COME SI FERMA PUTIN? NÉ LE SANZIONI NÉ LO STALKING DIPLOMATICO DI MACRON HANNO SGONFIATO “MAD VLAD” - L’EUROPA SPERA CHE INTERVENGA LA CINA: MA PUTIN VUOLE CHE SIA XI JINPING A CHIEDERE DI INTERVENIRE COME MEDIATORE. E COMUNQUE NON PRIMA CHE LE TRUPPE RUSSE ABBIANO CONQUISTATO KIEV O ODESSA - PECHINO HA INTERESSE A FERMARE IL CONFLITTO: VUOLE CONSERVARE LO STATUS QUO, EVITANDO CHE PUTIN VENGA DEFENESTRATO PER TENERLO COME GRIMALDELLO ANTI-AMERICANO IN EUROPA - LA DISCONNESSIONE DA INTERNET RISCHIA DI TRASFORMARSI UN BOOMERANG PER MOSCA: METTE LA MORDACCHIA AL PAESE MA POTREBBE FAR CRESCERE IL DISSENSO INTERNO, RENDENDOLO INGOVERNABILE…

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DAGONEWS

Xi Jinping e Vladimir Putin Xi Jinping e Vladimir Putin

La domanda che i potenti di tutto il mondo si stanno facendo e a cui nessuno riesce a darsi risposta è: come blocchiamo Putin?

 

Finora né le sanzioni né i ripetuti tentativi diplomatici dello stalker telefonico Macron sono riusciti a dissuadere “Mad Vlad” dai suoi piani.

 

Sotto sotto l’Europa spera in un intervento risolutivo della Cina, che ha finora intrattenuto contatti non ufficializzati con Mosca. La parola d’ordine per Pechino è “raffreddare il conflitto”.

 

vladimir putin a pesca in siberia vladimir putin a pesca in siberia

Lo stesso ministro degli esteri, Wang Yi, nei giorni scorsi ha chiesto lo stop ai combattimenti, pur precisando che non vuole rotture di coglioni su Taiwan

 

Putin però vuole che sia Xi Jinping in persona a chiedere di poter intervenire come mediatore.

 

vladimir putin joe biden ginevra vladimir putin joe biden ginevra

La trattativa, per il Cremlino, non può avvenire prima che l’Armata russa abbia preso o Kiev o Odessa. A quel punto Mosca sarebbe in una posizione di forza assoluta (a cui si arriverà, purtroppo, con un enorme tributo di vite umane).

 

La Cina, che è il primo partner commerciale della Russia (l’interscambio vale 146,88 miliardi di dollari nel 2021) ha un interesse strategico nel fermare il conflitto.

 

guerra in ucraina 1 guerra in ucraina 1

Non è solo una questione di soldi o di approvvigionamenti, ma soprattutto politica: a Pechino serve Putin, anche azzoppato, alla guida della Russia, come grimaldello anti-americano in Europa.

 

Un’eventuale “regime-change” a Mosca potrebbe avvicinare il Cremlino all’Occidente, permettendo così a Washington di concentrarsi esclusivamente sulla sfida alla Cina nel Pacifico.

 

VIGNETTA DEL TAVOLONE DI PUTIN - BY TANGO VIGNETTA DEL TAVOLONE DI PUTIN - BY TANGO

La decisione di Putin di disconnettere la Russia da Internet è la mossa più azzardata fatta  dall’inizio della guerra.

 

Rischia di trasformarsi in un boomerang per lo “zar bombarolo”: da un lato isola il paese dalle notizie in arrivo dall’Occidente; dall’altro, nel momento in cui la Russia viene staccata dal mondo, tutti coloro che si sono abituato alle agiatezze della tecnologia andranno in crisi.

 

Le grandi aziende estere sono già scappate. Stessa cosa faranno gli stranieri residenti in Russia, che non vogliono continuare a vivere in un paese che somiglia sempre di più all’Unione sovietica.

 

carro armato russo distrutto in ucraina carro armato russo distrutto in ucraina

La scelta di staccarsi dal world wide web potrebbe alienare a Putin altre simpatie e alimentare il fronte interno. I segnali sono già forti: le persone continuano a scendere in piazza nonostante i 13mila arresti dal giorno dell’invasione; professori ed ex studenti dell’università del ministero degli esteri russo (quella frequentata da Lavrov) hanno scritto a Putin chiedendo di fermarsi. A questi vanno aggiunti gli appelli degli scienziati, le dimissioni del direttore del Bolshoi, Tugan Sokhiev, e così via.

TUGAN SOKHIEV TUGAN SOKHIEV

 

Amorale della fava: si rischia, come al solito, la debacle totale dell’Occidente e dell’Unione europea. Se Putin prende Kiev o Odessa e decide insieme a Xi Jinping il futuro e la spartizione dell’area, il progredito blocco atlantico non avrà più potere negoziale. Zar Vlad avrà divorato l’Ucraina nell’impotenza collettiva.

 

E Xi Jinping avrà apparecchiato la tavola per il lauto pasto chiamato Taiwan. E noi? Con la solita etica del portafoglio, saremo finalmente felici solo quando il gas russo tornerà a scorrere abbondante (delle vite umane, delle democrazie e delle dittature, ma anche sticazzi).

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