xi jinping giuseppe conte

LA CINA E’ TROPPO VICINA – I CINESI DI XI HANNO FATTO SAPERE CHE LA PROSSIMA VISITA DI CONTE A PECHINO PUÒ ESSERE UN SUCCESSO SOLO SE DECIDE DI DARE ESECUZIONE AL PROTOCOLLO DELLA ‘’VIA DELLA SETA’’ - L'ITALIA RISCHIA DI DIVENTARE IL VASO DI COCCIO IN QUESTA SFIDA TRA USA E CINA CHE SUL PIANO STRATEGICO FA TRABALLARE ANCHE LA NATO, PERCHÉ DA UNA PARTE HA INTERESSI ENORMI LEGATI AGLI USA, E DALL'ALTRA LI HA URTATI ADERENDO ALLA "VIA DELLA SETA" CINESE

DAGONOTA

xi jinping conte

La prossima visita del premier Conte a Pechino potrebbe essere un flop diplomatico. I cinesi di Xi hanno fatto sapere al consigliere diplomatico di Conte, ambasciatore Benassi, che l’incontro può essere un successo solo se il governo italico decide di dare esecuzione al protocollo de La Via della Seta. In caso contrario la visita di Conte sarà declassata a viaggio di piacere.

 

 

2. TRUMP STRETTA FINALE CON LA CINA PER L' ITALIA L' ACCORDO È PERICOLOSO

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

STATI UNITI CONTRO CINA

Tutti tifano per l' accordo che Usa e Cina stanno negoziando, per evitare una guerra commerciale totale che danneggerebbe l' intera economia globale. Molti però cominciano a preoccuparsi anche degli effetti che questo successo potrebbe avere sull' amministrazione Trump, incoraggiandola a prendere di mira l' Europa subito dopo.

 

Il summit USA CINA

In questo senso lo scambio di colpi avvenuto ieri, con Bruxelles che ha annunciato le sue sanzioni per punire i sussidi del governo americano alla Boeing, e Washington che ha tolto il divieto di fare causa contro le compagnie straniere che conducono attività a Cuba usando beni confiscati dopo la rivoluzione, è solo un piccolo assaggio di quanto potrebbe seguire.

paolo gentiloni con xi jinping al forum per la via della seta

 

L' Italia rischia di diventare il vaso di coccio in questa sfida che sul piano strategico fa traballare anche la Nato, perché da una parte ha interessi enormi legati agli Usa, e dall' altra li ha urtati aderendo alla nuova "Via della Seta" cinese, senza contare le tensioni con la Ue e gli alleati europei, ormai ricorrenti dalla disputa autunnale sulla legge di bilancio.

 

Infatti queste preoccupazioni sono emerse anche a margine della conferenza "International Business Exchange - Transatlantic Commerce in a Post-Brexit Reality: Leveraging the European-American Connection", organizzata al Council on Foreign Relations dalla Italian Business & Investment Initiative di Fernando Napolitano.

GIUSEPPE CONTE XI JINPING BY OSHO

 

La prossima sessione di negoziati tra Usa e Cina comincerà il 29 aprile a Pechino, con l' obiettivo di chiudere l' accordo tra fine maggio e inizio giugno. La chiave starebbe nel fatto che gli Usa si sono concentrati sull' aumento delle importazione da parte della Cina, per riequilibrare la bilancia commerciale, e su riforme strutturali legate soprattutto alla fine dei trasferimenti obbligatori di tecnologia da parte delle aziende americane che operano nella Repubblica popolare.

 

La questione dei sussidi statali alle aziende è stata invece abbandonata, mentre la disputa sulla costruzione del network 5G che minaccia la sicurezza nazionale resta aperta, ma non rientra nel dossier dei dazi. Le ultime divergenze da superare riguardano ora i meccanismi per far rispettare l' intesa, con gli americani che vogliono avere il via libera automatico per eventuali ritorsioni.

 

LUIGI DI MAIO E LA CINA

Subito dopo questa vittoria, Trump potrebbe attaccare l' Europa, finora risparmiata proprio per non aprire due fronti in contemporanea, e magari averla al suo fianco contro Xi.

L' obiettivo più probabile, se non già annunciato, sarebbe l' industria automobilistica tedesca, ma ciò avrebbe un effetto devastante sull' intera economia europea, inclusa quella italiana, cancellando forse anche le speranze del governo di Roma di vedere un qualche segnale di ripresa nella seconda metà dell' anno.

luigi di maio, he lifeng

 

Gli accordi fatti con Pechino non basterebbero a compensare, e anzi rischiano di compromettere la buona volontà dimostrata finora dall' amministrazione Trump verso l' esecutivo gialloverde. Anche perché, come notano fonti molto autorevoli, nessun politico americano di entrambi gli schieramenti crede che la "Via della Seta" sia davvero un' operazione esclusivamente economica.

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