1. CONTE È DAVVERO IN BILICO? NON FINCHÉ IL COVID NON SARA’ PIATTO E VACCINATO
2. A FEBBRAIO, INVIATI I PIANI DEL RECOVERY FUND, CONTE SI TROVERÀ DAVANTI A UN BIVIO: O SI RICORDERÀ CHE È STATO MESSO DA DI MAIO A PALAZZO CHIGI PER MEDIARE TRA I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, E NON PER FARE IL MONARCA ASSOLUTO, OPPURE TORNERÀ A FARE L'AVVOCATO
3. SARÀ RENZI AD APRIRE LE OSTILITÀ AL MOMENTO GIUSTO – MATTARELLA CHIEDE IL NOME DEL SOSTITUTO DI CONTE MA NON C’E’ (DI MAIO NON PUO' ACCETTARE UN ISCRITTO PD). CERCASI UN ESPONENTE DELLA SOCIETA’ CIVILE O DEL ''DEEP STATE'' - IL PATTO BETTINI/GIANNI LETTA

Condividi questo articolo


DAGONEWS

di maio zingaretti conte di maio zingaretti conte

 

Anche oggi sui giornali si dà conto dell'instabilità di Conte: dopo la finanziaria, il premier tornerà a ballare sulla sua poltrona, eccetera. Ma quello che su questo disgraziato sito scriviamo da quando è partita la seconda ondata vale ancora: finché dura la pandemia, la crisi e lo stato di emergenza, Conte non può essere sostituito. Mattarella non lo permetterebbe. Il discorso cambierà con l'arrivo del vaccino, della primavera e – si spera – dell'appiattirsi delle curve mortuarie.

 

RENZI CONTE RENZI CONTE giuseppe conte sergio mattarella giuseppe conte sergio mattarella

Renzi la settimana scorsa ha stretto un accordo con Zingaretti, ricucendo con il Pd dopo lo strappo sulla legge elettorale. Gli italiavivaisti, com'è noto, vogliono un proporzionale più puro possibile (e con sbarramento più basso possibile) per poter ballare un'altra estate. Il segretario dem è pronto ad accontentarlo, pur di liberarsi del maggioritario e stroncare qualunque ipotesi di premio di maggioranza che andrebbe a beneficio della Lega, tuttora il primo partito nei sondaggi.

MARIO DRAGHI GIULIANO AMATO MARIO DRAGHI GIULIANO AMATO

 

Sarà dunque Renzi ad aprire le ostilità contro Conte quando arriverà il momento, forse anche prima delle elezioni amministrative, che dovrebbero tenersi ad aprile ma slitteranno con ogni probabilità a giugno. Nell’attesa, Mattarella ha chiesto ai partito di governo un nome per il dopo-Conte.

 

Ma i 5 Stelle e Pd non hanno un nome condiviso, i veti contrapposti sono fortissimi. Di Maio non vuole che il successore del Conte Tacchia sia iscritto al Pd, dunque dovranno pescare di nuovo nella società civile (ahinoi) oppure nei ranghi del Deep State, un po' come quando Ciampi fu preso da Giuliano Amato e Scalfaro dalla Banca d'Italia per fare il presidente del Consiglio.

NICOLA ZINGARETTI ROBERTO GUALTIERI NICOLA ZINGARETTI ROBERTO GUALTIERI

 

stefano patuanelli foto di bacco (2) stefano patuanelli foto di bacco (2)

L'ipotesi Draghi non è mai stata remota come ora. L'obiettivo di Zingaretti e Di Maio, di Renzi e Berlusconi, è avere qualcuno che ascolti ed esegua i programmi dei loro partiti, a differenza dell'Avvocato di Travaglio che nella sbornia del potere si sente ormai sciolto dal vincolo di fedeltà nei confronti di chi l'ha nominato. E, grazie alla debolezza della politica, da arbitro si è trasformato in capocannoniere.

renzi zingaretti renzi zingaretti

 

Giuseppi ha capito di avere una botola sotto i piedi e ha provato a sparigliare le carte per indebolire i suoi danti causa. Ha arruffianato quel poverino di Gualtieri fino a fargli inserire nella legge di bilancio la norma sull'istituto di intelligence, così da alienare il ministro del Tesoro dai suoi compagni di partito (Zinga compreso), che vedono come fumo negli occhi lo strapotere di Conte sull'intelligence. Ha fatto lo stesso con Patuanelli, cui si è molto avvicinato nelle ultime settimane per far dispetto a Di Maio. Tattica identica con Guerini per indebolire il legame tra il ministro della Difesa e Franceschini.

Dario Franceschini Lorenzo Guerini Dario Franceschini Lorenzo Guerini

 

Purtroppo per il devoto di Padre Pio, i tre hanno capito a che vecchio gioco stava giocando (divide et impera), e hanno fatto un passo indietro per evitare il trappolone.

 

Il piano di Conte per reggere ancora al comando è quello di gestire i progetti del Recovery Fund in totale solitudine (ecco perché è così in ritardo), tanto da aver messo in piedi una sua personale task force alla Presidenza del Consiglio, prendendo funzionari e dirigenti dal ministero degli Affari Europei di Enzo Amendola e da quello dell'Economia di Gualtieri, e mettendoli sotto il controllo diretto dello staff di Palazzo Chigi, Chieppa e Goracci.

 

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

Solo il duo Renzi-Zinga ha manifestato un'opposizione forte a questa ennesima usurpazione di deleghe. Matteuccio d'altronde è quello che ha spianato la strada al sostegno di Berlusconi al governo in questa riedizione del patto del Nazareno, spina nel fianco di Conte.

 

travaglio conte travaglio conte

A fine febbraio dovrà consegnare i piani a Bruxelles, in gran parte incentrati su green economy e digitalizzazione. Ma quei piani saranno solo delle linee guida. Una volta che scatterà il disco verde di Bruxelles, a rendere esecutivi i progetti Conte si troverà di colpo con un’ampia compagnia seduta al suo tavolo.

 

A quel punto, sempre Covid permettendo, Conte si troverà davanti a un bivio: o si ricorderà che è stato messo a Palazzo Chigi per mediare tra i partiti della maggioranza, e non per fare il monarca assoluto, oppure verrà scaricato senza tanti complimenti.

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

A proposito della tenuta di Conte, Bettini ha stretto un ''patto tra Richelieu'' con Gianni Letta: va bene confermare il premier, ma un rimpasto ci deve essere, e deve includere personalità forti in grado di tenergli testa. Rimpasto, una parola che fa venire una crisi di nervi a Conte.

 

Intanto continuano gli interventi di Bettini sul ''Fatto Quotidiano''. Travaglio è ormai il mediatore ufficiale del premier, e ha preso il posto di Guido Alpa. Dare voce a Bettini vuol dire mediare tra Pd e M5S nella persona dell’attuale reggente Crimi. Perché l'ideologo di Zingaretti non ha ancora messo in dubbio il fatto che Conte debba restare a Palazzo Chigi, e questo, in una fase in cui non gliene va bene una, è già molto…

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!