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DAGOREPORT! PARTITI MAI ARRIVATI - NEL PD HANNO LE PALLE PIENE DI CONTE-ZELIG PUTINIANO: IL 65% DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEM VUOLE SFANCULARLO E CHIEDE A LETTA IL PROPORZIONALE - BERLUSCONI E’ LACERO-CONFUSO: A NAPOLI VUOLE PROPORRE LA FEDERAZIONE LEGA-FORZA ITALIA MA CAMBIA IDEA OGNI DUE PER TRE - IL CAV E I SOSPETTI SU MARA CARFAGNA: “VUOLE FARE IL PARTITO DI DRAGHI?” - SALVINI ROSICA PER L’ASSOLUZIONE DI FONTANA (CHE VOLEVA SILURARE) E SI DEVE GUARDARE DA ZAIA E FEDRIGA - O MUSUMECI O MORTE: GIORGIA MELONI DICE NO ALLA FOTO DI RITO DEI LEADER DI CENTRODESTRA - LA SMENTITA DI FININVEST

enrico letta e giuseppe conte 2

LA SMENTITA DI FININVEST

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Caro Dago,

ci corre l’obbligo di farvi notare che, nel “Dagoreport” di oggi pomeriggio dedicato alla situazione politica, tutto quello che avete scritto, ma proprio tutto, sulle vicende famigliari e sul ruolo di Marina Berlusconi non ha nessuna parentela, neppure in lontananza, con la realtà.

 

Cordialmente,

Simone Finotello, Ufficio stampa Fininvest

 

DAGOREPORT

 

Il “campo largo” sognato da Enrico Letta perde ettari ogni giorno che trapassa. L’alleanza con il M5s, che doveva lanciare il nuovo centrosinistra formato Ulivo, sta diventando una zavorra pesantissima.

 

I contraccolpi della guerra in Ucraina hanno messo a nudo in modo evidente la distanza siderale tra i dem e il fritto misto cinquestelle. Il 60-65% della Direzione nazionale del Pd ha le palle gonfie del intravagliato Conte, visto come un camaleonte politicamente inaffidabile (la svolta anti-draghiana e anti-Nato ha fatto venire l’itterizia ai più).

 

enrico letta e giuseppe conte 1

La sua leadership è giudicata dura come uno stracchino: non riesce a unificare le varie animelle che si agitano (e si fanno la guerra) nell’intestino crasso del Movimento. Quel padre benedettino di 

 

L’ultimo caso è l’elezione di Stefania Craxi alla guida della Commissione Esteri del Senato contro cui Conte ha mandato a schiantarsi l’impalpabile Ettore Licheri. La figlia di Bettino l’ha spuntata grazie ai voti del centrodestra e quote di grillini tendenza Di Maio. Morale della fava: Peppiniello appulo non controlla neanche i suoi.

 

DI BATTISTA CONTE

Quel chierichetto onanista di Enrico Letta, davanti alle sortite putinian-orsiniane di Conte, ha iniziato a riflettere. E soprattutto a guardare i numeri. Ha capito che le prossime elezioni amministrative non serviranno a “pesare” il valore elettorale del M5s: i grillini, onde evitare figuracce irreversibili, si sono ben guardati dal presentare candidati, e resteranno alla finestra.

 

Lo sguardo di Sotti-Letta si è spostato più avanti, alle prossime elezioni politiche. Al Nazareno ipotizzano i primi scenari: se il M5s avesse oggi una forza del 12-13% (è quanto gli accordano gli ultimi sondaggi), alla prossima tornata elettorale perderebbe comunque dei pezzi, cioè quegli elettori che non vogliono l’alleanza con il Pd. Quindi la forza elettorale va stornata dei malpancisti alla Di Battista e altri barricaderi equivalenti.

 

roberto speranza

Non solo: se il valore registrato dai sondaggi venisse incamerato per intero da un M5s nel “campo largo”, non basterebbe comunque a vincere le elezioni, stante l’attuale legge elettorale.

