro, Fitto si mostra più ottimista.
Sia come sia, Fitto deve stringere soprattutto sulla revisione del piano, pena la sospensione della quarta rata in scadenza il 30 giugno. Il commissario europeo Paolo Gentiloni aveva chiesto di presentare un piano entro il 30 aprile, in tutta risposta il governo ha preso tempo fino al termine legale del 31 agosto. Ma poiché Fitto ha già ammesso che non raggiungerà al cento per cento alcuni obiettivi […], procrastinare la revisione del piano significherebbe congelare l'intero processo.
E poiché […] la Commissione ha comunque bisogno di tempo per valutare le carte, il governo dovrà presentare una proposta di rinegoziazione del piano ben prima di agosto. Se così non fosse, ci sono buone probabilità che l'Italia nel 2023 non riceva nemmeno un euro di fondi Pnrr. «È uno scenario al quale il governo rischia di non sopravvivere», ammetteva qualche giorno fa un ministro sotto la garanzia dell'anonimato. […]