Paolo Mastrolilli per “La Stampa”
Joe Biden resuscita Obamacare, riapre all'aborto, e soprattutto continua quella che i critici denunciano come una silenziosa svolta a sinistra, condotta per soddisfare l'ala più forte o rumorosa nel Partito democratico, pur senza annunciarlo ufficialmente per mantenere l'aura moderata. E questo non riguarda solo sanità, clima o immigrazione, ma anche l'economia, che nel 2020 ha perso il 3,5% del Pil, confermando di avere bisogno di stimoli.
Come ormai avviene quasi ogni giorno, il capo della Casa Bianca ha agito con gli ordini esecutivi. Perché ha bisogno di risultati immediati, pur tenendo accesa la speranza di far passare in Congresso qualche provvedimento bipartisan, almeno per il pacchetto da 1,9 trilioni di dollari contro il Covid e i suoi effetti.
Il primo decreto firmato ieri rilancia l'Affordable Care Act (Aca), dopo tutti i tentativi fatti da Trump per cancellare o azzoppare la riforma sanitaria, proprio nel mezzo della pandemia. «Devo rimediare ai danni», ha detto.
Obamacare prevedeva che i cittadini potessero sottoscrivere le polizze per un periodo di sei settimane alla fine dell'anno, ma l'amministrazione precedente ha fatto tutto il possibile per non pubblicizzare il programma e limitare le adesioni. Perciò Biden ha riaperto le iscrizioni dal 15 febbraio al 15 marzo, in modo da aumentare la partecipazione.
Per boicottare l'Aca, Trump aveva anche autorizzato la sottoscrizione di polizze alternative a breve termine, che costavano poco ma offrivano meno copertura. Il nuovo presidente chiede che siano riviste, magari non per eliminarle, perché ciò lascerebbe molte persone senza assicurazione, ma per vietarle in futuro.
Biden poi vuole rafforzare Medicaid, l'assistenza pubblica offerta ai più poveri, cancellando alcune limitazioni imposte dal predecessore, come quella che richiede certi obblighi lavorativi per ottenere la copertura.
La seconda parte dei provvedimenti firmati ieri riguarda invece l'aborto, per difenderlo all'estero e negli Usa.
Biden ha annullato la «Mexico City Policy», che nega i finanziamenti federali alle organizzazioni non governative (Ong) promotrici dell'interruzione di gravidanza nel mondo. Ormai questa è una prassi abituale: le amministrazioni repubblicane riaffermano la «Mexico City Policy», quelle democratiche la cancellano.
Il capo della Casa Bianca però ha chiesto di rivedere anche l'applicazione dell'Hyde Amendment, e quindi le limitazioni per i finanziamenti federali a chi promuove l'aborto negli Usa.
Biden in passato era favorevole a questa regola, ma ora ha cambiato posizione. Lo deve all'ala progressista del partito, ma così si mette al centro della «guerra culturale», attirandosi i rimproveri dei conservatori nella gerarchia cattolica.
ALABAMA - MANIFESTAZIONE A DIFESA DELL ABORTO
Karl Rove, consigliere di Bush figlio, ha scritto sul «Wall Street Journal» che il presidente sta svoltando a sinistra con questi provvedimenti, ma soprattutto perché si prepara a far approvare il pacchetto di stimoli da 1,9 trilioni di dollari senza voti repubblicani. Anche «Washington Post» e «New York Times» hanno sollecitato Biden ad usare meno decreti e cercare accordi bipartisan.
Lui ha sentito le critiche, perché ieri si è giustificato così: «Non sto facendo nuove leggi, ristabilisco il passato». Su Covid ed economia però si gioca la presidenza, e quindi non è disposto ad aspettare in eterno il Gop.