luigi di maio thomas miao xi jinping huawei

DON’T GO HUAWEI – NON FATE LEGGERE A DI MAIO E AL SUO AMICO “PING” LE CONCLUSIONI DELL’INDAGINE DEL COPASIR SULLA SICUREZZA DELLE TELECOMUNICAZIONI, CHE DICE CHE IL GOVERNO DOVREBBE “SERIAMENTE PRENDERE IN CONSIDERAZIONE” L’ESCLUSIONE DELLE AZIENDE CINESI – LA SICUREZZA DELLE INFRASTRUTTURE DI RETE NON PUÒ ESSERE SOTTOPOSTA A RAGIONI COMMERCIALI, CONSIDERANDO CHE CI SONO OPERATORI CON LEGAMI EVIDENTI CON GLI ORGANI DI GOVERNO DEL LORO PAESE (CHISSÀ A CHI SI RIFERISCONO...)

 

 

Francesco Bechis per www.formiche.net

huawei a shenzhen 1

 

L’ingresso delle aziende cinesi nella rete 5G italiana costituisce un pericolo per la sicurezza nazionale. Parola del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica), che nel rapporto finale dell’indagine conoscitiva sulla sicurezza delle telecomunicazioni giunge alla conclusione che, oltre a “un innalzamento degli standard di sicurezza idonei per accedere all’implementazione di tali infrastrutture”, sia opportuno valutare la possibilità di “escludere le predette aziende dalla attività di fornitura di tecnologia per le reti 5G”.

 

LE AZIENDE CINESI SONO UNA MINACCIA

luigi de vecchis presidente huawei italia

Il Comitato – si legge nelle conclusioni del rapporto – non può pertanto che ritenere in gran parte fondate le preoccupazioni circa l’ingresso delle aziende cinesi nelle attività di installazione, configurazione e mantenimento delle infrastrutture delle reti 5G”. Il rischio viene dunque certificato dal Copasir nonostante le rassicurazioni in merito di una delle aziende cinesi leader del settore, il colosso tech Huawei, accusato dagli Stati Uniti e dall’intelligence di diversi Paesi europei di avere legami diretti con il Partito comunista cinese e di spionaggio industriale.

 

thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma

L’Ad del ramo italiano Luigi De Vecchis, ascoltato in audizione assieme agli altri rappresentanti dell’azienda, avrebbe ribadito che “non sussisterebbe una normativa interna che autorizzi entità, agenzie o strutture del Governo a indurre i produttori all’installazione di apparati software o hardware”.

 

raffaele volpixi jinping conte

Spiegazioni che non hanno convinto il Copasir che, si legge nel rapporto di cui è relatore il deputato di Forza Italia Elio Vito, ha ricevuto “valutazioni di segno diverso da parte dei responsabili delle Agenzie”. Non è vero, prosegue il documento, che le aziende cinesi godono di piena indipendenza dal governo. “È stato posto in rilievo che in Cina gli organi dello Stato e le stesse strutture di intelligence possono fare pieno affidamento sulla collaborazione di cittadini e imprese, e ciò sulla base di specifiche disposizioni legislative”. Lo prevede in particolare una legge del 2017, la National Security Law, che “obbliga, in via generale, cittadini e organizzazioni a fornire supporto e assistenza alle autorità di pubblica sicurezza militari e alle agenzie di intelligence”. A questa si aggiunge la Cyber Security Law, che impone agli operatori di rete di “fornire supporto agli organi di polizia e alle agenzie di intelligence nella salvaguardia della sicurezza e degli interessi nazionali”.

luigi di maio xi jinping

 

L’INDAGINE

 

La conclusione netta del comitato presieduto dall’ex sottosegretario alla Difesa della Lega Raffaele Volpi giunge al termine di una lunga serie di audizioni sulla materia che l’organo di controllo parlamentare ha condotto dal 18 dicembre 2018. All’epoca il Copasir decise di intraprendere l’indagine dopo che un attacco informatico aveva colpito la Posta certificata della Pubblica amministrazione italiana coinvolgendo 3500 domini e quasi 500.000 utenti.

LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEIluigi di maio xi jinping

 

Molti gli organismi chiamati a riferire in audizione. A partire dalle agenzie dei Servizi Segreti italiani, come Dis, Aisi, Aise, passando per i grandi operatori delle telecomunicazioni come Telecom Italia, Wind Tre, Vodafone Italia, Telsy, Huawei Italia, Fastweb ed Ericsson. Ma anche “aziende di interesse strategico nazionale” come Eni e Leonardo S.P.A.

 

PRIMA LA SICUREZZA POI IL MERCATO

 

gennaro vecchione raffaele volpi

Un passaggio significativo del rapporto Copasir spiega dunque perché la sicurezza della rete non può essere sottoposta alle ragioni commerciali. Questa, in effetti, la ragione a più riprese invocata dagli operatori del settore, secondo i quali sarebbe inopportuno escludere dalla fornitura della banda larga fornitori già attivi nel mercato italiano. “In proposito, il Comitato ritiene di sottolineare che le pur significative esigenze commerciali e di mercato, che assumono un ruolo fondamentale in una economia aperta, non possono prevalere su quelle che attengono alla sicurezza nazionale, ove queste siano messe in pericolo”. “Non si ritiene pertanto di condividere le valutazioni espresse da molti degli operatori ascoltati in audizione – è l’affondo del Copasir – secondo i quali i rapporti e la interconnessione con le aziende cinesi sarebbero ormai tali da non consentire interventi limitativi della presenza di queste ultime nell’assetto delle infrastrutture di rete del nostro Paese, e ciò anche con riferimento alla rete 5G”.

 

luigi di maio xi jinping

NO ALLA CINA NEL 5G

LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO

 

Insomma, per l’organo di raccordo fra l’intelligence e il Parlamento italiano il governo dovrebbe seriamente prendere in considerazione la possibilità di un’esclusione diretta degli operatori stranieri che comportano una minaccia per la sicurezza delle informazioni. “A parere del Comitato, il Governo e gli organi competenti in materia dovrebbero considerare molto seriamente, anche sulla base di quanto prevede la recente disciplina dettata dal decreto-legge n. 105/2019, la possibilità di limitare i rischi per le nostre infrastrutture di rete, anche attraverso provvedimenti nei confronti di operatori i cui legami, più o meno indiretti, con gli organi di governo del loro Paese appaiono evidenti”. Consegnare la rete di ultima generazione a questi attori potrebbe compromettere “informazioni e dati sensibili riconducibili a cittadini, enti e aziende italiani”.

IL CASO GOOGLE HUAWEI BY OSHO

 

COSTI CONTENUTI

 

proteste contro il 5g 3

Anche la motivazione del costo economico che una simile operazione potrebbe comportare per il mercato, un cavallo di battaglia delle aziende finite nel ciclone delle accuse, viene prontamente smontata dal Copasir. “I rappresentanti di una delle aziende audite hanno affermato che nel caso si dovesse giungere a un divieto per le aziende cinesi, simile a quello adottato dagli Stati Uniti, sarebbe comunque possibile procedere alla implementazione delle infrastrutture e degli apparati collegati al 5G, con costi complessivi approssimativamente quantificati in circa 600 milioni di euro, senza peraltro che ciò comporti particolari ritardi nello sviluppo della nuova tecnologia”.

5g smart cityGOOGLE ANDROID VS HUAWEI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...