Lettera di Paolo Cirino Pomicino a Dagospia
paolo cirino pomicino foto di bacco
In un mondo che rischia di essere coinvolto da una fiammata distruttrice di guerre regionali, in Italia sembra quasi di vedere una sorta di saccheggio, come accade spesso nelle grandi aree metropolitane quando c’è un casino indescrivibile tra manifestazioni violente e cariche della polizia.
Citiamo un solo caso per tutti. Ancora una volta l’Italia si appresta a vendere un asset strategico come è la rete fissa Tim al fondo americano KKR per 23 miliardi dopo la sciagurata privatizzazione della Telecom nel 1998 che dette luogo, poi, al più grande scandalo dell’Italia unitaria con 14 mila miliardi di plusvalenza in soli 30 mesi per chi aveva comprato la Seat pagine gialle.
Scandalo, peraltro, previsto e rappresentato prima che accadesse a chi aveva il potere di fermarlo e poi mai emerso solo perché riguardava molti amici degli amici. Ebbene la conclusione tragica di quella operazione è la definitiva vendita agli amici americani della rete fissa della Tim-Telecom, immaginando che una eventuale presenza del Tesoro italiano con il 20% possa tutelare gli interessi nazionali. Ma così han fatto i francesi ed i tedeschi con le proprie società dì telecomunicazioni e le relative reti di trasmissioni?
E mentre vendiamo asset strategici, nazionalizziamo le autostrade con la Cassa depositi e prestiti in compagnia di due grandi fondi che già da tempo scalpitano mettendo in difficoltà il relativo cda, perché vogliono dividendi quantitativamente incompatibili con i necessari interventi di manutenzione delle rete autostradale. Ma questi sono i comportamenti dei fondi bellezza!
Diventa davvero difficile fare un casino più grande di quello illustrato brevemente e così da 30 anni a questa parte sotto il sole del Bel Paese regna sovrana la confusione della ignoranza e della bassa convenienza.
AUTOSTRADE L ACCORDO PER LA RETE DI TIM