COME SI FERMANO LE ONDATE DI MIGRANTI IN ARRIVO DALLA TUNISIA? - ADDESTRANDO LE FORZE DI SICUREZZA LOCALE, FORNENDO MEZZI E AIUTI FINANZIARI, A PARTIRE DA MOTOVEDETTE E DRONI PER INTENSIFICARE IL PATTUGLIAMENTO E MEZZI PIÙ TECNOLOGICI PER I CONTROLLI. SONO I POSSIBILI OBIETTIVI DELLA VISITA DI FINE APRILE DEL MINISTRO PIANTENDOSI IN TUNISIA - IL PRESSING DELL’ITALIA SUL FONDO MONETARIO PER SBLOCCARE GLI AIUTI AL GOVERNO DI KAIS SAIED - DALL'INTELLICENCE ITALIANA ARRIVA L'ALLARME SU UN POSSIBILE ESODO ANCHE DALL'EGITTO…
Estratto dell’articolo di Grazia Longo Francesco Olivo per “la Stampa”
MIGRANTI IN ARRIVO IN SICILIA DALLA TUNISIA
Il governo assiste con grande preoccupazione all'ondata di arrivi. I numeri record degli sbarchi nelle ultime ore sono la prova, secondo Palazzo Chigi, che le parole molto nette di Giorgia Meloni al Consiglio europeo non erano una manovra per drammatizzare il negoziato, ma soltanto la realtà. Tutto ruota intorno alla Tunisia, ormai è chiaro […] agire sul ricollocamento dei migranti sbarcati negli ultimi giorni per non gravare soltanto su Sicilia e Calabria e, più in là, forzare al massimo sui rimpatri. […]
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L'obiettivo è riprodurre a Tunisi il modello Libia, non nei risultati ovviamente, ma nella modalità: addestrare le forze di sicurezza locale, fornire mezzi e aiuti finanziari, a partire da motovedette e droni per intensificare il pattugliamento e mezzi più tecnologici per i controlli. Sono i possibili obiettivi della visita di fine aprile del ministro Piantendosi in Tunisia, in compagnia della commissaria Ue agli Interni Ylva Johansson e il ministro francese Gerald Darmanin.
GIORGIA MELONI MATTEO PIANTEDOSI
Quello di Tunisi sarà il primo viaggio di cooperazione a livello europeo nei confronti dei Paesi di origine dei migranti, mentre dall'intellicence italiana arriva l'allarme su un possibile esodo via Tunisia anche dall'Egitto, a causa del peggioramento della situazione economica e politica.
La stabilizzazione politica del Paese, ribadisce il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è l'unica via percorribile: «Non possiamo abbandonare la Tunisia, altrimenti rischiamo di avere i Fratelli musulmani che rischiano di creare instabilità. Non ci possiamo permettere l'islamizzazione del Mediterraneo. Speriamo che tutti quanti sentano le ragioni dell'Italia».
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Sul tavolo ci sono sicuramente i fondi Ue, anche quelli bloccati, dopo la svolta autoritaria del presidente Kais Saied, oltre al prestito di 1, 9 miliardi di dollari destinato a sostenere la Tunisia e sospeso dal Fondo monetario internazionale.
L'Italia è in pressing per sbloccare il prestito in cambio di riforme, dopo un accordo preliminare in ottobre tra lo staff del Fondo e le autorità tunisine. […] La speranza del governo è trovare su questo la sponda della Francia, dopo il bilaterale tra Meloni e Emmanuel Macron. […] Il Viminale intanto ha già predisposto il piano di potenziamento dei Cpr, i Centri per il rimpatrio dei migranti: ne verrà realizzato uno per Regione, considerato che il 90% delle persone che arrivano in Italia «sono migranti economici irregolari da estradare». Poi bisognerà riuscire a stringere gli accordi, finora mai decollati, con i Paesi di origine.
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