1 - PAPA IN PENSIONE CHAPUT, PEREZ NUOVO ARCIVESCOVO FILADELFIA
(ANSA) - Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi metropolitana di Philadelphia (Usa), presentata per raggiunti limiti di età da mons. Charles J. Chaput. Il Pontefice ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Philadelphia mons. Nelson Jesus Perez, finora vescovo di Cleveland. Lo rende noto il Bollettino della Sala stampa vaticana.
Con Chaput, che ha compiuto i 75 anni il 26 settembre scorso, esce di scena un presule ritenuto in Usa tra i 'conservatori', sostituito da Bergoglio, in una delle sedi più prestigiose d'America, con un nuovo arcivescovo dal profilo moderato. Mons. Nelson Jesus J. Perez ha 58 anni, essendo nato il 16 giugno 1961 a Miami (Florida). Dopo aver ottenuto il Baccalaureato in Psicologia presso la Montclair State University in New Jersey (1983), ha insegnato alla scuola elementare, al Colegio la Piedad di Puerto Rico. Ha svolto gli studi ecclesiastici presso il Saint Charles Borromeo Seminary ad Overbrook (Pennsylvania), dove ha ottenuto il Master in Teologia (1985-1989).
PAPA BERGOGLIO CON CHARLES CHAPUT
È stato ordinato sacerdote il 20 maggio 1989 per l'Arcidiocesi di Philadelphia. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ha svolto i seguenti incarichi: Vicario parrocchiale della Saint Ambrose Parish a Philadelphia (1989-1993); Vice-Direttore dell'Ufficio arcidiocesano per gli ispanici (1990-1993); Direttore e Fondatore del Catholic Institute for Evangelization (1993-2002); Parroco della Saint William Parish a Philadelphia (2002-2009); Parroco della Saint Agnes Parish a West Chester (2009-2012).
Inoltre, è stato Membro del Consiglio Presbiterale dell'Arcidiocesi di Philadelphia (2003-2005), Professore di Psicologia e di Religious Studies presso la La Salle University a Philadelphia (1994-2008). Nel 1998 è stato nominato Cappellano di Sua Santità e il 24 ottobre 2009 è stato nominato Prelato d'Onore di Sua Santità. Nominato Vescovo titolare di Catro ed Ausiliare di Rockville Centre (New York), l'8 giugno 2012 ha ricevuto la consacrazione episcopale il 25 luglio successivo.
PAPA BERGOGLIO CON CHARLES CHAPUT
Come Ausiliare di Rockville Centre è stato Vicario episcopale dell'Eastern Vicariate e per l'apostolato ispanico. L'11 luglio 2017 è stato trasferito alla sede di Cleveland (Ohio), insediandosi il 5 settembre successivo. In seno alla Conferenza Episcopale è Chair del Committee on Cultural Diversity in the Church, Membro dell'Administrative Committee e del Committee on Religious Liberty. Parla inglese e spagnolo.
2 - IL CARDINALE BERTONE NEL 2007 TENTÒ IL BLITZ PER COMMISSARIARE I GESUITI: SI OPPOSERO SIA BERGOGLIO CHE L'ALLORA PAPA RATZINGER
Da https://www.ilmessaggero.it/
Il Vaticano voleva commissariare i gesuiti sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI. Tutta colpa di una idea del cardinale Tarcisio Bertone. A stoppare questo progetto maturato nel 2007 fu l'allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio che si oppose all'allora Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il quale voleva mettere il bavaglio alla Compagnia di Gesù perchè considerato un ordine religioso troppo aperturista. Il retroscena è raccontato dallo storico Gianni La Bella nel libro «I Gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco» (Guerini e associati). Nel volume La Bella ricostruisce il frangente nel quale l’allora preposito generale della Compagnia di Gesù, Peter Hans Kolvenbach, ormai anziano, riesce finalmente a dimettersi, e avvia le procedure per eleggere il suo successore, che poi sarà Adolfo Nicolas.
fotomontaggi su tarcisio bertone by spinoza
«La preparazione della Congregazione era ormai avanzata e Kolvenbach informa le autorità vaticane sull’andamento dei lavori. Il 9 marzo del 2007 il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rispondendo al generale, scrive che è desiderio del papa ‘che nella prossima Congregazione generale si rifletta con cura sulla preparazione spirituale ed ecclesiale dei giovani gesuiti, nonché, per tutta la Compagnia, sul valore e sull’osservanza del quarto voto’.
