DAGOREPORT
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE
“Restare compatti e leali a Giuseppe Conte, no a un governo tecnico guidato da Mario Draghi. Dunque nessun sostegno all'ex numero 1 della Bce. Questa, a quanto apprende l'Adnkronos, la posizione di Beppe Grillo, espressa ad alcuni big del M5S che lo hanno sentito in queste ore”.
Il lancio-bomba dell’agenzia diretta da Gianmarco Chiocci sta suscitando alcuni dubbi: intanto, quando l’Elevato vuole esporsi usa il suo blog; secondo, chi sono “alcuni big del M5S” che hanno raccolto il sì a Conte? Ah, saperlo…
giuseppe conte e luigi di maio
Tali dubbi hanno origine dalle telefonate a raffica che Ta-Rocco Casalino sta sparando ai parlamentari grillini per far uscire un documento contro il varo di un eventuale governo Draghi. Tant’è che la dichiarazione a botta calda del reggente Crimi (“No a Draghi”) è stata innescata da una telefonata di Conte.
Il silenzio di Grillo, che va in duplex con quello di Davide Casaleggio, ormai confina con la depressione dopo la rottura agostana con la moglie e i guai del figlio in calore. Forse aprirà bocca al termine dell’assemblea grillina di oggi pomeriggio: prima vuol vedere a che punto di bollitura è il movimento, quindi vuol capire cosa ha in mente Luigi Di Maio che ha davanti la grande occasione, con la scissione dei Dibbas, di diventare leader dei governisti.
Avrà il coraggio di farlo l’ex bibitaro? Anche perché un no a Draghi, per i 5stelle vuol dire uscire dal perimetro dell’Unione Europea e diventare dunque irrilevanti. Per ora Luigino sta riflettendo sulla posizione da prendere davanti all’accorato appello di Mattarella di trovare una maggioranza che supporti il governo Draghi.
Sta valutando anche una dichiarazione critica sul Conte bis, sia i 5Stelle sia il Pd qualche errore l’abbiamo fatto, non siamo riusciti ad avere una maggioranza senza Italia Viva, per poi dare il suo appoggio al “governo del Presidente”.
Finora è comparsa una chat privata composta da 40 deputati e 10 senatori pentastellati, tutti vicini a Giggino, che si esprimono a favore verso un governo Draghi, anche se alcuni di loro sono dell’avviso che bisogna andare a vedere il programma.
giuseppe conte luigi di maio vincenzo bianconi nicola zingaretti roberto speranza
Pressing pro-Draghi è arrivato a Di Maio anche da Zingaretti: se votiamo Draghi con una “maggioranza Ursula”, cioè con i voti di Forza Italia, non c’è bisogno dei voti o dell’astensione della Lega. Viceversa, col vostro no a Mattarella e a Draghi, Salvini diventa determinante.
Intanto Conte da una parte rosica perdendo bile dal naso, dall’altra è pressato da chi gli consiglia di far un suo partito subito (ma il capo dei Volenterosi Tabacci ha già innalzato peana a Draghi) e da chi gli suggerisce di prendere il comando del M5S.