NELLE FAUCI DEL VIRUS - NEGLI USA LO SCONTRO TRA REPUBBLICANI E DEMOCRATICI SI SPOSTA SUL VIROLOGO ANTHONY FAUCI - TRUMP BLOCCA LA SUA TESTIMONIANZA ALLA CAMERA DOVE I DEMOCRATICI, CHE HANNO LA MAGGIORANZA, SOGNAVANO DI FARGLI DIRE CHE IL PRESIDENTE STA SBAGLIANDO TUTTO NELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA...

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Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

anthony fauci donald trump anthony fauci donald trump

La battaglia politica investe in pieno anche Anthony Fauci, 79 anni, la figura chiave della task force anti coronavirus. La sottocommissione Lavoro, Salute e Servizi umani della Camera ha invitato il virologo più importante degli Stati Uniti in un' audizione pubblica, mercoledì 6 maggio. Ma la Casa Bianca è contraria, come spiega nel comunicato diffuso l'1 maggio: «L' Amministrazione Trump continua il suo sforzo totale nel contrasto del Covid-19, a cominciare dalla riapertura in sicurezza dell' America e dallo sviluppo dei vaccini; sarebbe quindi controproducente che le persone più coinvolte in questa opera partecipino a sedute del Congresso. Ci impegniamo a lavorare con il Congresso e a offrire la testimonianza a tempo debito».

 

Il veto della presidenza ha innescato un' aspra polemica. Anche perché ieri si è saputo che Fauci potrà, invece, accettare l'invito di una Commissione al Senato. Che cosa cambierà, dunque, in una settimana? La risposta è semplice ed è tutta politica. I democratici, che hanno la maggioranza alla Camera, vogliono fare dire a Fauci che Trump sta sbagliando tutto nella gestione dell' emergenza sanitaria. I repubblicani, che controllano il Senato, puntano, invece, a ribaltare il racconto, mettendo in rilievo le previsioni sbagliate dagli scienziati tra gennaio e febbraio.

 

anthony fauci anthony fauci

Le due parti si accusano reciprocamente di voler fabbricare una versione parziale dei fatti. Da un lato c'è la condotta del presidente. Ha sottovalutato per settimane l' insidia del contagio, nel tentativo di non compromettere il funzionamento dell' economia. Ha ignorato l'allarme dei servizi segreti che segnalavano il possibile arrivo di un'ondata devastante. Poi ha cambiato registro, occupando per intero la scena e infilando uno strafalcione dietro l'altro, fino a toccare il record dell'assurdo con l'idea di iniettare disinfettante ai contagiati.

 

Nello stesso tempo, però, anche Fauci, visto con il facile senno di poi, all' inizio ha sbagliato. Per tutto il mese di gennaio e parte di febbraio ha ripetuto: «Il rischio di un'infezione negli Stati Uniti è molto basso». Il 23 gennaio, giusto per fare un esempio, il virologo, dichiarava nel podcast dell'American Medical Association : «Non c'è alcuna possibilità al mondo che noi possiamo applicare a Chicago, New York o San Francisco, quello che hanno fatto a Wuhan». Ora il Paese si trova con oltre 1,1 milioni di positivi e 67 mila morti: più delle perdite nella Guerra del Vietnam.

donald trump anthony fauci donald trump anthony fauci

 

Naturalmente tutto ciò va collocato nella prospettiva del voto di novembre. Negli ambienti conservatori di Washington cresce il timore che Trump possa perdere, trascinando nella disfatta i senatori repubblicani in corsa per la conferma. La Camera Alta, quindi, potrebbe passare ai democratici. Ma l'opinione pubblica si sta dimostrando volatile, umorale. L'istituto Gallup mostra come il 22 marzo il 49% degli americani approvasse la performance di Trump, rispetto al 45% degli insoddisfatti. Queste percentuali si sono ribaltate il 4 aprile: 43% favorevoli, 54% critici.

 

donald trump e anthony fauci 2 donald trump e anthony fauci 2

L'ultima rilevazione, del 28 aprile, rovescia ancora gli equilibri: 49% pro Trump; 47% contro. Fauci è fuori dai giochi. Eppure continua a essere al centro di una campagna d' odio alimentata dai cospiratori sulla Rete. Tanto per avere un' idea, il sito Truth 11, confezionato da soggetti che attribuiscono l' attacco dell' 11 settembre al governo americano, sostiene: «Sulla scrivania del presidente è pronta una lettera per incriminare Fauci di alti crimini, in modo da deportarlo a Guantanamo per il resto della sua vita».

 

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