 

E se i Cinquestelle danno problemi, a sinistra del Pd non va meglio. Letta è infastidito con quell’accrocco sinistrato di “Articolo 1” guidato da Roberto Speranza: i due avevano concordato un percorso di rientro nel Partito democratico ma con Bersani in stile-Travaglio, contrario all’invio di armi all’Ucraina e critico con il governo, i piani di reunion sono congelati.  

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Le inconciliabili distanze portano dritte a un’unica soluzione: una legge elettorale proporzionale, grazie alla quale ognuno fa per sé e tanti saluti ai “matrimoni” forzati che zompano un secondo dopo il voto.

 

La futura legge elettorale ha già scatenato un pandemonio politico e una confusione pubblica: i giornali - come ha fatto ad esempio oggi Marcello Sorgi su “la Stampa” - raccontano della contrarietà di Salvini e Berlusconi all’ipotesi proporzionale. In realtà, le “voci di dentro” sostengono che i due siano più che favorevoli ma non possono esternarlo apertamente prima delle elezioni amministrative, dove andranno a braccetto con Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, si sa, vuole solo il maggioritario.

 

matteo salvini al matrimonio berlusconi fascina 3

Se il Centrosinistra piange, a destra non ridono.

Leghisti, meloniani e forzisti aspettano con ansia la convention di Forza Italia prevista venerdì 20 e sabato 21 maggio alla mostra d’Oltremare a Napoli. Cosa succederà? Quale sorpresona ha in serbo Berlusconi per i suoi elettori?

 

Il Cav vorrebbe lanciare la fantomatica federazione tra Forza Italia e Lega. Ma la lucidità non è più quella di un tempo, la pompetta è sgonfia e le convinzioni non sono così salde: cambia idea continuamente, dice sì a ogni interlocutore, il duo Fascina-Ronzulli lo “bullizza” tutto il giorno tra selfie, bacini e richieste di ogni tipo. Il fu Sire di Hardcore viene sbatacchiato, spremuto e reso instabile dalla ridda di voci intorno a lui. A Gianni Letta, ad esempio, aveva assicurato che non avrebbe silurato il coordinatore forzista in Lombardia, Massimiliano Salini. E poi invece - zac! - l’ha spinto a un passo indietro per piazzare la rasputin in gonnella Licia Ronzulli. Sì, proprio lei, quel genio politico che mandò allo sbaraglio alle comunali di Milano il suo bolso pediatra Luca Bernardo.

 

Carfagna Draghi a Sorrento

Il matrimonio con la Lega non è il solo cruccio del Cav. Si vocifera che quando gli hanno messo sotto il naso l’articolo di Dagospia sulla sintonia sbocciata a Sorrento tra il peluche ridens Draghi e Mara Carfagna, Berlusconi abbia esclamato: “Che vuole fare Mara, creare il partito di Draghi?”.

 

Un sospetto che è bastato a far precipitare la ministra di Salerno nella lista dei “cattivi” dove a farle compagnia c’è Mariastella Gelmini che, dopo lo scontro a viso aperto con Licia Ronzulli, non vede l’ora di lasciare il partito. Ad aspettare a braccia aperte lei e gli altri governisti di Forza Italia c’è quel volpino di Carlo Calenda, che sta già tentando di capire che peso elettorale abbiano le potenziali new entry.

 

licia ronzulli matrimonio berlusconi fascina

Qualche smottamento il Cav lo registra anche a livello famigliare. Marina Berlusconi ha rotto l’armonia con il tandem Fascina-Ronzulli dopo le liti furibonde avvenute nei giorni in cui il Cav fu ricoverato al San Raffaele per quattro giorni lottando tra la vita e la morte. Come raccontato da Dagospia (https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/come-mai-piersilvio-sabato-nbsp-non-mettera-piede-villa-gernetto-303392.htm), in quelle ore a un passo dalla tragedia, Marta Fascina stava per diventare una dei primi azionisti dell’impero berlusconiano, grazie a una cospicua donazione di azioni. Solo l’ira furibonda dei cinque figli, sia quelli di primo che di secondo letto per una volta coalizzati, avrebbe fato saltare l’operazione Fascina con tanto di intervento di avvocati di tutti i tipi.  

