Fabio Postiglione per https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/
Ha riaperto la sua azienda due giorni fa dopo due mesi di chiusura e non ha retto alle pressioni dovute alla crisi economica: le scadenze, i fornitori da pagare, gli stipendi agli operai, il totale blocco del mercato. Così un piccolo imprenditore di 57 anni di Cercola, comune in provincia di Napoli, Antonio Nagaro, si è tolto la vita impiccandosi nei capannoni della sua azienda nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, zona industriale della città. La ditta si occupava di allestimenti di negozi di ogni genere, e fino a quando non c’è stato il blocco imposto dal presidente del Governo per contenere l’emergenza da coronavirus, era in buona salute e impegnata in molti lavori non solo a Napoli, ma in buona parte d’Italia e anche all’esterno.
L’allarme dei familiari
L’allarme ieri sera quando i suoi familiari, preoccupati perché non rientrava a casa, si sono diretti alla ditta. Nel parcheggio c’era la sua auto e la luce del suo ufficio era accesa, ma non rispondeva al cellulare. Così hanno chiamato i vigili del fuoco che hanno forzato la serratura e sono entrati all’interno. L’imprenditore ha lasciato una lettera d’addio, sequestrata dalla Procura di Napoli che ha aperto un’inchiesta. Commozione dei dipendenti e degli amici che hanno scritto messaggi di cordoglio sui social.
Il premier Conte: «Notizia dolorosa»
Nel corso dell’incontro con Rete Imprese Italia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito ai partecipanti la «dolorosa notizia appresa dai media» del suicidio dell’imprenditore. «Non conosciamo ancora i dettagli» ha detto il premier a caldo aggiungendo «siamo vicini alla famiglia».
Dolore e rabbia sui social
Dolore e rabbia sui social viene espressa dagli amici e dai conoscenti dell'imprenditore. «La tua semplicità, la tua allegria, la tua eleganza, la tua lealtà, il tuo affetto, la tua amicizia, la tua simpatia, la generosità, il sorriso.....troppe cose belle avevi perché io ti possa mai dimenticare» scrive Luigi.
E Dario aggiunge: «Un grande, Antonio, uno degli ultimi signori veri. Questa notizia dà un dolore a chiunque l'abbia anche solo conosciuto, perché anche in un piccolo scambio di parole ti restava impresso». Ma c'è anche la rabbia, ad esempio di Antonella: «State portando alla disperazione un popolo. Ciao Tonino». E poi i ricordi, come di Maria: «Era una persona meravigliosa, fiera, nella mia casa posso toccare ciò che lui fece con amore. Riposa amico, un altro angelo in cielo, ciao».
I familiari al sindaco: «Era depresso»
Una depressione accentuatasi nell'ultimo periodo: ci sarebbe questo alla base del tragico gesto. Lo fanno sapere i familiari attraverso il sindaco del comune alle porte di Napoli, Vincenzo Fiengo, che li ha contattati per esprimere il proprio cordoglio. «Mi hanno chiesto di far sapere che il suicidio non è legato a motivi economici - ha affermato Fiengo - ma che il loro congiunto soffriva da tempo di una forma depressiva che si è accentuata negli ultimi tempi. Questo non allevia il dolore per la perdita del 58enne, ed alla famiglia va tutta la vicinanza mia e dell'intera cittadinanza di Cercola».
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