DAGOREPORT
- Mai si era vista una tale scorrettezza istituzionale che vede un candidato al Quirinale (Draghi) impegnato a fare un giro di consultazioni con i leader dei partiti per il futuro governo, come se fosse già Capo dello Stato.
- L’articolo dell’”Economist” (“Draghi al Colle è un male per l’Italia”) ha fatto letteralmente infuriare Mariopio. Non se l’aspettava da quello che considerava il suo mondo.
L ECONOMIST CONTRO L'AUTOCANDIDATURA DI MARIO DRAGHI AL QUIRINALE
- Dite a Draghi che il suo peggior nemico non sono i partiti bensì una marea di franco tiratori che nessun leader riesce a controllare, impegnati a concludere la legislatura per intascare il vitalizio parlamentare. In primis, i pentastellati: Giuseppe Conte controllerebbe la miseria di una settantina di voti. E votare scheda bianca sta lì a significare la paura dei partiti di essere sconfessati indicando un nome.
- Finalmente oggi Draghi ha capito due cose. Primo: dei partiti non può fare a meno, quindi ha dismesso la maschera da gradasso del Marchese del Grillo e ha incontrato i vari leader. Secondo: che deve dire ai partiti a chi affiderà l’incarico come premier, nell'eventuale trasloco sul Colle.
- Nell’incontro di oggi con l’ex Bce, Salvini ha sottolineato il suo no a un premier tecnico a Palazzo Chigi (Colao, Cartabia), perché vuol semplicemente dire: “Draghi, un uomo solo al comando” e la conseguente estinzione del sistema italiano fondato sui partiti e non sul semipresidenzialismo. Da parte sua, Mariopio ha replicato: “Se io devo restare a Palazzo Chigi, devo sapere chi sceglierete come presidente della Repubblica. Non sono un uomo per tutte le stagioni”.
GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA
- Il nome di Elisabetta Belloni, responsabile dei servizi segreti, l’ha messo in giro Luigino Di Maio in modalità guastatore, piccato che non sia stato coinvolto negli incontri al vertice di questi giorni. Ovviamente Salvini, la capa delle barbefinte non l’accetterà mai. Nei Palazzi ha sorpreso molti il fatto che la Belloni non abbia sconfessato la candidatura al Colle
- Il lancio da parte di Gigiona Meloni dell’ex magistrato Carlo Nordio, strenuo nemico del pool Mani pulite, è la prova provata che la coalizione del centrodestra appartiene ai giornali di ieri. Infatti, non solo il Pd e i 5Stelle non l’accetteranno mai, ma neanche Forza Italia e la Lega acconsentiranno a dare la loro disponibilità a un candidato della Meloni.
luigi di maio elisabetta belloni
- Telefonata molto cordiale tra Salvini e Berlusconi, con quest’ultimo impegnato a tenere in piedi Forza Italia, partito che si sta balcanizzando ogni giorno che passa. E il Banana ha ripetuto all’ex Truce che un Draghi al Colle vuol dire voto anticipato poiché la coalizione di governo si regge sullo sputo.
BERLUSCONI MELONI 3 annalisa chirico carlo nordio