 

silvio berlusconi marta fascina

Marina ha bisticciato anche con il filo-leghista Confalonieri e soprattutto con il fratello Piersilvio, accusato di aver lasciato troppo spazio ai sovranisti nelle reti Mediaset, in particolare Rete4 (con tanto di intervista-zerbino al ministro degli Esteri russo, Lavrov, a “Zona bianca”).

 

La “Cai-nana” accusa il fratellone di non contare un cazzo e gli rimprovera di aver lasciato campo libero ai Mauro Crippa di turno, che hanno fatto delle tv berlusconiane un fortino para-sovranista. Secondo marina, la famiglia è al bivio: “O vendiamo tutto o, se guidiamo noi l’azienda, non possiamo essere anti-governativi. E’ contro i nostri interessi”.

 

Nella Lega Salvini non può certo gioire. I sondaggi registrano un costante calo di consensi e l’ala nordista del partito è insofferente per le smanie euro-puzzone del “Capitone” che tra un Orban e una Le Pen dimentica il ventre padano del Carroccio che vuole solo fatturare. Il cetriolo sulla torta di Salvini è stata l’assoluzione del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, per il “Caso camici” in cui era accusato di frode in pubbliche forniture.

 

Marta Fascina Silvio Berlusconi Marina Berlusconi

Non è un mistero che il segretario della Lega sperava di togliersi dalle palle il mai amato Fontana lasciando ai magistrati il compito di certificarne il declino politico. Invece non solo è stato assolto ma ha incassato il sostegno degli altri governatori leghisti, Zaia e Fedriga (che non vedono l’ora di chiedere un congresso se la Lega dovesse scendere sotto il 15%).

 

Per ora Salvini deve rinculare e aspettare: se Berlusconi sabato a Napoli dovesse annunciare la tanto evocata federazione Lega-Forza Italia, Fontana potrebbe fare un passo indietro per lasciare campo libero al naturale candidato dei due partiti per la regione Lombardia cioè Letizia Moratti (che vincerebbe a mani basse).

 

attilio fontana 9

Inutile dire che Salvini non è solo nel commettere i suoi sbagli. A fargli da suggeritore c’è il “suocero in pectore” Denis Verdini. Nel suo inner circle c'è anche l’editore di “Libero” e “il Tempo”, Antonio Angelucci

 

A proposito di suggerimenti: chissà chi avrà consigliato all’ex Truce di rompere i rapporti con uno dei suoi uomini più fidati, Francesco Zicchieri.

 

L’ex uomo forte della Lega nel Lazio, molto vicino in passato anche a Elisa Isoardi, ha lasciato il partito dopo la decisione di Salvini di affidare all’ex pallavolista Luigi Mastrangelo la guida del Dipartimento per lo sport del Carroccio: “Matteo non è leale e affidabile. Mi ha deluso, non mantiene gli impegni”. Chissà se Zicchieri, che ora ha trovato il coraggio di criticare apertamente il suo ex capo, non abbia molto altro da raccontare…Di sicuro ce l’hanno i molti malpancisti della Lega che si sono dati appuntamento su una chat di Telegram per sparlare del segretario e del suo cerchio magico…

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

 

E Giorgia Meloni? Dopo il vertice di Arcore con Salvini e Berlusconi, la “Ducetta” ha detto no alla foto di gruppo: non vuole smancerie vuote né ipocrisie. Senza l’accordo sulla ricandidatura di Musumeci in Sicilia, il centrodestra smette di esistere. E, come registrato oggi da “la Stampa”, Giorgia Meloni “al momento non avrebbe alcun vantaggio a piegarsi alla coppia Salvini-Berlusconi”. Te credo, Fratelli d’Italia continua a incamerare consensi e ha ormai saldamente superato la Lega come primo partito della (ipotetica) coalizione. Se non si arrivasse a una legge elettorale proporzionale, che potrebbe metterla in fuorigioco, la “Ducetta” avrà molte carte da giocare…

 

 

 

FRANCESCO ZICCHIERI E MATTEO SALVINInello musumeci maurizio gasparri foto di bacco (1)nello musumeci foto di bacco (1)

 

zicchieri GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINIsalvini meloniFEDRIGA TOTI FONTANA ZAIA

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