guido crosetto giorgia meloni salvatore luongo mario cinque

CARAMBA, CHE GUERRA TRA MELONI E CROSETTO – “DOMANI” ROMPE IL SILENZIO SULLA LOTTA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI TRA LA PREMIER E IL MINISTRO DELLA DIFESA - LA NOMINA DEL NUOVO COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI È SOLO L’ULTIMO TERRENO DI SCONTRO: CROSETTO VUOLE PROMUOVERE SALVATORE LUONGO, ATTUALE VICE COMANDANTE. LA DUCETTA INVECE, SU SUGGERIMENTO DI MANTOVANO E FAZZOLARI, PREFERIREBBE MARIO CINQUE – DOMATTINA LO SHOWDOWN: O LA MELONI SI PIEGA O RISCHIA LA ROTTURA DEFINITIVA CON CROSETTO, GIUDICATO TROPPO AUTONOMO DALLA FIAMMA TRAGICA...

Estratto dell’articolo di Emiliano Fittipaldi per “Domani”

 

GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI

Dentro i vertici del governo c'è una lotta intestina […] che si sta combattendo sulla pelle di una delle istituzioni della Repubblica, l'Arma dei Carabinieri. Uno scontro durissimo tra il ministro della Difesa Guido Crosetto, da un lato, e la coppia formata dalla premier Giorgia Meloni e il suo braccio destro Alfredo Mantovano dall'altro, che rischia presto di trasformarsi un caso politico affatto banale. E che può terremotare i rapporti - già tesi - tra il Gigante e la Bambina, come gli amici chiamano i due fondatori di Fratelli d'Italia.

 

teo luzi comandate generale dei carabinieri

La questione è nota: il 14 novembre scade il mandato dell'attuale comandante generale Teo Luzi. E – con scarso senso di responsabilità istituzionale, come già accaduto nel 2023 per il vertice della Guardia di Finanza - non c'è ancora un accordo nell'esecutivo sul nome del successore.

 

Crosetto vuole promuovere “senza se e senza ma” Salvatore Luongo, attuale vice comandante e generale con un lungo curriculum di servitore dello stato (è stato a capo del legislativo con i ministri della Difesa di Pd e M5s Roberta Pinotti, Elisabetta Trenta e Lorenzo Guerini), mentre Meloni – su suggerimento di Mantovano e dell'altro sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, preferirebbe il generale Mario Cinque, altro eccellente ufficiale da tre anni capo di stato maggiore.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

In subordine, la premier sceglierebbe quello che da molti è considerato il terzo incomodo nella tenzone, il comandante dell'interregionale “Pastrengo” Riccardo Galletta.

 

Meloni e Crosetto sono ai ferri corti, e non mollano le rispettive posizioni. Seppure non è chiaro – essendo tutti i tre candidati generali stimati – le reali cause di un braccio di ferro che sta allarmando anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sgomento dai ritardi dell'esecutivo e dai veleni che condizionano a cascata la vita di un corpo dello Stato che dovrebbe essere messo al riparo dalle tensioni politiche.

 

salvatore luongo

Risulta a chi scrive che Crosetto – stanco di non avere risposte sul dossier – abbia rotto gli indugi in vista dell'ultimo Consiglio dei ministri utile a deliberare la nomina prima dell'uscita di Luzi (il cdm è previsto martedì mattina). Gli uffici di Mantovano hanno così ricevuto venerdì scorso la lettera di Crosetto con l'indicazione di Luongo: per legge è infatti il ministro della Difesa a proporre il nome del nuovo comandante, sentito il Capo di stato maggiore della difesa. Quest'ultimo è Luciano Portolano, che ha già dato il suo ok a Luongo.

 

A Palazzo Chigi non hanno preso bene la mossa di Crosetto, considerandolo una sorta di forzatura. Il dado però è ormai tratto: martedì mattina o Meloni si piega e accetta il candidato del ministro, oppure prende altro tempo imponendo al cdm una fumata nera sulla nomina. In questo caso le conseguenze potrebbero essere pesanti: Crosetto ha già dato la sua parola a Luongo e non intende fare retromarce.

 

mario cinque

Come avvenuto invece mesi fa sui vertici di Gdf e Aisi, quando i suoi preferiti (rispettivamente Umberto Sirico e Giuseppe Del Deo) hanno perso la corsa. La premier, lo sappiamo, però non ama alcuna costrizione, e potrebbe decidere comunque di ufficializzare la crisi strisciante con uno dei suoi fedelissimi, con il quale ha un rapporto profondo ma sempre più complicato.

 

Tanto che da Palazzo Chigi spiegano che «il vero nodo» sarebbe non «la figura, stimabilissima, di Luongo», ma proprio il fatto che il generale sia visto come «troppo vicino a Crosetto». […]

 

Ma cosa è successo? I motivi sono plurimi. In primis la premier e i due sottosegretari non tollerano l'autonomia con cui da sempre si muove il ministro, pure mal sopportato dalla base di FdI che lo considera (da ex democristiano e forzista) assai lontano dalla cultura ex missina. Meloni non apprezza dell'amico nemmeno i rapporti che intrattiene con soggetti come Luigi Bisignani (i due si incontrano spesso negli uffici della Difesa) o con l'imprenditore Carmine Saladino, nella cui casa vive il ministro.

 

riccardo galletta

La situazione […] è diventata più tesa anche per colpa (indiretta) del nostro giornale: quando mesi fa abbiamo raccontato del tentativo della moglie di Crosetto di entrare all'Aise, il ministro ha deciso di chiamare il capo della procura di Perugia Raffaele Cantone, rilasciando un verbale nel quale ha attaccato i vertici dei nostri servizi di intelligence. Un blitz che Mantovano e la stessa Meloni hanno considerato “sconsiderato”.

 

Detto questo, il governo […]si assumerebbe la responsabilità di tenere ancora a bagnomaria l'intera Arma dei carabinieri. Che da mesi (e mentre gestisce deleghe di inchieste politicamente sensibili come il presunto dossieraggio di Milano, quello di Bari e la vicenda dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano) è in fibrillazione a causa delle indecisioni della destra.

 

meloni crosetto

L'uscente Luzi ha già invitato autorità e giornalisti venerdì 15 novembre per la cerimonia di avvicendamento della carica di comandante generale: se il cdm non nominerà il successore, sarà proprio Luongo a prendere l'interim. […]

crosetto giorgia meloni

guido crosetto giorgia meloni

SALVATORE LUONGO

guido crosetto giorgia meloni - armamenti

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)