Nel prosieguo della missiva il cardinale mette a parte il preposito delle ‘preoccupate riflessioni’ del pontefice, sulla situazione dell’ordine in Francia, dove ‘i segni della vita religiosa comunitaria (silenzio, osservanza dell’orario, penitenza, separazione delle comunità, distinzione professi-coadiutori spirituali, composizione dell’assemblea provinciale ecc.) sembrano essere stati emarginati; la vita religiosa propriamente detta (pietà, clausura, mortificazione) pare essere stata relegata alla sfera della vita privata, perdendo molto della sua dimensione comunitaria. Tutto ciò è vissuto in una sorta di euforia con l’assenso almeno tacito dell’autorità’. Una situazione che non riguarda solo la Francia, ma tutto l’ordine».
Preoccupazioni acuite dal fatto che la maggioranza dei gesuiti, elettori delle Congregazioni provinciali, sono giovani e non hanno conosciuto ‘la Compagnia com’era un tempo’, ‘ma solo quella degli anni Settanta’. Le critiche di Bertone – nota La Bella – danno lo spessore della ‘cattiva fama’ di cui gode l’ordine in molti ambienti d’oltretevere.
«Nello stesso tempo, però, rivelano l’irrilevanza e l’inconsistenza delle accuse e svelano una visione della vita religiosa arcaica, demodé, preconciliare, fatta di regole, disciplina e precetti da rispettare. Sulla base di queste valutazioni la Segreteria di Stato decide, con una procedura inedita e canonicamente anomala, di suggerire a Kolvenbach, al fine di garantire ‘una più fruttuosa celebrazione’ della prossima Congregazione Generale, di coinvolgere nella sua preparazione ‘il cardinale Jorge Mario Bergoglio, S.I., Arcivescovo di Buenos Aires, segnalandogli quanto sopra, chiedendogli il suo autorevole parere in proposito’».
Sono molti in Vaticano, in quel momento, a pensare a lui come al candidato ideale, qualora venisse deciso un commissariamento, rispetto al quale Benedetto XVI, vista la caratura del personaggio, non avrebbe avuto certamente nulla da obiettare. Kolvenbach, perplesso e sconcertato, si mette in contatto con l’Arcivescovo di Buenos Aires, che il 13 aprile 2007 gli fa avere le sue considerazioni sullo ‘stato della Compagnia’.
Nonostante non condivida del tutto gli orientamenti e le scelte operate dal governo dell’ordine e non abbia mai fatto mistero di alcune sue perplessità, rispetto al relativismo praticato nella formazione delle giovani generazioni, che aveva portato la Compagnia, in alcuni momenti della sua storia recente, ad un rilassamento della sua tensione missionaria, Bergoglio è decisamente contrario ad un’ipotesi di commissariamento che, a suo avviso, moltiplicherebbe i problemi anziché risolverli.
Durante la sua visita alla Provincia di Castiglia, a Valladolid, in Spagna, il 6 maggio 2013, il successore di Kolvenbach, Adolfo Nicolas, racconta ‘confidenzialmente’ a una sessantina di gesuiti come, nel suo primo incontro con papa Francesco, gli abbia detto di essersi tenacemente opposto all’ipotesi di un nuovo commissariamento della Compagnia di Gesù, che a Roma, in quel momento, tanti volevano. «Avvertito delle manovre in corso, Kolvenbach, contrariamente al suo stile discreto e riservato, chiese udienza a Benedetto XVI e abbandonata ogni prudenza, in modo fermo e deciso, come forse mai nella sua vita, lo pregò di non approvare una decisione che la Compagnia, questa volta, non avrebbe tollerato». La Compagnia di Gesù non venne commissariata.