CONSIDERATE LA VOSTRA INGERENZA: COME MAI GLI AMERICANI HANNO SGANCIATO LA BOMBA SUI SOLDI RUSSI PROPRIO ADESSO? – FIORENZA SARZANINI: “GLI ANALISTI RITENGONO CHE POSSA ESSERE UN AVVISO PER CHI VINCERÀ LE ELEZIONI ITALIANE RISPETTO ALL'ATTEGGIAMENTO DA TENERE NEI CONFRONTI DI WASHINGTON. MOTIVO IN PIÙ PER SPINGERE L'ESECUTIVO IN CARICA A SOLLECITARE INFORMAZIONI CHIARE. E SOPRATTUTTO SU EVENTUALI DETTAGLI ITALIANI” – PERCHÉ L’INDAGINE PARTE DAL 2014, ANNO DELL’INVASIONE DELLA CRIMEA? DOMATTINA FRANCO GABRIELLI RIFERIRÀ AL COPASIR, LA PROSSIMA SETTIMANA DRAGHI INCONTRERÀ BIDEN NEGLI USA. PARLERANNO ANCHE DEL REPORT DELL'INTELLIGENCE?

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Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

MARIO DRAGHI JOE BIDEN MARIO DRAGHI JOE BIDEN

Il dossier sui 300 milioni di dollari elargiti dalla Russia a venti Paesi è stato confezionato qualche mese fa, quando alla Casa Bianca c'era già Joe Biden. Le informazioni e le verifiche sarebbero state affidate a funzionari del ministero del Tesoro sulla base dei dati raccolti dalla Cia ma senza coinvolgere la National Security.

 

Sono le prime informazioni trasmesse al governo italiano per via diplomatica e di intelligence . Un report che però non scioglie il nodo cruciale sulla presenza dell'Italia nella lista degli Stati dove ci sarebbero stati partiti e uomini politici «a libro paga».

 

MATTEO SALVINI E PUTIN MATTEO SALVINI E PUTIN

«Al momento non risulta ma le cose potrebbero cambiare», dichiara il presidente del Copasir Adolfo Urso in trasferta a Washington. E in serata twitta: «Ho appena concluso un positivo incontro al Dipartimento di Stato», con la foto delle due bandiere. La tensione in una campagna elettorale già segnata dal sospetto di interferenze straniere rimane però altissima. Perché dopo la notizia sull'esistenza del report filtrata martedì sera, nessuna comunicazione ufficiale è arrivata dagli Stati Uniti sui Paesi coinvolti. Anzi, nelle note informali di queste ore si specifica che il dossier non sarà consegnato ai governi stranieri perché «classificato». E questo aumenta i dubbi su modi e tempi di diffusione delle informazioni.

IL CREMLINO E LE ELEZIONI ITALIANE IL CREMLINO E LE ELEZIONI ITALIANE

 

Il warning

Gli analisti ritengono che la «bomba» sganciata due giorni fa possa essere in realtà un avviso, una sorta di warning per chi vincerà le elezioni italiane rispetto all'atteggiamento da tenere nei confronti di Washington. Motivo in più per spingere l'esecutivo in carica a sollecitare informazioni chiare sugli elementi raccolti dagli analisti statunitensi. E soprattutto su eventuali dettagli italiani. Finora si è parlato genericamente di fondi ai partiti stranieri. Quali? Si tratta di finanziamenti diretti? Ci sono triangolazioni? Sono coinvolte società o altre istituzioni? Interrogativi al momento senza risposta.

 

«Fondi dal 2014»

matteo salvini a sebastopoli, crimea matteo salvini a sebastopoli, crimea

Nessun chiarimento è stato fornito anche sul motivo per cui l'indagine avrebbe riguardato le elargizioni di Mosca a partire dal 2014. È l'anno dell'invasione della Crimea e del Donbass, nel febbraio ci fu la rivoluzione ucraina culminata con la fuga del presidente Viktor Yanukovich.

 

Date cruciali rispetto alla guerra in corso tra Russia e Ucraina che potrebbero aver spinto l'amministrazione Biden - schierata al fianco del presidente Volodymyr Zelensky - a sollecitare indagini mirate sulla rete tessuta da Putin. Ma la scelta di far filtrare i risultati in maniera parziale proprio in questi giorni in Italia fa presto a trasformarsi in accusa di ingerenza sulla campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre. Anche tenendo conto che negli Stati Uniti sono circolate indiscrezioni sul condizionamento del voto in Albania, Montenegro, Ecuador, Madagascar, ed è stato specificato che «si stanno contattando le ambasciate degli Stati interessati» ma non risultano contatti con la nostra sede diplomatica o con la Farnesina.

 

Al Copasir

FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO

 Domani mattina il sottosegretario con delega ai Servizi Franco Gabrielli riferirà al Copasir l'esito delle istanze presentate in queste ore agli interlocutori di Washington. «Perché - ribadisce il deputato del Pd Enrico Borghi - siamo in un momento delicatissimo, non possiamo permetterci di rimanere in una situazione di incertezza e sospetto». La prossima settimana il presidente del Consiglio Mario Draghi sarà negli Stati Uniti e incontrerà Biden. Sembra difficile che possa essere quella l'occasione per un chiarimento, ma nessuno può escluderlo. E il timore di rivelazioni con il contagocce in grado di avvelenare questi ultimi giorni di campagna elettorale continua a salire.

MARIO DRAGHI JOE BIDEN MARIO DRAGHI JOE BIDEN

 

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